Trama
La storia inizia con Bruno e Buffalmacco, due amici burloni di Calandrino, che decidono di ingannarlo ancora una volta, approfittando della sua ingenuità. Calandrino, un pittore fiorentino credulone e spesso vittima di scherzi, è già noto per essere facile da ingannare. In questa novella, Bruno e Buffalmacco lo convincono di essere rimasto incinto, nonostante ciò sia ovviamente impossibile per un uomo.
Calandrino inizia a sentirsi male e si convince di essere affetto da una malattia. I suoi amici, con grande astuzia, gli fanno credere che i sintomi che sta avvertendo sono quelli di una gravidanza. A questo punto, Calandrino, completamente nel panico, si fida ciecamente di Bruno e Buffalmacco, i quali continuano a manipolarlo e a prendersi gioco di lui, alimentando la sua credulità.
Per rendere lo scherzo ancora più assurdo, Bruno e Buffalmacco suggeriscono a Calandrino che per “curare” la sua condizione e “abortire” deve seguire una serie di rimedi ridicoli. Calandrino, disperato, si sottopone a tutto ciò che gli viene detto, dimostrando ancora una volta la sua estrema ingenuità.
Tematiche
- La credulità: Il tema centrale è la credulità di Calandrino, che si lascia sempre ingannare dai suoi amici senza mai dubitare di ciò che gli dicono, anche quando è palesemente assurdo.
- La burla: Bruno e Buffalmacco rappresentano l’astuzia e la furbizia popolare. Il loro divertimento deriva dal prendersi gioco di Calandrino, esagerando con uno scherzo così surreale che mostra come la manipolazione e l’ironia possano spingere una persona a credere a qualsiasi cosa.
- La satira sociale: La novella non è solo una burla ai danni di Calandrino, ma anche una satira della società del tempo, che deride l’ignoranza e l’ingenuità di chi non sa distinguere il vero dal falso.
Conclusione
Alla fine, lo scherzo arriva alla sua naturale conclusione quando Calandrino, esausto dalle cure, si rende conto (in parte) di essere stato preso in giro. Come in altre novelle, Calandrino non impara mai veramente dai suoi errori e continua a essere vittima delle burle dei suoi amici. La novella si chiude quindi con una risata ai suoi danni, sottolineando ancora una volta l’assurdità della sua ingenuità.
Questa storia, con il suo tono comico e surreale, è uno degli esempi più chiari della capacità di Boccaccio di unire il divertimento alla riflessione sui comportamenti umani.