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28 Dicembre 2019Cos’è il soggetto in analisi logica
28 Dicembre 2019L’elogio della rosa è uno dei passi più celebri dell’Adone di Giovan Battista Marino, poema barocco pubblicato nel 1623.
Questo poema epico in 20 canti, che conta più di 40.000 versi, racconta la storia di Adone e Venere, e riflette l’estetica barocca di ricchezza, complessità e meraviglia.
Contesto
Nell’elogio della rosa, Marino celebra la bellezza, la delicatezza e la fugacità di questo fiore, utilizzando un linguaggio ricco e ornato, tipico della poetica barocca. La rosa diventa simbolo di perfezione naturale e, al contempo, di fragilità, incarnando l’ideale barocco della bellezza effimera e della vanità del mondo.
Estratto dell’elogio della rosa (Canto VII, strofa 55 e seguenti)
Un celebre passaggio dell’elogio della rosa si trova nel Canto VII dell’Adone. Ecco un estratto:
“È del poeta il fin la maraviglia
(parlo de l’eccellente e non del goffo):
chi non sa far stupir, vada alla striglia!”
Questo verso, pur non essendo direttamente parte dell’elogio della rosa, racchiude la filosofia poetica del Marino, basata sul sorprendere e meravigliare il lettore.
Nel descrivere la rosa, Marino adopera un linguaggio sontuoso e una serie di immagini elaborate, esaltando la bellezza del fiore:
“Rosa, riso d’Amor, del Ciel fattura,
rosa del sangue mio fatta vermiglia,
pregio del mondo e fregio di natura,
d’antiche preci e di bei detti figlia;
dianzi reina, hor spina in sepoltura,
che da me non si parta, alma gentiglia,
anzi vi stan de’ cori umani il fiore
a render eterno omaggio al tuo candore.”
Analisi
In questo elogio, la rosa è definita “riso d’Amor” e “fregio di natura”, simbolo della perfezione e del bello. Tuttavia, come tutti i fiori, anche la rosa è destinata a sfiorire, e questo ne accresce il valore, rendendola emblema della bellezza effimera, un concetto molto caro al Barocco. La rosa è dunque celebrata non solo per la sua bellezza visibile, ma anche per la sua natura passeggera, che riflette la condizione umana.
Conclusione
L’elogio della rosa nell’Adone di Marino è un esempio perfetto della poetica barocca, dove il gusto per il meraviglioso si fonde con una riflessione sulla caducità delle cose belle. Marino, attraverso l’immagine della rosa, ci invita a contemplare la bellezza del mondo, ma anche a riconoscerne la fragilità e la transitorietà, concetti centrali nella sua visione artistica e nella cultura del Seicento.