La narrazione nel romanzo Notre Dame de Paris di Victor Hugo
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Notre-Dame de Paris è un romanzo storico che Victor Hugo pubblicò nel 1831, quando aveva 29 anni. Fu il primo grande successo dello scrittore francese, venne accolto con grande favore da parte di tutti, tranne Balzac, ed eluse la censura, conservatrice e restauratrice, del tempo.
La cattedrale, un Paradiso perduto
Notre Dame è il centro storico e morale della Parigi immaginaria di Hugo. Infatti, il titolo francese (e italiano) del romanzo è Notre Dame de Paris, il che sottolinea il ruolo di Notre Dame come simbolo della città. Solo nel titolo inglese il centro si sposta sul Gobbo. Comunque, non solo la maggior parte dell’azione del romanzo si svolge all’interno o intorno alla cattedrale, ma dalla cima delle sue torri, Claude Frollo e Quasimodo possono spiare praticamente tutti, ed hanno una visuale sull’intera città. Architettonicamente, Notre Dame è un “amalgama” che rispecchia le deformità di Quasimodo. In effetti, nel momento in cui Hugo scriveva, cioè agli inizi dell’ottocento, Notre Dame stava cadendo a pezzi e c’era pochissimo rispetto per la sua architettura. Nulla era stato fatto per riparare i danni subiti durante la Rivoluzione francese. Tuttavia, il movimento letterario e artistico romantico si impadronì della cattedrale come simbolo del glorioso passato cristiano della Francia. Ad esempio, nella famosa rappresentazione della Rivoluzione del 1830 di Eugène Delacroix, Libertà che guida il popolo, sullo sfondo si possono vedere le due torri di Notre Dame, che evocano la presenza mitica di Parigi. Hugo ammirò molto questo dipinto e si sforzò di rappresentare Notre Dame come il centro culturale e politico di Parigi. In Il gobbo di Notre Dame, Hugo descrive la cattedrale come una “chimera” che rappresenta tutta la Francia. Il suo mix di stili architettonici e le cicatrici di epoche passate non sono opere di un individuo ma “opere di una società”, “progenie di una nazione”. Notre Dame è un simbolo di unità nazionale. Il tempo ne fu l’architetto, e l’intero paese il suo muratore. Su sollecitazione dei romantici, i parigini arrivarono gradualmente a vedere Notre Dame come un monumento nazionale e un simbolo della Francia. Nel 1845 iniziò un massiccio programma di restauro di Notre Dame.
Il romanzo si occupa principalmente del tema della rivoluzione e del conflitto sociale. Hugo era profondamente preoccupato per le differenze di classe che misero in moto la Rivoluzione francese del 1789. La discordia tra Clero, Nobiltà e Terzo Stato (una classe media di artigiani, artigiani e intellettuali) portò alla caduta della monarchia e all’istituzione di un governo repubblicano che non riconosceva più i privilegi speciali dell’aristocrazia e della Chiesa. Scrivendo durante la Rivoluzione del luglio 1830, Hugo era più consapevole che mai delle divisioni di classe, sempre più marcate. Ad esempio, mentre i vagabondi si preparano a marciare, Clopin dichiara: “Il popolo è incompatibile con la nobiltà”. Di conseguenza, l’assalto dei vagabondi a Notre Dame rappresenta un esempio di prefigurazione storica che ricorderebbe ai lettori contemporanei di Hugo l’assalto alla Bastiglia del 1789. Il fatto che Luigi XI sia alla Bastiglia quando i vagabondi attaccano, sottolinea ulteriormente questo riferimento storico. Il fatto che ogni personaggio sia orfano, inoltre, evoca anche il deterioramento del sistema feudale. La società francese era vista come una gigantesca famiglia felice sotto i re Borbone, ma l’insensibilità del re Luigi XI nel romanzo prefigura le guerre civili che avrebbero diviso la nazione in due a partire dal 1789.
