8° volume del Convegno Istituzionale multimediale dell’Università di Tries…
4 Febbraio 2022Calendario dello spettacolo Teatrale È BELLO VIVERE LIBERI ! A Milano, Trento e …
4 Febbraio 2022Dal Corriere della Sera
Articolo di Federico Fumagalli
«È bello vivere liberi!», tutto esaurito di ragazzi al Teatro Sociale, nel centro storico di Bergamo
Per la matinée di «È bello vivere liberi!» (appuntamento unico, che segue la rappresentazione della sera prima), in Piazza Vecchia c’è un fiume di ragazzi delle scuole superiori. Campione rappresentativo di quanto gli italiani portino, non portino o indossino male la mascherina. La percentuale dei ligi è di gran lunga superiore. E all’interno del magnifico Teatro Sociale, nessuno trasgredisce. Chi è riuscito a scongiurare la Dad, sembra essersi dato appuntamento qui. Motivo di soddisfazione, anche per Maria Grazia Panigada. La direttrice artistica della Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti, prima che le luci si spengano, sale sul palco e scatta una foto alla platea, piena e giovanissima. Età media, una ventina d’anni. I prof. la alzano un po’. Quello della drammaturga, regista e attrice friulana Marta Cuscunà è esempio calzante di teatro civile. Importante, sempre. Tanto meglio se appaga l’occhio di chi guarda, ne cattura l’attenzione e la memoria. E’ questo il caso. Vince il ritmo, la fluidità e l’oculata capacità di sintesi, che nulla toglie.
«L’attrice è spettacolare. Molto brava a fare trasparire le emozioni che una ragazza dell’epoca avrebbe potuto provare» è il giudizio a caldo di Linda, 18 anni. Cuscunà firma da sola la pièce (sulla base della biografia scritta da Anna Di Gianantonio). La dirige e interpreta, unica in scena (dà corpo e voce a tutti i personaggi, femminili e maschili. Con bravura), da oltre un decennio con grande successo di pubblico e premi. «È bello vivere liberi!» è la documentata testimonianza dell’adolescenza di Ondina Peteani, trascorsa dentro la Storia. Triestina, Peteani è stata la prima staffetta partigiana d’Italia, internata in un campo di concentramento nazista. La battaglia antifascista e i terribili giorni di Auschwitz sono raccontati nella appassionata e appassionante narrazione di Cuscunà, anche con l’aiuto di burattini e pupazzi. L’azzardo artistico è potente. Ma lo è pure il risultato. Sull’onda della Giornata della Memoria, il tema è ancora più dibattuto.
E i ragazzi del Sociale ne hanno meritoria consapevolezza. Dice Divine: «L’antifascismo rappresenta ancora oggi un concetto molto importante. Perché è fondamentale credere nei suoi ideali, continuare a combattere per la giustizia e per porre fine a ideologie che hanno portato a fatti tanto tremendi». C’è anche spazio per la strettissima attualità. Sulla elezione del Presidente della Repubblica, il commento dei liceali intervistati è unanime: «Speriamo venga fuori qualcuno di decente. Dovrebbe anche rappresentare i desideri di noi giovani». E se fosse una Presidente donna? «Magari!» dice Linda, che a giugno darà l’esame di Maturità. A fine spettacolo, Cuscunà incontra il pubblico. Insieme a lei, ci sono la storica Di Gianantonio, Andrea Pellegrinelli di Anpi Bergamo e Gianni Peteani, figlio di Ondina, che contribuisce a tramandarne la fondamentale memoria. E di memoria è fatta anche la mostra «È l’idea che fa il coraggio: storie di donne e resistenza in Bergamasca», ospitata fino a domenica nel foyer del Sociale. «È bello vivere liberi» è quanto pronunciato da Ondina Peteani poco prima di morire (nel 2003, a 77 anni). Lo spettacolo (sarà al Piccolo di Milano, il 15 e 16 febbraio) chiude con la stessa frase. Cristallizzata così, all’infinito, nella immortalità dell’opera artistica.