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28 Dicembre 2019Le Rime per la donna pietra appartengono al gruppo delle “rime petrose” di Dante, una serie di poesie in cui l’amore assume un carattere tormentato e doloroso, assai diverso da quello più idealizzato e spirituale della Vita Nuova.
In queste rime, l’amata viene descritta come una figura distante, fredda e crudele, simile a una pietra, incapace di provare pietà o amore verso il poeta. Questo tipo di rappresentazione dell’amore richiama la tradizione stilnovista, ma la “donna petra” di Dante è radicalmente diversa dalle figure angelicate tipiche di quel movimento.
Nella rima che hai proposto, Dante esprime il suo dolore per l’indifferenza e la crudeltà di una donna, usando immagini di durezza e impenetrabilità. Il poeta si rappresenta come vittima di un amore impossibile e soffocante, dal quale non può sfuggire.
Parafrasi
Così come è aspra nei suoi atteggiamenti questa bella donna, io voglio essere aspro nel mio parlare. Questa donna, che somiglia a una pietra, diventa ogni giorno più dura e crudele, e riveste la sua persona con una corazza di diaspro così resistente che nessuna freccia, neanche quella dell’amore, riesce a penetrarla, poiché lei si ritrae o la respinge.
Eppure, nonostante ciò, ella uccide con i suoi sguardi, e non serve a nulla che l’uomo si difenda o si allontani dai suoi colpi mortali. Questi colpi sembrano avere le ali, arrivano inevitabilmente a chiunque e spezzano ogni difesa. Io non so come potermi difendere né posso fuggire da lei.
Non trovo scudo che lei non riesca a distruggere, né un luogo dove io possa nascondermi dal suo sguardo.
Analisi e commento
In questo incipit, Dante costruisce una complessa metafora attorno all’immagine della donna come “pietra”, simboleggiando la sua freddezza e indifferenza. Il poeta sceglie di rispondere all’asprezza dell’amata con altrettanta durezza nel proprio linguaggio, dichiarando fin dal primo verso il suo intento di esprimere la propria sofferenza in modo crudo e tagliente. La donna petra viene descritta come impenetrabile, protetta da una corazza di diaspro, una pietra preziosa ma durissima, che rende vano qualsiasi tentativo di colpirla o farla innamorare.
Il termine “faretra” e la “saetta” richiamano l’immagine dell’amore come una freccia che normalmente colpisce e ferisce i cuori degli amanti. Tuttavia, in questo caso, la donna è talmente dura e distaccata che neanche le frecce di Cupido possono raggiungerla. Nonostante ciò, paradossalmente, è lei stessa a infliggere colpi mortali con i suoi sguardi e la sua indifferenza, colpi contro i quali l’uomo non ha difesa.
L’uso di immagini belliche (freccia, faretra, scudo, colpi) riflette un amore visto come una battaglia persa in partenza, dove il poeta è sempre vittima e la donna è una nemica invincibile. Nonostante tutti i tentativi di allontanarsi o proteggersi, il poeta non riesce a evitare la sofferenza che l’amore per questa donna gli infligge.
Il linguaggio è particolarmente elaborato e carico di metafore, con una forte enfasi sull’asprezza e la durezza. Questa scelta stilistica sottolinea la violenza emotiva che Dante avverte e la frustrazione di un amore che non può essere corrisposto. L’immagine della donna come pietra richiama anche l’idea della staticità e dell’inaccessibilità, contrastando con il dinamismo delle frecce e dei colpi che lei stessa infligge.
In sintesi, questi versi iniziali presentano un amore tormentato e doloroso, dove la passione è destinata a non essere mai corrisposta. Dante esprime il suo senso di impotenza di fronte a una donna che, proprio per la sua durezza e crudeltà, diventa una figura inaccessibile e quasi disumana./
Testo e parafrasi dei primi 15 versi di questa “rima petrosa” di Dante:
Così nel mio parlar voglio esser aspro ed ella ancide, e non val ch’om si chiuda Non trovo scudo ch’ella non mi spezzi |
Parafrasi:
Così come è aspra nei suoi atteggiamenti questa bella donna, io voglio essere aspro nel mio parlare. Questa donna, che somiglia a una pietra, diventa ogni giorno più dura e crudele, e riveste la sua persona con una corazza di diaspro così resistente che nessuna freccia, neanche quella dell’amore, riesce a penetrarla, poiché lei si ritrae o la respinge. Eppure, nonostante ciò, ella uccide con i suoi sguardi, e non serve a nulla che l’uomo si difenda o si allontani dai suoi colpi mortali. Questi colpi sembrano avere le ali, arrivano inevitabilmente a chiunque e spezzano ogni difesa. Io non so come potermi difendere né posso fuggire da lei. Non trovo scudo che lei non riesca a distruggere, né un luogo dove io possa nascondermi dal suo sguardo. |