Il periodo ipotetico dipendente
28 Dicembre 2019Due pastori amici traduzione musicale della prima ecloga di Virgilio di Luigi Gaud…
28 Dicembre 2019I versi 18-37 della prima ecloga di Virgilio presentano un dialogo tra i pastori Titiro e Melibeo, in cui Titiro racconta la sua esperienza di aver visitato Roma e ottenuto la libertà.
Questi versi rappresentano una riflessione sulle differenze tra la vita rurale e la grandezza della città, oltre a esplorare il tema della libertà.
1. Contrasto tra mondo rurale e urbano
Titiro inizia descrivendo la sua iniziale ingenuità, credendo che Roma fosse simile al villaggio in cui vive. Questo pensiero riflette la sua prospettiva limitata e la tendenza a paragonare ciò che conosce con l’ignoto. Quando scopre Roma, si rende conto della sproporzione tra la sua piccola comunità rurale e la grandezza della città. L’immagine dei “cipressi” che sovrastano i “viburni” (versi 24-25) enfatizza la maestosità di Roma rispetto al mondo agreste. Questo confronto non solo sottolinea la grandiosità della città, ma anche la piccolezza del mondo da cui Titiro proviene.
2. Tema della libertà
Titiro spiega che il motivo che lo ha spinto a recarsi a Roma è la ricerca della libertà, un bene che ha ottenuto solo in tarda età (“quando la mia barba, più bianca, cadeva sotto il rasoio”, versi 29-30). Qui, la libertà è descritta come un dono tardivo ma prezioso, che arriva “dopo lungo tempo”. Questo riflette una visione della libertà come qualcosa di raro e difficile da ottenere, soprattutto per coloro che, come Titiro, hanno trascorso gran parte della loro vita in una condizione di subordinazione.
3. Transizione dall’illusione alla realtà
Titiro confessa di aver vissuto sotto l’illusione di Galatea, un amore che lo teneva lontano dalle preoccupazioni materiali e dalla ricerca della libertà. È solo quando Amaryllis entra nella sua vita che la sua situazione cambia. Qui Virgilio utilizza il cambiamento di affetto per rappresentare una svolta nella vita di Titiro: il passaggio dall’illusione amorosa alla consapevolezza e alla libertà personale. La città ingrata (verso 34) rappresenta forse la società che sfrutta il lavoro del pastore senza ricompensarlo adeguatamente.
4. Critica implicita alla società urbana
Attraverso le parole di Titiro, Virgilio sembra criticare l’urbanizzazione e la perdita dei valori semplici della vita rurale. La libertà ottenuta a Roma, pur essendo un grande traguardo, è accompagnata da un senso di amarezza per le difficoltà sopportate durante la sua ricerca. La città è descritta come ingrata, in contrasto con la natura, che nonostante le difficoltà, offre una vita più semplice e genuina.
5. La tristezza di Amaryllis
Melibeo conclude i versi esprimendo il suo stupore per la tristezza di Amaryllis, che invocava gli dei mentre lasciava che i suoi frutti appassissero sugli alberi. Questo simbolismo può riflettere la desolazione e l’abbandono provati dalle persone care mentre Titiro era impegnato nella sua ricerca della libertà. Potrebbe anche rappresentare il senso di perdita e di cambiamento che accompagna la transizione dal mondo rurale a quello urbano.
6. Testo e traduzione
Tītyrus
Urbem quam dīcunt Rōmam, Meliboee, putāvī |
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Meliboeus
Et quae tanta fuit Rōmam tibi causa videndī? |
Melibeo
E quale così grande motivo ti ha spinto a vedere Roma? |
Tītyrus
Lībertās, quae sēra tamen respexit inertem, |
Titiro
La libertà, che finalmente ha guardato a me, anche se tardi, quando la mia barba, più bianca, cadeva sotto il rasoio; e tuttavia mi ha guardato e dopo lungo tempo è arrivata, dopo che Amaryllis mi ha conquistato e Galatea mi ha lasciato. Infatti – lo confesserò – mentre Galatea mi teneva, non c’era speranza di libertà né cura per i miei beni. Anche se molte vittime uscivano dai miei recinti e il formaggio grasso veniva spremuto per la città ingrata, mai la mia mano tornava a casa appesantita dal denaro. |
Meliboeus
Mirabar quid maesta deos, Amarylli, vocares, |
Melibeo
Mi chiedevo perché, Amaryllis, invocavi gli dei con tristezza, mentre lasciavi pendere i tuoi frutti sull’albero. |
7. Conclusione
I versi esprimono una tensione tra il desiderio di libertà e la nostalgia per la vita semplice e genuina della campagna. Virgilio, attraverso Titiro, esplora la complessità del progresso e del cambiamento, sottolineando che ogni guadagno, come la libertà, può comportare delle perdite. La prima ecloga, in generale, è un’opera che riflette sul cambiamento sociale e politico dell’epoca, con un profondo attaccamento alla vita rurale e una critica sottile ai disordini e alle ingiustizie del mondo urbano.