Stile, personaggi e ambiente dell’ Odissea
28 Dicembre 2019Amai di Umberto Saba
28 Dicembre 2019Letteratura medievale in musica lezione-spettacolo in classe terza liceo del prof. Luigi Gaudio e Federico Oliverio
- Ma viele Gauthier de Coiney (trovatore del XIII secolo)
- Altissima luce
(testo anonimo dal Laudario di Cortona XIII sec.)
- Il cantico delle creature Francesco d’Assisi (Angelo Branduardi in “L’infinitamente piccolo” – 2000)
- Fratello sole e sorella luna
Dolce è sentire (musica di Riz Ortolani)
Dolce è sentire come nel mio cuore ora umilmente sta nascendo amore;
dolce è capire che non son più solo ma che son parte di un’immensa vita
che generosa risplende intorno a me:
dono di Lui del suo immenso amore.
Ci ha dato il cielo, e le chiare stelle, fratello sole e sorella luna,
la madre terra, con frutti, prati e fiori, il fuoco, il vento, l’aria e l’acqua pura
Fonte di vita per le sue creature: dono di Lui, del suo immenso amore, dono di Lui, del suo immenso amore.
Sia laudato nostro Signore, che ha creato l’universo intero
Sia laudato nostro Signore, noi tutti siamo sue creature:
dono di lui, del suo immenso amore. Beato chi lo serve in umiltà.
- S’i’ fosse foco Cecco Angiolieri (musica di Fabrizio De Andrè)
S’i’ fosse foco, ardereï ‘l mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil’ en profondo;
s’i’ fosse papa, sere’ allor giocondo, 5
ché tutti cristïani imbrigherei
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
A tutti mozzarei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, non starei con lui: 10
similemente faria da mi’ madre,
S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
e vecchie e laide lasserei altrui.
- Smarrimento Inferno I (musica di Luigi Gaudio)
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita. 3
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura! 6
Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto, 12 […]
guardai in alto e vidi le sue spalle 16
vestite già de’ raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne calle. 18 […]
Ed ecco, quasi al cominciar de l’erta,
una lonza leggera e presta molto,
che di pel macolato era coverta; 33
e non mi si partia dinanzi al volto,
anzi ’mpediva tanto il mio cammino,
ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto. 36
Temp’era dal principio del mattino, 37 […]
sì ch’a bene sperar m’era cagione 41
l’ora del tempo e la dolce stagione 42 […]
- Francesca Inferno V (musica di Luigi Gaudio)
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove ’l Po discende
per aver pace co’ seguaci sui. 99
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona 101
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte, 104
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense”.
Queste parole da lor ci fuor porte. 108
[…]
- Ulisse Inferno XXVI (musica di Luigi Gaudio)
[…] “Quando 90
mi diparti’ da Circe, che sottrasse
me più d’un anno là presso a Gaeta,
prima che sì Enëa la nomasse, 93
né dolcezza di figlio, né la pieta
del vecchio padre, né ’l debito amore
lo qual dovea Penelopè far lieta, 96
vincer potero dentro a me l’ardore
ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto
e de li vizi umani e del valore; 99
ma misi me per l’alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto. 102
[…]
- Ugolino Inferno XXXIII (musica di Luigi Gaudio)
Quando fui desto innanzi la dimane,
pianger senti’ fra ’l sonno i miei figliuoli
ch’eran con meco, e dimandar del pane. 39
Ben se’ crudel, se tu già non ti duoli
pensando ciò che ’l mio cor s’annunziava;
e se non piangi, di che pianger suoli? 42
Già eran desti, e l’ora s’appressava
che ’l cibo ne solëa essere addotto,
e per suo sogno ciascun dubitava; 45
e io senti’ chiavar l’uscio di sotto
a l’orribile torre; ond’io guardai
nel viso a’ mie’ figliuoi sanza far motto. 48
Io non piangëa, sì dentro impetrai:
piangevan elli; e Anselmuccio mio
disse: “Tu guardi sì, padre! che hai?”. 51
Perciò non lagrimai né rispuos’io
tutto quel giorno né la notte appresso,
infin che l’altro sol nel mondo uscìo. 54
- Casella Purgatorio II (musica di Luigi Gaudio)
E io: “Se nuova legge non ti toglie
memoria o uso a l’amoroso canto
che mi solea quetar tutte mie doglie, 108
di ciò ti piaccia consolare alquanto
l’anima mia, che, con la sua persona
venendo qui, è affannata tanto!”. 111
’Amor che ne la mente mi ragiona’
cominciò elli allor sì dolcemente,
che la dolcezza ancor dentro mi suona. 114
Lo mio maestro e io e quella gente
ch’eran con lui parevan sì contenti,
come a nessun toccasse altro la mente.117
Noi eravam tutti fissi e attenti
a le sue note; ed ecco il veglio onesto
gridando: “Che è ciò, spiriti lenti? 120
- Manfredi Purgatorio III (musica di Luigi Gaudio)
E un di loro incominciò: “Chiunque
tu se’, così andando, volgi ’l viso:
pon mente se di là mi vedesti unque”. 105
Io mi volsi ver’ lui e guardail fiso:
biondo era e bello e di gentile aspetto,
ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso. 108
Quand’io mi fui umilmente disdetto
d’averlo visto mai, el disse: “Or vedi”; 110
e mostrommi una piaga a sommo ’l petto.
