Ariosto tra realtà e invenzione poetica
28 Dicembre 2019La politica interna e le riforme di Cesare
28 Dicembre 2019
Il capitolo 54 della “Congiura di Catilina” di Sallustio offre un’interessante comparazione tra Giulio Cesare e Marco Porcio Catone (il Giovane), figure di spicco della tarda Repubblica Romana.
Questo passaggio ci consente di esplorare le differenze nelle qualità e negli approcci dei due uomini, evidenziando il loro impatto sulla società e sulla politica romana.
Analisi
Confronto e Contrapposizioni
Sallustio introduce il capitolo osservando che Cesare e Catone erano simili per stirpe, età ed eloquenza. Entrambi possedevano una grandezza d’animo e una gloria comparabile, ma le loro virtù e approcci alla vita pubblica e privata divergevano notevolmente.
1. Giulio Cesare:
– Generosità e Munificenza: Cesare viene descritto come un uomo generoso e misericordioso. La sua grandezza si manifesta attraverso i benefici che dispensa e la sua capacità di perdonare.
– Mansuetudine e Misericordia: Queste caratteristiche lo rendono amato e rispettato, soprattutto tra coloro che necessitano di aiuto.
– Vigilanza e Ambizione: Cesare è sempre attivo, lavorando incessantemente e assistendo i suoi amici. Mira a un vasto impero e nuove guerre, aspirando a una gloria militare che faccia risplendere la sua virtù.
2. Marco Porcio Catone (il Giovane):
– Integrità e Severità: Catone è lodato per la sua integrità e la rigida disciplina morale. La sua severità gli conferisce dignità e rispetto.
– Costanza e Astensione: È costante nelle sue azioni e sceglie di non partecipare alla distribuzione di benefici. La sua gloria deriva dalla sua sobrietà e dal rifiuto di concedere favori.
– Modestia e Decoro: Catone pratica la modestia e la decenza, non cercando mai la gloria, ma ottenendola proprio per questo motivo. Non compete in ricchezze o fazioni, ma nella virtù, nel pudore e nell’astinenza.
Commento
Il confronto tra Cesare e Catone mette in evidenza due modelli contrastanti di comportamento e leadership nella Roma repubblicana:
– Cesare rappresenta generosità e misericordia, cercando di guadagnare il favore del popolo e dei suoi amici attraverso atti di benevolenza. La sua ambizione lo spinge a cercare opportunità per dimostrare la sua grandezza, aspirando a un potere imperiale e a nuove conquiste. Questo riflette il suo desiderio di lasciare un segno duraturo nella storia attraverso azioni spettacolari e generose.
– Catone incarna rigidità morale e austerità, guadagnando rispetto tramite la sua incorruttibilità e aderenza a principi morali inflessibili. La sua gloria è una conseguenza non ricercata della sua vita virtuosa e austera. Rappresenta l’ideale stoico dell’essere piuttosto che apparire, mantenendo una costanza morale che non dipende dall’approvazione degli altri.
Riflessione
Il capitolo solleva anche un tema ricorrente nella storiografia romana: quale tipo di leadership sia più efficace e desiderabile. La generosità e la misericordia di Cesare possono essere viste come un modo per ottenere supporto e creare un clima di lealtà e affetto. D’altra parte, la severità e l’integrità di Catone rappresentano una guida morale e un esempio di comportamento etico.
Sallustio, attraverso questo confronto, non solo descrive le caratteristiche di due figure storiche, ma solleva interrogativi sulla natura della virtù, sulla leadership e sull’impatto delle azioni individuali sulla società. La narrazione invita a riflettere su quali qualità dovrebbero essere valorizzate in un leader e su come queste qualità influenzano il destino di una nazione.
Testo in latino
Igitur iis genus aetas eloquentia prope aequalia fuere, magnitudo animi par, item gloria, sed alia alii. Caesar beneficiis ac munificentia magnus habebatur, integritate vitae Cato. Ille mansuetudine et misericordia clarus factus, huic severitas dignitatem addiderat. Caesar dando sublevando ignoscendo, Cato nihil largiendo gloriam adeptus est. In altero miseris perfugium erat, in altero malis pernicies. Illius facilitas, huius constantia laudabatur.
Traduzione in italiano
Capitolo 54 della “Congiura di Catilina” di Sallustio:
Dunque, per stirpe, età ed eloquenza, erano quasi pari, pari era la grandezza dell’animo, parimenti la gloria, ma diversa l’una dall’altra. Cesare era considerato grande per i benefici e la munificenza, Catone per l’integrità della vita. L’uno si era fatto noto per la mansuetudine e la misericordia, l’altro la severità aveva aggiunto dignità. Cesare otteneva la gloria dando, aiutando e perdonando, Catone non facendo alcuna concessione. Nell’uno c’era rifugio per i miseri, nell’altro rovina per i malvagi. Di quello si lodava la facilità, di questo la costanza.
In ultimo, Cesare aveva deciso di lavorare, vigilare; intento negli affari degli amici, trascurava i propri, non negava nulla che fosse degno di essere donato; desiderava per sé un grande impero, un esercito, una nuova guerra, dove la sua virtù potesse brillare. Ma per Catone c’era passione per la modestia, la decenza, ma soprattutto per la severità; non gareggiava in ricchezze con il ricco né in fazione con il fazioso, ma con il valoroso in virtù, con il modesto in pudore, con l’innocente in astinenza; preferiva essere buono piuttosto che sembrare tale: così, quanto meno cercava la gloria, tanto più la raggiungeva.
Audio Lezioni su Sallustio del prof. Gaudio