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28 Dicembre 2019Ludovico Ariosto (1474-1533) è stato uno dei più grandi poeti del Rinascimento italiano, famoso soprattutto per il suo capolavoro, l’“Orlando Furioso”.
La sua vita professionale, però, fu segnata da una difficile relazione con i potenti, i signori e i committenti, che riflette le tensioni tra la sua vocazione artistica e le aspettative dei suoi mecenati.
I Difficili Rapporti con i Potenti
1. Servizio presso i d’Este: Ariosto entrò al servizio degli Este, una delle più potenti famiglie italiane dell’epoca, nel 1503. Inizialmente lavorò per il cardinale Ippolito d’Este, fratello del duca di Ferrara, Alfonso I d’Este. Questo rapporto fu fondamentale per la sua carriera, ma anche fonte di numerosi conflitti.
2. Il Rapporto con Ippolito d’Este: Il cardinale Ippolito d’Este fu un mecenate esigente, più interessato agli affari politici e religiosi che alla cultura. Ariosto, pur essendo un poeta di talento, fu spesso relegato a compiti amministrativi e diplomatici che non si confacevano alle sue aspirazioni artistiche. Il cardinale non apprezzava appieno il valore della poesia di Ariosto, e questo generò in lui frustrazione. In particolare, Ippolito mostrò scarso interesse per l’ “Orlando Furioso”, commentando sarcasticamente che avrebbe preferito che Ariosto gli avesse dedicato un’opera più utile, come un trattato di caccia.
3. Il Passaggio al Servizio di Alfonso I d’Este: Dopo la morte di Ippolito nel 1520, Ariosto passò al servizio di Alfonso I d’Este, duca di Ferrara. Alfonso era un mecenate più generoso e appassionato di arte, ma anche con lui Ariosto dovette affrontare sfide. Il poeta, infatti, era spesso incaricato di missioni diplomatiche e compiti amministrativi che lo tenevano lontano dal suo lavoro letterario.
Le Difficoltà di Integrazione con i Committenti
1. Il Problema delle Aspettative: I committenti e i potenti dell’epoca spesso vedevano gli artisti come strumenti per glorificare la propria casata o promuovere interessi politici. Ariosto, invece, era un uomo con una forte vocazione artistica, desideroso di dedicarsi completamente alla poesia. Le aspettative dei suoi mecenati, tuttavia, spesso contrastavano con i suoi interessi personali. Questo creò un’integrazione difficile, in cui il poeta doveva continuamente mediare tra le richieste dei potenti e il suo desiderio di autonomia creativa.
2. Le Precarietà Economiche: Nonostante il suo talento e la sua fama, Ariosto non visse mai in condizioni economiche agiate. I compensi che riceveva per i suoi incarichi erano modesti e spesso insufficienti per mantenere un tenore di vita dignitoso. Questo lo costrinse a dover accettare incarichi che non amava, pur di mantenere il favore dei suoi mecenati e assicurarsi un sostentamento.
3. La Necessità di Autonomia: Ariosto, a differenza di molti artisti dell’epoca, cercò costantemente di ottenere una maggiore autonomia dai suoi committenti. Questo si riflette nella sua scelta, ad esempio, di rifiutare l’offerta del cardinale d’Este di seguirlo in Ungheria come diplomatico, preferendo restare in Italia per lavorare alla sua poesia. Negli ultimi anni della sua vita, riuscì a ottenere una piccola proprietà a Ferrara, il “Monte Ariosto”, dove poté dedicarsi con più libertà alla scrittura.
Il Conflitto Interiore: Il Ruolo dell’Artista
1. Ironia e Disillusione: Ariosto esprime spesso, nelle sue opere, una sottile ironia nei confronti del potere e delle corti. Questa ironia è un riflesso della sua disillusione nei confronti del mecenatismo, che vedeva spesso come limitante e poco comprensivo nei confronti delle esigenze artistiche. Nei proemi dei canti dell’ “Orlando Furioso”, Ariosto spesso lamenta le difficoltà del suo rapporto con i potenti e il peso delle responsabilità che gli impedivano di dedicarsi alla poesia come avrebbe voluto.
2. L’Autonomia dell’Arte: Ariosto fu uno dei primi autori del Rinascimento a difendere l’autonomia dell’arte rispetto alla politica e alle richieste dei potenti. Questa posizione lo portò a sviluppare una visione dell’arte come espressione dell’individualità e della libertà creativa, piuttosto che come mero strumento di propaganda.
In conclusione, la vita di Ariosto fu caratterizzata da una continua tensione tra la necessità di adattarsi alle richieste dei potenti e il desiderio di esprimere la propria voce artistica in modo autonomo. Nonostante le difficoltà e le frustrazioni, riuscì a produrre un’opera monumentale come l’ “Orlando Furioso”, che testimonia la sua capacità di mantenere l’integrità artistica anche in un contesto di pressioni esterne.
Audio Lezioni su Ludovico Ariosto del prof. Gaudio