Le regole ci sono ma le scuole non le applicano
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22 Febbraio 2022Negli ultimi due anni, dalla pandemia fino ad arrivare ai problemi di attualità politica, passando attraverso l’elezione del Presidente della Repubblica, è emersa ancor di più la necessità di conoscere la Costituzione per poter partecipare in maniera consapevole alla vita sociale. Non che prima fosse meno importante, ma un insieme di eventi facenti diretto riferimento alla Costituzione, in un arco temporale così ristretto, forse, non è mai stato raggiunto.
Tuttavia, quanti sono gli alunni che possono dirsi preparati sul contenuto della Carta Costituente, in modo da poter comprendere pienamente gli argomenti di discussione che ruotano intorno ad esso?
Si pensi, ad esempio, che con l’avvento della pandemia, e delle successive ipotesi curative, è emerso un ampio dibattito di interesse pubblico incentrato sull’articolo 32 della Costituzione.
Il predetto articolo disciplina, infatti, il diritto alla salute, indicando che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
Come è noto, la comunità si è suddivisa sull’idea di rendere obbligatorio il vaccino e, da qui, è partita l’analisi del dettato costituzionale. Ora, a prescindere dalle posizioni dei singoli, quanti alunni hanno seguito la vicenda con la piena conoscenza dei dettati dei nostri padri costituenti?
Il periodo storico che stiamo vivendo, in cui l’intera nazione si è unita per cercare di venir fuori da una delle peggiori pandemie che la nostra storia ricordi, deve far riflettere: il lavoro, la dignità, la scuola e la normalità non devono essere dati per scontato perché sono il frutto del lavoro di chi ha lottato duramente per poter arrivare ai numerosi diritti che ci vengono riconosciuti e all’idea di libertà attuale.
Altra questione di dominante attualità ha riguardato, il mese scorso, l’elezione del Presidente della Repubblica.
Quanti alunni avevano piena conoscenza della modalità elettiva prevista dall’articolo 83 della Costituzione, che ha poi generato una prima fase di stallo, risolta poi con la rielezione del Presidente Sergio Matterella (anche in questo è stata messa in discussione l’illegittimità costituzionale del secondo mandato).
Si pensi, infine, alla sua recente modifica, con l’inserimento della tutela dell’ambiente tra i suoi principi fondanti.
La Costituzione assume carattere di rango primario nella gerarchia delle fonti del diritto: è dotata di 139 articoli ed è suddivisa in tre parti:
– i principi fondamentali;
– la parte I dedicata ai “diritti e doveri dei cittadini”
– la parte II dedicata allo “Ordinamento della Repubblica”.
Il percorso formativo di ciascuno studente non può dirsi completo senza la conoscenza dei principi costituzionali e non può, quindi, prescindere da una infarinatura generale sui valori su cui si fonda la nostra società.
Il Ministero dell’Istruzione dovrebbe prendere in seria considerazione l’eventualità di rendere obbligatoria la materia di diritto costituzionale negli istituti scolastici di ogni ordine e grado: questa non è una materia che riguarda soltanto i giuristi, ma riguarda ogni singolo cittadino.
Si tratta di una materia sottovalutata che meriterebbe più spazio e importanza: gli studenti sin dai primi anni di scuola dovrebbero essere messi nelle condizioni di conoscere i principi sui quali si basa l’intera cultura del nostro Paese al fine di sviluppare una personalità conforme a quei valori.
La Costituzione contiene i principi fondamentali del vivere civile: contiene i diritti e i doveri di ogni cittadino, principi di responsabilità, legalità e solidarietà e per questo dovrebbe essere oggetto di studio non soltanto attraverso l’insegnamento ma anche affrontando dibattiti in ambito scolastico inerenti ai temi sociali di attualità per formare e favorire una partecipazione attiva degli alunni alla vita civile.
D’altronde, un ragazzo che conosce l’esistenza, l’importanza e l’iter storico dei principi sanciti dalla Costituzione e l’autorevole lavoro svolto dalla Commissione dei 75 sarà più incline a quei valori e a condannerà quelli contrari.