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“Canzone della bambina portoghese” è una delle canzoni più celebri di Francesco Guccini, inclusa nell’album “Radici” pubblicato nel 1972. La canzone racconta la storia di una bambina portoghese che, sola e sperduta, si avvia verso il mare, dove si ferma al limite delmistero della verità, senza trovarla.

Il testo della canzone è ricco di immagini poetiche.

In particolare, la bambina che si avvicina al mare rappresenta un momento di contemplazione e di introspezione.

Il mare, con la sua vastità e la sua bellezza ma anche con la sua imprevedibilità e la sua potenza, assume un significato simbolico importante nella canzone. Per la bambina portoghese, il mare può rappresentare la speranza di trovare una via di fuga dalla sua vita difficile, ma anche una fonte di comfort e di tranquillità.

Il momento in cui la bambina si avvicina al mare è descritto con un tono di meraviglia e di incanto, come se fosse un momento di magia e di rinnovamento. Il mare diventa uno specchio della sua anima, un luogo in cui può riflettere sulle sue speranze, i suoi desideri e le sue paure.

Nel contesto della canzone, la scena della bambina che va al mare potrebbe essere interpretata come un momento di riflessione sulla natura umana e sul desiderio universale di trovare un senso di pace e di libertà, anche nelle circostanze più difficili.

Testo della canzone:

E poi, e poi, gente viene qui e ti diceDi saper già ogni legge delle coseE tutti, sai, vantano un orgoglio ciecoDi verità fatte di formule vuote

E tutti, sai, ti san dire come fareQuali leggi rispettare, quali regole osservareQual è il vero veroE poi, e poi, tutti chiusi in tante celleFanno a chi parla più fortePer non dir che stelle e morte fan paura

Al caldo del sole, al mare scendeva la bambina portogheseNon c’eran parole, rumori soltanto come voci sorpreseIl mare soltanto e il suo primo bikini amarantoLe cose più belle e la gioia del caldo alla pelle

Gli amici vicino sembravan sommersi dalla voce del mareO sogni o visioni, qualcosa la prese e si mise a pensareSentì che era un punto al limite di un continenteSentì che era un niente l’Atlantico immenso di fronte

E in questo sentiva qualcosa di grandeChe non riusciva a capire, che non poteva intuireChe avrebbe spiegato se avesse capito lei, e l’oceano infinitoMa il caldo l’avvolse, si sentì svanire e si mise a dormireE fu solo nel sole, come di mani futureRestaron soltanto il mare e un bikini amaranto

E poi, e poi, se ti scopri a ricordareTi accorgerai che non te ne importa nienteE capirai che una sera o una stagioneSon come lampi, luci accese e dopo spente

E capirai che la vera ambiguitàÈ la vita che viviamo, il qualcosa che chiamiamo esser uominiE poi, e poi, che quel vizio che ci uccideràNon sarà fumare o bere, ma il qualcosa che ti porti dentroCioè vivere, vivere e poi, e poi vivereE poi, e poi vivere