Il periodo ipotetico dipendente
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28 Dicembre 2019Il capitolo quinto della Vita Nuova di Dante Alighieri descrive un momento significativo nella vita del poeta: l’apparizione di una figura che lui chiama “la prima donna dello schermo”.
Questo episodio rappresenta un escamotage usato da Dante per nascondere il vero oggetto del suo amore, Beatrice, e per distogliere l’attenzione della gente e dei pettegolezzi.
Riassunto del capitolo:
Dante descrive come, dopo l’incontro con Beatrice e la sua conseguente innamoramento, si sia trovato spesso ad essere oggetto di sguardi curiosi e indiscrezioni. Per evitare che si scoprisse la vera identità della donna che amava, decide di fingere di essere innamorato di un’altra donna, a cui dà il titolo di “schermo” (cioè un “paravento” o “copertura”).
Questa donna dello schermo, quindi, diventa il bersaglio apparente dei suoi sguardi e dei suoi sospiri, in modo tale che la gente pensi che lei sia l’oggetto del suo amore. Così facendo, Dante riesce a mantenere segreta la sua vera passione per Beatrice. Tuttavia, questo stratagemma non dura molto, poiché Beatrice, accorgendosi della situazione, lo tratta con freddezza, accentuando ancora di più il tormento del poeta.
Il capitolo sottolinea il tema del conflitto tra amore e dovere sociale, e rappresenta una delle prime manifestazioni del concetto di “amore cortese” che permea tutta la “Vita Nuova”.
La donna dello schermo (Capitolo V)
Ecco il testo di Dante e la parafrasi del testo del capitolo V della Vita Nuova di Dante Alighieri:
Testo
Uno giorno avenne che questa gentilissima sedea in parte ove s’udiano parole de la regina de la gloria, ed io era in luogo dal quale vedea la mia beatitudine: e nel mezzo di lei e di me per la retta linea sedea una gentile donna di molto piacevole aspetto, la quale mi mirava spesse volte, maravigliandosi del mio sguardare, che parea che sopra lei terminasse. |
Parafrasi
Un giorno accadde che questa donna gentilissima (Beatrice) si trovava in un luogo dove si stavano ascoltando parole riguardanti la Vergine Maria, e io mi trovavo in un punto da cui potevo vedere la mia felicità (cioè Beatrice). Tra me e lei, lungo una linea diretta, sedeva una donna di nobile aspetto, molto piacevole, la quale spesso mi guardava, meravigliandosi del fatto che io continuassi a fissarla, come se il mio sguardo fosse rivolto a lei. |
Onde molti s’accorsero de lo suo mirare, ed in tanto vi fue posto mente, che, partendomi da questo luogo, mi sentio dicere appresso di me: «Vedi come cotale donna distrugge la persona di costui»; e nominandola, eo intesi che dicea di colei che mezzo era stata ne la linea retta che movea da la gentilissima Beatrice e terminava ne li occhi miei. | Molti si accorsero di questo suo guardarmi, e vi prestarono così tanta attenzione che, quando mi allontanai da quel luogo, sentii qualcuno dire vicino a me: «Guarda come quella donna distrugge quest’uomo», e la chiamavano per nome, e capii che parlavano di quella che si trovava tra Beatrice e me, lungo la linea retta che partiva da Beatrice e finiva nei miei occhi. |
Allora mi confortai molto, assicurandomi che lo mio secreto non era comunicato lo giorno altrui per mia vista. E mantenente pensai di fare di questa gentile donna schermo de la veritade; e tanto ne mostrai in poco di tempo, che lo mio secreto fue creduto sapere da le più persone che di me ragionavano. | Allora mi sentii sollevato, rassicurato dal fatto che il mio vero amore (per Beatrice) non era stato scoperto a causa del mio sguardo. Subito pensai di utilizzare questa nobile donna come un “paravento” per nascondere la verità, e in poco tempo feci in modo che la maggior parte delle persone che parlavano di me credesse che io fossi innamorato di lei. |
Con questa donna mi celai alquanti anni e mesi; e per più fare credente altrui, feci per lei certe cosette per rima, le quali non è mio intendimento di scrivere qui, se non in quanto facesse a trattare di quella gentilissima Beatrice; e però le lascerò tutte, salvo che alcuna cosa ne scriverò che pare che sia loda di lei. | Mi nascosi dietro questa donna per alcuni anni e mesi; e per convincere ancora di più gli altri, scrissi alcuni versi per lei. Tuttavia, non intendo riportarli qui, se non nella misura in cui parlino della gentilissima Beatrice; perciò, lascerò da parte tutti quei versi, tranne qualcuno che sembra contenere lodi per lei. |