Niccolò Machiavelli 1469-1527
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28 Dicembre 2019La seconda cantica della Divina Commedia, il Purgatorio, rappresenta il passaggio tra l’oscurità dell’Inferno e la luce del Paradiso.
critta in terzine di endecasillabi, come le altre cantiche, questa sezione dell’opera dantesca si distingue per il suo tono meno disperato e più contemplativo, impregnato di speranza e redenzione. Il Purgatorio è una montagna sacra che si eleva dall’oceano australe, sull’unico lembo di terra emersa nell’emisfero australe, secondo la cosmologia medievale dantesca.
La cantica è divisa in tre sezioni principali:
- L’Antipurgatorio: Qui si trovano le anime di coloro che si sono pentiti in ritardo o che sono stati scomunicati. Esse devono attendere prima di essere ammesse al Purgatorio vero e proprio. È una sorta di zona liminale, dove le anime pur non subendo tormenti come nell’Inferno, non possono ancora iniziare la loro purificazione.
- Il Purgatorio propriamente detto: È suddiviso in sette cornici, ognuna dedicata alla purificazione di uno dei sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia e prodigalità (uniti in una stessa cornice), gola e lussuria. Le anime qui non soffrono pene eterne, ma penitenze temporanee che le purificano dai peccati commessi in vita. Queste penitenze sono simboleggiate da pratiche opposte ai peccati da espiare: ad esempio, i superbi devono camminare curvi sotto il peso di massi, a rappresentare l’umiltà che devono acquisire.
- Il Paradiso terrestre: Situato sulla cima del monte, è il luogo dove Dante incontra Beatrice, che lo rimprovera per i suoi peccati ma lo prepara a ricevere la grazia divina. Questo giardino edenico rappresenta il culmine del percorso di purificazione di Dante. Qui, immerso in una visione di perfetta armonia e bellezza, l’anima di Dante è pronta per ascendere al Paradiso celeste.
Il Purgatorio è quindi il regno della purificazione, dove il dolore, seppur presente, è volto alla redenzione e non alla condanna. Le anime sono libere di muoversi e desiderano ardentemente completare il loro processo di purificazione per raggiungere Dio. In contrasto con l’Inferno, dove domina la disperazione e la stasi, il Purgatorio è caratterizzato dal dinamismo e dalla speranza. È una dimensione temporanea, dove il tempo gioca un ruolo fondamentale: ogni anima è consapevole che, dopo aver scontato la propria pena, potrà ascendere alla beatitudine eterna.
Dal punto di vista stilistico e poetico, la cantica è permeata da un linguaggio più dolce e sereno rispetto all’Inferno, con descrizioni della natura che evocano un senso di pace e di bellezza, in netto contrasto con le immagini crude e infernali della prima cantica. I personaggi che Dante incontra nel Purgatorio sono anch’essi diversi: se nell’Inferno predominavano figure legate alla colpa e alla sofferenza, qui troviamo anime in cammino verso la salvezza, molte delle quali sono rappresentate con tratti di grande umanità e dignità.
Un altro aspetto cruciale del Purgatorio è la presenza del concetto di “amor che move il sole e l’altre stelle”, l’amore divino che guida le anime verso la redenzione. Questo amore è visto come una forza universale, contrapposta all’amore distorto che ha portato le anime infernali alla dannazione.
Infine, il Purgatorio si chiude con una sorta di rito di passaggio per Dante: Beatrice lo conduce attraverso il Lete, il fiume dell’oblio, dove dimentica i suoi peccati, e l’Eunoè, che gli restituisce il ricordo del bene compiuto. Solo a questo punto Dante è pronto per ascendere al Paradiso.
In sintesi, la seconda cantica rappresenta un percorso di purificazione e di speranza, un viaggio attraverso il dolore che conduce alla luce della redenzione. È un’opera che parla della possibilità di redenzione per tutti coloro che sono disposti a riconoscere i propri errori e a compiere il cammino di ritorno verso Dio.