Smarrimento primo canto Inferno
28 Dicembre 2019Per Vincenzo Caldesi di Giosue’ Carducci
28 Dicembre 2019Già il titolo di questa poesia, Lezione di anatomia, da solo porta con sé un’atmosfera cupa, ironica e sottilmente macabra, perfetta per rappresentare l’estetica di Arrigo Boito.
Compositore, poeta e librettista di enorme talento (avete presente i suoi lavori con Verdi?), Boito è stato anche uno degli esponenti di spicco del scapigliatura, un movimento che possiamo considerare la risposta italiana al decadentismo e al simbolismo europeo.
Contesto: “Lezione di anatomia” è una delle poesie più rappresentative di Boito, e ne incarna perfettamente lo spirito di ribellione e critica verso i valori borghesi e le convenzioni sociali. Pubblicata per la prima volta nel 1865 nella raccolta Il libro dei versi, la poesia si concentra sull’idea della morte e della caducità della vita, un tema che affascinava enormemente gli scapigliati, i quali amavano esplorare il lato oscuro della psiche e della società.
Struttura e Contenuti: La poesia è una satira tagliente in cui Boito descrive una lezione di anatomia, in cui un professore seziona il cadavere di una giovane donna, un tema che già di per sé destabilizza e provoca, poiché la donna rappresenta la purezza e la bellezza idealizzate. Tuttavia, il corpo viene trattato in modo freddo e scientifico, riducendolo a mera carne e ossa, con un impietoso distacco.
La scena è chiaramente metaforica: Boito non sta solo criticando la scienza o il materialismo, ma anche la società stessa, che tende a ridurre l’essenza umana a semplici meccanismi biologici, ignorando la complessità dell’anima e dello spirito. Con questa poesia, Boito si fa promotore di un pessimismo che preannuncia certe tematiche decadenti e simboliste che vedremo esplodere a fine Ottocento.
Temi principali:
- La morte e la caducità della vita: Il cadavere della giovane è un simbolo della bellezza destinata inevitabilmente a sfiorire. La dissezione diventa un atto crudele di smascheramento della verità ultima: il corpo è destinato a decomporsi, e dietro l’apparenza estetica si nasconde la desolazione della carne.
- Critica alla società borghese: La fredda razionalità del professore rappresenta il distacco della borghesia ottocentesca, che idolatrava il progresso scientifico e industriale a discapito dell’umanità e della spiritualità.
- Satira della scienza positivista: Boito, da vero scapigliato, si scaglia contro la scienza che riduce tutto a meccanismi materiali, privando la vita e la morte del loro mistero e della loro sacralità.
Conclusione: In Lezione di anatomia, Boito fonde abilmente la denuncia sociale e filosofica con un’immagine macabra e disturbante, una poesia che non lascia indifferenti e che sfida chiunque la legga a confrontarsi con il proprio rapporto con la morte e la decadenza. Sicuramente una delle perle della produzione scapigliata.
E se per caso volessi approfondire ulteriormente Boito e la sua opera, ti suggerisco di esplorare Il libro dei versi, che contiene non solo Lezione di anatomia, ma altre poesie altrettanto cariche di critica e inquietudine.
Ecco il testo della poesia:
- Lezione d’anatomia (testo)
La sala è lùgubre;
dal negro tetto
discende l’alba,
che si riverbera
sul freddo letto 5
con luce scialba.
Chi dorme?… Un’etica
defunta ieri
all’ospedale;
tolta alla requie 10
dei cimiteri,
e al funerale:
tolta alla placida
nenia del prete,
e al dormitorio; 15
tolta alle gocciole
roride e chete
dell’aspersorio.
Delitto! e sanguina
per piaga immonda 20
il petto a quella!…
Ed era giovane!
ed era bionda!
ed era bella!
Con quel cadavere 25
(steril connubio!
sapienza insana!)
tu accresci il numero
di qualche dubio,
scïenza umana! 30
Mentre urla il medico
la sua lezione
e cita ad hoc:
Vesalio, Ippocrate,
Harvey, Bacone, 35
Sprengel e Koch,
io penso ai teneri
casi passati
su quella testa,
ai sogni estatici 40
invan sognati
da quella mesta.
Penso agli eterei
della speranza
mille universi! 45
Finzion fuggevole
più che una stanza
di quattro versi.
Pur quella vergine
senza sudario 50
sperò nell’ore
più melanconiche,
come un santuario
chiuse il suo cuore,
ed ora il clinico, 55
che glielo svelle,
grida ed esorta:
«ecco le valvole»,
«ecco le celle»,
«ecco l’aorta». 60
Poi segue: «huic sanguinis
circulationi…».
Ed io, travolto,
ritorno a leggere
le mie visioni 65
sul bianco volto.
Scïenza, vattene
co’ tuoi conforti!
Ridammi i mondi 70
del sogno e l’anima!
Sia pace ai morti
e ai moribondi.
Perdona, o pallida
adolescente! 75 Fanciulla pia,
dolce, purissima,
fiore languente
di poësia!
E mentre suscito 80
nel mio segreto
quei sogni adorni…
in quel cadavere
si scopre un feto
di trenta giorni.