Canto secondo del Purgatorio vv. 70-133
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Il coro dell’atto terzo dell’Adelchi è uno dei momenti più emblematici della tragedia di Alessandro Manzoni, ricco di suggestioni poetiche e riflessioni storiche.
In questi versi, Manzoni dà voce al popolo oppresso che, finalmente, si solleva contro i suoi tiranni. Vediamo insieme l’analisi e la parafrasi dei primi 51 versi.
Analisi
Il coro si inserisce nel contesto della caduta del regno longobardo e della vittoria dei Franchi di Carlo Magno. Il popolo longobardo, oppresso per secoli da una classe dominante crudele e distante, trova improvvisamente una speranza di liberazione grazie alla sconfitta dei suoi oppressori. La voce collettiva del coro esprime una riflessione sulla condizione del popolo, una massa disperata e sottomessa, che si sveglia da un lungo letargo in risposta a un nuovo rumore: il cambiamento politico in atto.
Temi principali
- Il risveglio del popolo: I primi versi mostrano il popolo che, a lungo oppresso e disperso, si desta in modo improvviso e collettivo.
- Il contrasto tra passato glorioso e presente misero: Manzoni evoca la “fiera virtù” degli antenati, ormai offuscata, mescolata al “misero orgoglio” di un popolo che ha perso la propria forza.
- La fuga dei tiranni: I signori, un tempo potenti, ora fuggono come animali braccati, terrorizzati dalla nuova situazione. Il popolo, per la prima volta, li vede impotenti e vulnerabili.
- La speranza di liberazione: Il popolo sogna la fine della servitù e guarda con speranza ai Franchi che si sono sacrificati per liberarlo dai tiranni.
- Sacrificio dei guerrieri: Gli ultimi versi sottolineano il sacrificio dei guerrieri franchi, che hanno lasciato le loro case e le loro famiglie per combattere una guerra lontana, affrontando grandi difficoltà.
Testo e Parafrasi
Verso per verso, la parafrasi aiuterà a comprendere meglio il significato.
Testo e parafrasi dei Primi 51 versi del Coro dell’Atto terzo dell’ Adelchi di Manzoni:
Testo originale
Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti, Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti, S’aduna voglioso, si sperde tremante, Ansanti li vede, quai trepide fere, E sopra i fuggenti, con avido brando, Udite! Quei forti che tengono il campo, Lasciar nelle sale del tetto natio A torme, di terra passarono in terra, Gli oscuri perigli di stanze incresciose, |
Parafrasi
1-3: 4-6: 7-9: 10-12: 13-15: 16-18: 19-21: 22-24: 25-27: 28-30: 31-33: 34-36: 37-39: 40-42: 43-45: 46-48: 49-51: |
Conclusione
Manzoni, attraverso il coro, traccia una potente immagine del risveglio di un popolo oppresso, finalmente pronto a liberarsi dai tiranni. Il popolo è però ancora incerto, timoroso, e guarda con ammirazione e speranza agli eroi franchi, che si sono sacrificati per la loro liberazione. Il tono del coro è a metà tra la celebrazione e la malinconia: la fine della schiavitù è vicina, ma il popolo ha perso la sua antica grandezza e ora sogna una redenzione, guidato dai nuovi liberatori.