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28 Dicembre 2019Testo del sonetto
“Io voglio del ver la mia donna laudare” «Io voglio del ver la mia donna laudare Verde river’ a lei rasembro e l’âre Passa per via adorna, e sì gentile e no-lle pò apressare om che sia vile; |
Parafrasi “Io voglio del ver la mia donna laudare” Desidero veramente lodare la mia donna in modo veritiero, e paragonarla alla rosa e al giglio: lei brilla e appare più luminosa della stella del mattino, e tutto ciò che è bello in cielo le assomiglio.La paragono al verde del fiume e all’aria, a tutti i colori dei fiori, gialli e rossi, all’oro, all’azzurro e ai ricchi gioielli da donare: persino Amore stesso diventa più raffinato grazie a lei. Quando passa per strada, adornata e così gentile, abbatte l’orgoglio di chi riceve il suo saluto, e fa diventare credente chi non ha fede. Nessun uomo vile può avvicinarsi a lei; inoltre, vi dico che ha un’altra grande virtù: nessun uomo può pensare male finché la vede. |
Analisi e Commento
“Io voglio del ver la mia donna laudare” è un sonetto di Guido Guinizzelli, esponente del Dolce Stil Novo, un movimento letterario del XIII secolo che esalta l’amore spirituale e idealizzato.
Struttura e Metri
Il sonetto è composto da quattordici versi endecasillabi divisi in due quartine e due terzine con rime ABAB, ABAB, CDC, DCD.
Temi e Contenuti
Il poeta esprime il desiderio di lodare la sua donna con sincerità e di paragonarla a elementi naturali e celesti, simboli di purezza e bellezza. La donna amata è descritta come una figura quasi divina, la cui presenza eleva e purifica chi la osserva.
- Prima quartina: Guinizzelli paragona la sua donna ai fiori (rosa e giglio), e alla stella del mattino (stella diana), sottolineando la sua straordinaria bellezza.
- Seconda quartina: Si serve di ulteriori metafore naturali e preziose (fiume verde, aria, colori dei fiori, oro, azzurro, gioielli) per esaltare la purezza e la luminosità della donna. Qui emerge anche la figura di Amore che diventa più raffinato grazie a lei.
- Prima terzina: La donna, passando per strada, è così gentile e adornata che umilia l’orgoglio di chi riceve il suo saluto e converte alla fede chiunque la osservi.
- Seconda terzina: La nobiltà della donna è tale che nessun uomo vile può avvicinarsi a lei, e la sua presenza impedisce a chiunque di avere pensieri malvagi.
Stile
Il linguaggio di Guinizzelli è ricco di metafore e immagini simboliche. La donna è idealizzata, quasi angelicata, rappresentando un ideale di perfezione spirituale e morale. L’uso di termini come “verde river'” e “l’âre” (aria) richiamano un legame profondo con la natura, mentre i colori e i gioielli simboleggiano la ricchezza interiore e la bellezza esteriore.
Commento
Guinizzelli, con questo sonetto, esemplifica perfettamente i temi e lo stile del Dolce Stil Novo. La donna amata non è solo un oggetto di bellezza, ma un mezzo di elevazione spirituale. La sua presenza è purificatrice e illuminante, capace di trasformare e migliorare chiunque la osservi. La poesia celebra un amore che va oltre il desiderio terreno, elevandosi a un piano spirituale e quasi religioso.
Questa idealizzazione della donna e dell’amore influenzerà profondamente la poesia successiva, in particolare quella di Dante e Petrarca. Guinizzelli, quindi, si pone come un precursore di un nuovo modo di intendere e vivere l’amore, non più solo come passione carnale, ma come forza elevatrice e purificatrice dell’animo umano.
Audio Lezioni di Letteratura delle origini, duecento e trecento del prof. Gaudio
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