Il testo evoca l’immagine di Samarcanda, una città leggendaria situata lungo la Via della Seta, che rappresenta un luogo lontano e inaccessibile. Questa città diventa una metafora dei sogni e delle ambizioni che spingono l’uomo a cercare qualcosa di oltre i confini conosciuti.
La canzone affronta temi universali come il desiderio di libertà, l’ambizione di realizzare i propri sogni e il confronto con le delusioni e i limiti della vita reale. Vecchioni canta della ricerca di un luogo ideale, di una dimensione che possa soddisfare i desideri più profondi dell’uomo.
La frase “Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole” rappresenta uno dei versi più celebri della canzone e sintetizza il senso di solitudine e di vulnerabilità umana di fronte alla vastità del mondo.
In definitiva, “Samarcanda” può essere interpretata come una canzone che esplora il desiderio umano di ricerca di significato e di realizzazione personale, attraverso l’immagine di una città mitica che rappresenta l’ideale irraggiungibile verso cui l’uomo tende, pur consapevole delle difficoltà e delle incertezze del viaggio.
Ridere, ridere, ridere ancora
Ora la guerra paura non fa
Bruciano nel fuoco le divise la sera
Brucia nella gola vino a sazietà
Musica di tamburelli fino all’aurora
Il soldato che tutta la notte ballò
Vide tra la folla quella nera signora
Vide che cercava lui e si spaventò
Salvami, salvami, grande sovrano
Fammi fuggire, fuggire di qua
Alla parata lei mi stava vicino
E mi guardava con malignità
Dategli, dategli un animale
Figlio del lampo, degno di un re
Presto, più presto perché possa scappare
Dategli la bestia più veloce che c’è
Corri cavallo, corri ti prego
Fino a Samarcanda io ti guiderò
Non ti fermare, vola ti prego
Corri come il vento che mi salverò
Oh, oh, cavallo, oh, oh cavallo, oh, oh, cavallo, oh, oh, cavallo, oh, oh
Fiumi poi campi, poi l’alba era viola
Bianche le torri che infine toccò
Ma c’era sulla porta quella nera signora
Stanco di fuggire la sua testa chinò
Eri fra la gente nella capitale
So che mi guardavi con malignità
Son scappato in mezzo ai grilli e alle cicale
Son scappato via ma ti ritrovo qua
Sbagli, t’inganni, ti sbagli soldato
Io non ti guardavo con malignità
Era solamente uno sguardo stupito
Cosa ci facevi l’altro ieri là?
T’aspettavo qui per oggi a Samarcanda
Eri lontanissimo due giorni fa
Ho temuto che per ascoltar la banda
Non facessi in tempo ad arrivare qua
Non è poi così lontana Samarcanda
Corri cavallo, corri di là
Ho cantato insieme a te tutta la notte
Corri come il vento che ci arriverà
Oh, oh, cavallo, oh, oh cavallo, oh, oh, cavallo, oh, oh, cavallo, oh, oh