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28 Dicembre 2019Nel secondo libro dell’Eneide di Virgilio, il poeta narra la drammatica caduta di Troia attraverso le parole di Enea, che racconta i tragici eventi alla corte di Didone.
I versi 1-56 descrivono l’inizio di questa narrazione, dove Enea parla della situazione dei Troiani dopo dieci anni di assedio e della costruzione del famoso cavallo di legno, che segnerà la fine della loro città.
Analisi e commento
Introduzione e contesto
Il secondo libro dell’Eneide si apre con il silenzio e l’attenzione degli ascoltatori di Enea (“Conticuere omnes intentique ora tenebant”). Enea, rispondendo alla richiesta di Didone, inizia a raccontare il “dolore indicibile” (“Infandum dolorem”) della caduta di Troia.
La costruzione del cavallo di legno
Enea descrive come, dopo dieci anni di guerra, i Greci costruiscono un gigantesco cavallo di legno, grazie all’arte divina di Pallade Atena (“instar montis equum divina Palladis arte / aedificant”). Fingendo di offrirlo come voto per un sicuro ritorno in patria, i Greci lo riempiono di soldati scelti e abbandonano la loro posizione, nascondendosi dietro l’isola di Tenedo.
Reazioni dei Troiani
I Troiani, vedendo il campo nemico abbandonato, credono che i Greci siano finalmente partiti e si avventurano fuori dalle mura per esplorare il campo e il cavallo lasciato indietro. Alcuni Troiani, tra cui Thymoetes, suggeriscono di portare il cavallo dentro le mura della città. Altri, come Capys, sospettano un inganno e consigliano di distruggerlo o almeno di ispezionarlo.
Il popolo diviso
La folla troiana è divisa tra queste due opinioni opposte, mostrando il loro dilemma e l’incertezza riguardo al vero scopo del cavallo. Questa divisione anticipa la tragica fine che attende Troia, poiché l’inganno greco e la disunione dei Troiani porteranno alla distruzione della città.
Significato e temi
- Inganno e destino: Il cavallo di legno simboleggia l’inganno greco e la fatalità del destino troiano. La narrazione di Enea mette in luce la tragica inevitabilità degli eventi, poiché il destino di Troia è già segnato.
- Dolore e memoria: Enea è riluttante a raccontare questi eventi dolorosi, ma lo fa per onorare la richiesta di Didone e per rendere giustizia alla memoria della sua città caduta.
- Unità e divisione: La divisione dei Troiani sulle decisioni da prendere riguardo al cavallo mostra la mancanza di unità che contribuisce alla loro caduta. Questo riflette un tema più ampio nella letteratura epica, dove la discordia interna spesso porta alla rovina.
Conclusione
I versi 1-56 del secondo libro dell’Eneide di Virgilio offrono una potente introduzione alla tragedia della caduta di Troia. Attraverso la descrizione del cavallo di legno e delle reazioni dei Troiani, Virgilio prepara il lettore alla narrazione dei tragici eventi che seguiranno, evidenziando i temi dell’inganno, del destino, del dolore e della divisione interna.
Testo originale e traduzione dei primi 56 versi del Libro secondo dell’Eneide
Testo latino di Virgilio
Conticuere omnes intentique ora tenebant; |
Traduzione in Italiano Tutti tacquero e tenevano i volti attentamente rivolti verso di lui; allora il padre Enea, dal suo alto giaciglio, così cominciò: “Regina, tu mi ordini di rinnovare un dolore indicibile, di come i Greci abbiano distrutto le ricchezze troiane e il regno doloroso; e le cose più misere che ho visto di persona e di cui fui grande parte. Chi, raccontando tali cose, potrebbe trattenere le lacrime, anche se fosse un soldato dei Mirmidoni o dei Dolopi o un guerriero di Ulisse duro di cuore? E già la notte umida precipita dal cielo e le stelle cadenti consigliano il sonno. Ma se c’è tanto desiderio di conoscere le nostre sventure e di ascoltare brevemente l’ultimo travaglio di Troia, sebbene la mia anima rabbrividisca al ricordo e fugga dal dolore, inizierò. I capi dei Greci, spezzati dalla guerra e respinti dai fati, dopo tanti anni ormai trascorsi, costruiscono un cavallo simile a un monte con l’arte divina di Pallade e intrecciano le sue costole con tavole di abete segate; simulano che sia un voto per il ritorno; così si diffonde la voce. Qui, furtivamente, nascondono nei fianchi ciechi i corpi scelti degli uomini sorteggiati, e riempiono le immense caverne del ventre con armati soldati. C’è in vista Tenedo, isola molto famosa, ricca di risorse mentre regnavano le fortune di Priamo, ora solo una baia e un ancoraggio inaffidabile per le navi: qui si nascondono, portandosi sulla riva deserta. Noi pensavamo che fossero partiti e che avessero cercato Micene col vento: perciò tutta Troia si libera da un lungo lutto. Si aprono le porte, si gioisce di andare nei campi greci e di vedere i luoghi deserti e la spiaggia abbandonata: qui si accampava il gruppo dei Dolopi, qui si accampava il feroce Achille; qui era il posto per le navi, qui erano soliti combattere in schiera. Una parte stupisce al dono mortale della vergine Minerva e ammira la mole del cavallo; per primo, Timete esorta a portarlo dentro le mura e a collocarlo sulla rocca, sia per inganno, sia perché ormai così portava il destino di Troia. Ma Capis, e quelli la cui mente ha un’opinione migliore, ordinano di gettare nel mare le insidie dei Greci e i doni sospetti, di bruciarli con le fiamme sotto, o di perforare le cavità del ventre e di sondare i nascondigli. Il popolo incerto si divide in opposti pareri. |