Canto notturno di un pastore errante vv. 1-60
28 Dicembre 2019I canti pisano-recanatesi
28 Dicembre 2019Questi versi (62-67 nella maggior parte delle edizioni) fanno parte del famoso elogio di Epicuro da parte di Lucrezio, il filosofo greco le cui idee costituiscono la base di gran parte dell’opera di Lucrezio.
Analisi dei Punti chiave:
- Immagini: Lucrezio usa immagini vivide per rappresentare la religione come una forza opprimente che schiaccia fisicamente l’umanità.
- Personificazione: La religione è personificata come un mostro che incombe sui mortali dal cielo.
- Ritratto eroico: Epicuro è raffigurato come un eroe, il primo a sfidare questa forza opprimente.
- Origini greche: Lucrezio sottolinea l’eredità greca di Epicuro, evidenziando il debito culturale che Roma aveva nei confronti della Grecia.
- Metafora visiva: L’atto di “alzare gli occhi” rappresenta la sfida intellettuale e spirituale contro il dogma religioso.
- Conflitto: Il passaggio stabilisce un confronto tra la ragione umana (rappresentata da Epicuro) e la superstizione religiosa.
Questo passaggio riflette lo scetticismo di Lucrezio e della filosofia epicurea nei confronti della religione tradizionale e la loro enfasi sull’indagine razionale delle leggi della natura.
Testo e Traduzione:
Testo originario latino:
Humana ante oculos foede cum vita iaceret |
Traduzione:
“Quando la vita umana giaceva vergognosamente prostrata sulla terra, schiacciata sotto il peso della Religione, che mostrava il suo capo dalle regioni del cielo, incombendo sui mortali con aspetto orribile, per primo un uomo greco osò alzare gli occhi mortali contro di essa e per primo le si oppose.” |