Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto,
che furo al tempo che passaro i Mori
d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,
seguendo l’ire e i giovenil furori
d’Agramante lor re, che si die’ vanto
di vendicar la morte di Troiano
sopra re Carlo imperator romano.
Dirò d’Orlando in un medesmo tratto
cosa non detta in prosa mai né in rima:
che per amor venne in furore e matto,
d’uom che sì saggio era stimato prima;
se da colei che tal quasi m’ha fatto,
che ‘l poco ingegno ad or ad or mi lima,
me ne sarà però tanto concesso,
che mi basti a finir quanto ho promesso.
Analisi del Proemio
- Tema e soggetti:
- Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori: Ariosto elenca i principali temi del poema, che includono l’amore, la cavalleria, le armi e le avventure cavalleresche.
- Cortesie, audaci imprese: Viene sottolineata la dimensione cortese e valorosa dei personaggi e delle loro azioni.
- Contesto storico:
- Tempo che passaro i Mori d’Africa il mare: L’ambientazione è il periodo delle invasioni saracene in Francia, guidate dal re Agramante.
- Personaggi principali:
- Orlando: L’eroe del poema, descritto come un cavaliere saggio che perde la ragione a causa dell’amore.
- Agramante: Re saraceno, principale antagonista, desideroso di vendetta.
- Tono e stile:
- Il proemio ha un tono solenne e maestoso, tipico dell’epica.
- Ariosto utilizza un linguaggio raffinato e un endecasillabo fluente che stabilisce un ritmo epico e coinvolgente.
- Tema della pazzia:
- Orlando che per amor venne in furore e matto: L’idea centrale è la trasformazione di Orlando da cavaliere saggio a pazzo per amore, un tema che introduce il conflitto interiore dell’eroe.
- Autoriflessività:
- Ariosto fa riferimento a sé stesso e alla sua musa ispiratrice, riconoscendo i suoi limiti ma sperando di avere abbastanza ingegno per portare a termine il suo poema.
Il proemio, quindi, serve non solo come introduzione, ma anche come manifesto programmatico dell’opera, offrendo al lettore una panoramica delle tematiche principali e del tono epico e insieme ironico che caratterizzerà l’intero poema.
Dedica alla famiglia d’Este
La dedica alla famiglia d’Este, che si trova nella terza e quarta ottava dell’“Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto, esprime gratitudine e lode ai suoi mecenati.
Ecco la terza e la quarta ottava:
Terza Ottava
Se ‘l premio è tal, che si convien ch’io speri,
de le fatiche mie frutto sì buono,
com’io veggio per prova, cavallieri,
che dei vostri lavori il frutto sono;
i più riposti e più oscuri pensieri,
ovunque io volga, io sento aprirsi un dono:
so ben che per voi soli fra gli altri spero
ch’ogni mio ben finisce in lieto impero.
Quarta Ottava
Voi non torcete già da la retta via,
per invidia o per odio, il chiaro ingegno:
non fate mai d’altrui, come si fia,
perder quel bene a cui natura è degno.
Io son fra quei, ch’avete per orti rari,
fatti su dolci margini di Arno, un segno:
ove la pianta mia, ch’è così frale,
di meco nutri il frutto, e ‘l fior non cale.
Analisi delle Ottave
- Terza Ottava:
- Premio e speranza: Ariosto esprime l’aspettativa di ricevere una ricompensa adeguata per le sue fatiche, grazie al sostegno dei suoi mecenati.
- Lode ai cavallieri d’Este: Sottolinea come i cavalieri della casa d’Este siano il frutto del loro impegno e dedizione.
- Riconoscimento del valore dei d’Este: Il poeta riconosce che, grazie alla famiglia d’Este, egli può sperare in un destino felice e in un impero prospero.
- Quarta Ottava:
- Riconoscimento dell’integrità degli Este: Ariosto elogia la famiglia d’Este per non deviare dalla retta via a causa di invidia o odio, e per valorizzare il talento.
- Gratitudine personale: Ariosto esprime la sua gratitudine per essere stato accolto e sostenuto dalla famiglia d’Este, facendo riferimento al loro patronato come a un giardino dove la sua pianta fragile può crescere e dare frutto.
Contesto e Importanza
La dedica alla famiglia d’Este è un importante tributo ai mecenati dell’Ariosto, senza il cui supporto l’opera non avrebbe probabilmente visto la luce. Le ottave esprimono una profonda gratitudine e lode per la famiglia, evidenziando la loro integrità, generosità e il loro ruolo nel promuovere e proteggere le arti e la letteratura. Questi versi sono una testimonianza della stretta relazione tra l’artista e i suoi benefattori, un tema ricorrente nella letteratura rinascimentale.