Poi sorridendo disse: Io son Manfredi,
nipote di Costanza Imperadrice;
ond’io ti prego che, quando tu riedi, 114
Vadi a mia bella figlia, genitrice
dell’onor di Cicilia e d’Aragona,
e dichi a lei il ver, s’altro si dice. 117
- Ahi serva Italia Purgatorio VI (musica di Luigi Gaudio)
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello! 78
Quell’anima gentil fu così presta,
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa; 81
e ora in te non stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l’un l’altro si rode
di quei ch’un muro e una fossa serra. 84
Cerca, misera, intorno da le prode
le tue marine, e poi ti guarda in seno,
s’alcuna parte in te di pace gode. 87 […]
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,
Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura:
color già tristi, e questi con sospetti! 108
Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura
d’i tuoi gentili, e cura lor magagne;
e vedrai Santafior com’è oscura! 111
- Libero arbitrio Purgatorio XVI (musica di Luigi Gaudio)
Voi che vivete ogne cagion recate
pur suso al cielo, pur come se tutto
movesse seco di necessitate. 69
Se così fosse, in voi fora distrutto
libero arbitrio, e non fora giustizia
per ben letizia, e per male aver lutto. 72
Lo cielo i vostri movimenti inizia;
non dico tutti, ma, posto ch’i’ ’l dica,
lume v’è dato a bene e a malizia, 75
e libero voler; che, se fatica
ne le prime battaglie col ciel dura,
poi vince tutto, se ben si notrica. 78
A maggior forza e a miglior natura
liberi soggiacete; e quella cria
la mente in voi, che ’l ciel non ha in sua cura.
Però, se ’l mondo presente disvia,
in voi è la cagione, in voi si cheggia;
e io te ne sarò or vera spia. 84
- Beatrice Purgatorio XXX (musica di Luigi Gaudio)
Così dentro una nuvola di fiori
che da le mani angeliche saliva
e ricadeva in giù dentro e di fori, 30
sovra candido vel cinta d’uliva
donna m’apparve, sotto verde manto
vestita di color di fiamma viva. 33
E lo spirito mio, che già cotanto
tempo era stato ch’a la sua presenza
non era di stupor, tremando, affranto,
sanza de li occhi aver più conoscenza,
per occulta virtù che da lei mosse,
d’antico amor sentì la gran potenza. 39
- Piccarda Paradiso III (musica di Luigi Gaudio)
I’ fui nel mondo vergine sorella;
e se la mente tua ben sé riguarda,
non mi ti celerà l’esser più bella, 48
ma riconoscerai ch’i’ son Piccarda,
che, posta qui con questi altri beati,
beata sono in la spera più tarda. 51
Li nostri affetti, che solo infiammati
son nel piacer de lo Spirito Santo,
letizian del suo ordine formati. 54
E questa sorte che par giù cotanto,
però n’è data, perché fuor negletti
li nostri voti, e vòti in alcun canto”. 57 […]
La la la la la la
“Frate, la nostra volontà quïeta
virtù di carità, che fa volerne
sol quel ch’avemo, e d’altro non ci asseta.72
- Francesco di Angelo Branduardi
Titolo orig. Divina Commedia Paradiso XI
CD “L’infinitamente piccolo” 2000
Intra Tupino e l’acqua che discende
del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d’alto monte pende 45
onde Perugia sente freddo e caldo
da Porta Sole; e di rietro le piange
per grave giogo Nocera con Gualdo. 48
Di questa costa, là dov’ ella frange
più sua rattezza, nacque al mondo un sole,
come fa questo talvolta di Gange. 51 […]
Ma perch’ io non proceda troppo chiuso,
Francesco e Povertà per questi amanti
prendi oramai nel mio parlar diffuso. 75
La lor concordia e i lor lieti sembianti,
amore e maraviglia e dolce sguardo
facieno esser cagion di pensier santi; 78
tanto che ’l venerabile Bernardo
si scalzò prima, e dietro a tanta pace
corse e, correndo, li parve esser tardo.81
Né li gravò viltà di cuor le ciglia
per esser fi’ di Pietro Bernardone,
né per parer dispetto a maraviglia;90
- Esilio Paradiso XVII
Tu lascerai ogne cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l’arco de lo essilio pria saetta. 57
Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale 60
E quel che più ti graverà le spalle,
sarà la compagnia malvagia e scempia
con la qual tu cadrai in questa valle; 63
che tutta ingrata, tutta matta ed empia
si farà contr’ a te; ma, poco appresso,
ella, non tu, n’avrà rossa la tempia. 66
Di sua bestialitate il suo processo
farà la prova; sì ch’a te fia bello
averti fatta parte per te stesso. 69 […]
- Vergine Madre – di Luisa Vassallo Paradiso XXXIII
Oh oh oh oh oh Oh oh oh oh oh
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio, 3
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura. 6
Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore. 9
Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ’ mortali,
se’ di speranza fontana vivace. 12
- Umana cosa di David Riondino dal Proemio del Decameron, sigla della trasmissione radiofonica andata in onda su RAI3 nel 2013, a 700 anni dalla nascita di Boccaccio
Umana cosa è avere compassione
di chi soffrì in amore,
io per soverchio foco nella mente
ne ebbi a patire.
E adesso che cessata è la mia pena,
per non parere ingrato,
io mi propongo di riconfortare
l’innamorato
Audio Lezioni di Letteratura delle origini, duecento e trecento del prof. Gaudio
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