Canto notturno di un pastore errante vv. 1-60
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28 Dicembre 2019Epicuro è per Lucrezio il modello del saggio greco che ha liberato gli uomini dalla superstizione e dal timore della morte
Analisi:
Temi principali:
- Trionfo della ragione sulla superstizione
- Coraggio intellettuale di Epicuro
- Liberazione dell’umanità dall’oppressione religiosa
- Scoperta delle leggi naturali
- Elevazione dell’uomo attraverso la conoscenza
Elementi stilistici:
- Metafore estese: La religione come mostro, la natura come edificio con porte chiuse
- Personificazione: La religione e le forze naturali sono personificate
- Linguaggio eroico: Epicuro è descritto come un conquistatore
- Contrasto: Tra l’oppressione iniziale e la liberazione finale
- Climax: Il passaggio culmina con l’inversione dei ruoli tra uomo e religione
Concetti filosofici:
- Determinismo: L’idea che tutto abbia limiti e cause naturali
- Empirismo: L’importanza dell’osservazione e dell’indagine del mondo naturale
- Atomismo: Implicito nell’idea di esplorare la struttura fondamentale della natura
- Razionalismo: La ragione come strumento per comprendere l’universo
- Umanismo: L’elevazione dell’uomo attraverso la conoscenza, non la devozione religiosa
Importanza nel contesto dell’opera:
- Stabilisce il tono anti-religioso del poema
- Introduce Epicuro come figura centrale del pensiero di Lucrezio
- Anticipa i temi principali che verranno sviluppati nel resto dell’opera
- Mostra l’approccio didattico di Lucrezio, che mira a istruire e liberare il lettore
- Riflette l’influenza della cultura greca sul pensiero romano
Questo passaggio è fondamentale per comprendere l’intento di Lucrezio: liberare i suoi contemporanei dalla paura religiosa attraverso la comprensione razionale della natura, seguendo l’esempio di Epicuro.
Testo e Traduzione dei versi 62-79 del primo libro del De rerum natura di Lucrezio:
Testo:
Humana ante oculos foede cum vita iaceret |
Traduzione (versi 62-79):
“Quando la vita umana giaceva vergognosamente prostrata sulla terra, schiacciata sotto il peso della Religione, che mostrava il suo capo dalle regioni del cielo, incombendo sui mortali con aspetto orribile, per primo un uomo greco osò alzare gli occhi mortali contro di essa e per primo le si oppose; né la fama degli dèi, né i fulmini, né il cielo che minaccia con il suo brontolio lo trattennero, ma anzi tanto più stimolarono l’ardente virtù del suo animo, così che desiderò per primo infrangere le strette serrature delle porte della natura. Dunque la vivida forza del suo animo vinse e si spinse lontano oltre le mura fiammeggianti del mondo e percorse con la mente e lo spirito tutto l’immenso universo, da dove ritorna a noi vittorioso per riferirci cosa possa nascere, cosa non possa, infine quale sia il potere limitato assegnato a ciascuna cosa e quale sia il termine profondamente fissato. Perciò la religione, a sua volta sottomessa, viene calpestata sotto i piedi, e la vittoria ci innalza al cielo.” |