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L’Esercito dei Boschi, nel romanzo Il dottor Živago di Boris Pasternak, rappresenta una delle formazioni partigiane che emergono durante il caos della guerra civile russa, che segue la Rivoluzione d’Ottobre.
Questo esercito è composto principalmente da contadini e individui sradicati dalle loro vite precedenti, uniti dalla comune opposizione alle forze bolsceviche e, in alcuni casi, anche ai Bianchi.
La formazione è descritta come un gruppo ribelle che si nasconde nelle foreste, da cui deriva il nome, e che combatte contro le autorità centrali in una sorta di resistenza disperata. La loro esistenza è profondamente legata alla lotta per la sopravvivenza in un contesto di anarchia e disintegrazione dell’ordine sociale. Questi gruppi spesso mancano di una chiara ideologia politica e si muovono in un territorio grigio tra il banditismo e la resistenza politica.
Nell’opera di Pasternak, l’Esercito dei Boschi non è soltanto una rappresentazione storica, ma assume anche un significato simbolico, riflettendo il caos e la frammentazione della Russia post-rivoluzionaria. La loro lotta è una delle tante forze centrifughe che minano la stabilità del paese, simboleggiando la resistenza delle forze tradizionali e locali contro le ideologie imposte dall’alto.
Il personaggio principale, Jurij Živago, si trova coinvolto in queste dinamiche mentre cerca di navigare tra le molteplici forze in conflitto che travolgono la Russia.
Il narratore, quindi, utilizza l’Esercito dei Boschi per illustrare la complessità morale e politica della guerra civile, mostrando come le scelte personali vengano spesso dettate dalla necessità più che dalla convinzione ideologica.
In sintesi, l’Esercito dei Boschi rappresenta nel romanzo una delle tante sfaccettature della realtà caotica e frammentata della Russia rivoluzionaria, fungendo da simbolo del conflitto tra il vecchio e il nuovo, tra il locale e il centrale, e tra la sopravvivenza e l’ideologia.
