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28 Dicembre 2019Questi versi (58-114) del Canto XXIV del Purgatorio di Dante si collocano nella sesta cornice, dove i golosi espiano i loro peccati.
Il passo rappresenta un momento significativo in cui Dante dialoga con l’amico Forese Donati, morto prematuramente. L’incontro tra Dante e Forese offre non solo una riflessione morale sulla vita e la corruzione, ma anche un approfondimento della poetica dantesca e delle visioni profetiche legate al destino di Firenze.
Analisi
Versi 58-63:
In questi versi, Dante riconosce la grande influenza di Virgilio (il “dittatore”) sui poeti contemporanei, sottolineando come essi si conformino al suo stile. Tuttavia, questo riferimento è legato alla riflessione su come la poesia debba aspirare a una profondità e originalità superiori, non limitandosi a un’imitazione stretta e superficiale. Questa critica riflette la ricerca dantesca di una poesia più elevata e universale.
Versi 64-69:
Dante paragona le anime dei golosi, che si muovono insieme e poi accelerano il passo, agli uccelli migratori lungo il Nilo. Questo movimento collettivo delle anime rappresenta l’impulso comune verso la purificazione, unendo i penitenti nel loro sforzo di redimersi dalla colpa della gola. La magrezza delle anime simboleggia l’abbandono dei piaceri terreni legati al cibo, segno del progresso nella loro espiazione.
Versi 70-75:
Forese Donati, vecchio amico di Dante, rallenta il passo per parlare con il poeta, esprimendo il desiderio di rivederlo in futuro. Questo dialogo sottolinea il legame affettivo tra i due e introduce un tono di malinconia per la separazione imminente. Nella cornice dei golosi, questo dialogo ricorda il valore dei legami umani oltre il semplice appagamento dei desideri fisici.
Versi 76-81:
Dante risponde a Forese, esprimendo la sua preoccupazione per Firenze, che egli vede come una città destinata alla rovina. Questa riflessione critica sulla situazione politica e morale di Firenze inserisce il viaggio di Dante in un contesto più ampio, dove il destino personale e collettivo sono intrecciati. L’immagine della città che “si spolpa” ogni giorno di più evoca il peccato di gola, dove l’eccesso e la corruzione divorano ciò che di buono rimane.
Versi 82-90:
Forese prevede la punizione imminente per chi ha contribuito alla corruzione di Firenze. La descrizione della “bestia” che trascina il colpevole verso la valle dove non c’è redenzione è un’immagine apocalittica e simbolica della giustizia divina. La bestia rappresenta le conseguenze del peccato e la rovina inevitabile che attende i peccatori, rispecchiando il tema della giustizia che pervade l’intero poema.
Versi 91-99:
Forese si congeda da Dante per non perdere tempo prezioso nella sua espiazione, ribadendo l’importanza del tempo nel Purgatorio, dove ogni momento deve essere utilizzato per progredire spiritualmente. Il tempo, in questa cornice, è particolarmente prezioso, poiché i golosi devono imparare a controllare il desiderio per raggiungere la perfezione.
Versi 100-114:
Infine, Dante e i suoi due accompagnatori (Virgilio e Stazio) si avvicinano a un albero rigoglioso che rappresenta la tentazione per i golosi. Le anime, desiderose di raggiungere i frutti, sono paragonate a bambini che implorano qualcosa che non possono avere. Questo albero, che rifiuta le preghiere e le lacrime, simboleggia la necessità di superare il desiderio materiale per poter avanzare spiritualmente. Il rifiuto del frutto rappresenta la purificazione dai peccati legati alla gola.
Commento
Questi versi nella sesta cornice offrono una riflessione profonda sulla natura del desiderio e sull’importanza del controllo dei propri appetiti. Le anime dei golosi, che un tempo si abbandonavano ai piaceri del cibo, ora soffrono la fame e la sete come forma di espiazione, sottolineando la necessità di moderazione e misura.
L’incontro tra Dante e Forese è carico di significato, poiché entrambi riflettono sulla situazione politica e morale di Firenze, evidenziando come i peccati individuali si riflettano sulla collettività. La critica di Dante alla corruzione della città è severa e mostra come l’eccesso, non solo nella gola, ma anche nel potere e nella ricchezza, conduca inevitabilmente alla rovina.
L’albero della tentazione rappresenta un ulteriore simbolo della purificazione necessaria: le anime devono imparare a desiderare ciò che è veramente importante, non i piaceri effimeri della vita terrena. Questa prova finale è essenziale per superare la sesta cornice e progredire verso la redenzione.
In sintesi, questi versi esprimono una profonda meditazione sulla natura del peccato e della redenzione, dove il controllo del desiderio è centrale per raggiungere la beatitudine eterna.
Testo dei versi 58-114 del Canto ventiquattresimo del Purgatorio di Dante e parafrasi
Testo di Dante
Io veggio ben come le vostre penne e qual più a gradire oltre si mette, Come li augei che vernan lungo ’l Nilo, così tutta la gente che lì era, E come l’uom che di trottare è lasso, sì lasciò trapassar la santa greggia “Non so”, rispuos’io lui, “quant’io mi viva; però che ’l loco u’ fui a viver posto, “Or va”, diss’el; “che quei che più n’ ha colpa, La bestia ad ogne passo va più ratto, Non hanno molto a volger quelle ruote”, Tu ti rimani omai; ché ’l tempo è caro Qual esce alcuna volta di gualoppo tal si partì da noi con maggior valchi; E quando innanzi a noi intrato fue, parvermi i rami gravidi e vivaci Vidi gente sott’esso alzar le mani che pregano, e ’l pregato non risponde, Poi si partì sì come ricreduta; |
Parafrasi
Capisco bene come le vostre opere letterarie E chi si sforza di andare oltre per compiacere, Come gli uccelli che passano l’inverno lungo il Nilo, così tutto il gruppo di anime che era lì, E come l’uomo che, stanco di trottare, così Forese lasciò passare il santo gregge delle anime, “Non lo so”, gli risposi, “quanto ancora vivrò; perché il luogo dove sono stato messo a vivere, “Vai ora”, disse lui; “perché colui che ne è maggiormente responsabile, La bestia ad ogni passo va sempre più veloce, Quelle ruote non devono girare molto, “Ormai rimani qui; perché il tempo è prezioso Come il cavaliere che a volte si stacca dal gruppo così Forese si allontanò da noi con passi più decisi; E quando si trovò davanti a noi, mi sembrò di vedere dei rami carichi e vivaci Vidi persone sotto l’albero alzare le mani che implorano, ma non ricevono risposta, Poi, le anime si allontanarono come deluse; |