La fatalità (ananke), corrisponde nel romanzo alla predestinazione, al fatalismo più rigido
Claude Frollo ha di fatto abbandonato la religione, la fede in Dio, e crede solo nella fatalità. Questo tema ricorrente domina Il gobbo di Notre Dame, specialmente nella scena in cui Frollo osserva una mosca che viene catturata in una ragnatela. Molti personaggi del romanzo non credono nel libero arbitrio. Ad esempio, quando Pierre Gringoire segue Esmeralda, “rinuncia al suo libero arbitrio” e accetta qualsiasi direzione lei scelga. Allo stesso modo, Frollo crede che tutte le azioni siano state predeterminate e che nulla possa impedirgli di catturare Esmeralda. Proprio come la mosca è destinata a rimanere intrappolata nella tela del ragno, lui pensa che lei sia destinata a cadere in una delle sue trappole. Usa quindi questo concetto di “fatalità” per giustificare le sue azioni, poiché nulla che lui o chiunque altro possa fare cambierà ciò che è stato prestabilito. Come avverte quando parla con i suoi scagnozzi, non si dovrebbe mai “sfidare la fatalità”, anzi bisogna sempre adeguarsi, rassegnarsi ad essa.
In effetti, quando Frollo in seguito si avvicina a Esmeralda nella prigione del Palazzo di Giustizia, insiste sul fatto che non era mai stata sua intenzione innamorarsi di lei, né farle del male in alcun modo, ma si giustifica nel modo seguente: “ha sentito la mano del Fato” su di lui, e non ha potuto fare altrimenti. Quindi insiste sul fatto che “il destino si è dimostrato più potente di me… è stato il destino a catturarti e a gettarti tra i terribili ingranaggi della macchina che avevo segretamente costruito”. Hugo riconosce che il destino gioca un ruolo importante nel romanzo, però fa capire che il libero arbitrio è possibile. Hugo infatti suggerisce che l’atteggiamento deterministico, la rassegnazione e il fatalismo di Frollo sono ciò che lo induce a diventare quella persona orribile che non era originariamente. Hugo suggerisce che dobbiamo tutti esercitare il nostro libero arbitrio per mantenere il nostro senso di moralità e la responsabilità delle nostre azioni.
Personaggi
Quasimodo
Il gobbo di Notre Dame. Quasimodo era un bambino abbandonato lasciato a Notre Dame e adottato dall’arcidiacono Claude Frollo. Orribilmente deforme, ha una gigantesca gobba, una protuberanza che gli esce dal petto e una verruca gigante che copre uno dei suoi occhi.
Essere mezzo cieco è peggio che esser cieco, perché si vede quel che ci manca.
È anche sordo. Il suo cuore è puro e questa purezza è legata alla cattedrale stessa. In effetti, il suo amore per le campane di Notre Dame rappresenta la sua unica forma di comunicazione. Tutta Parigi si diverte a prenderlo in giro e allo stesso tempo detesta Quasimodo per la sua bruttezza. Il suo nome significa letteralmente “fatto a metà”.
L’isolamento fa grandi.
Arcidiacono Claude Frollo
Prete di Notre Dame, Frollo è anche l’antagonista del romanzo. Tuttavia el romanzo, a differenza della versione Disneym non è un tipico personaggio malvagio, deciso a causare dolore e sofferenza, anzi è spesso compassionevole. Ama teneramente suo fratello, Jehan e fa tutto ciò che è in suo potere per rendere felice Jehan dopo la morte dei loro genitori. Estende la stessa compassione a Quasimodo, che cerca di istruire, proprio come suo fratello, insegnandogli a leggere e scrivere. Hugo spiega la discesa di Frollo nella magia nera e nella follia per i suoi fallimenti sia con Jehan che con Quasimodo. Jehan beve e scommette tutti i suoi soldi, trascurando completamente i suoi studi, mentre la sordità di Quasimodo gli rende praticamente impossibile imparare qualsiasi cosa. Il gobbo diventa così sia un simbolo di fallimento per Frollo, sia un potente strumento di vendetta per sfogare le sue frustrazioni nel mondo. Infine, per la sua ossessiva brama per Esmeralda, la fa giustiziare e torturare così come aveva fatto torturare il suo “protege” (protetto) Quasimodo. Non importa quanto tenti di amare, Frollo finisce solo per causare dolore agli altri. Il suo presunto odio per le donne è un tentativo disperato di mascherare la sua infatuazione per Esmeralda.
L’amore è come un albero: germina da sé, getta profondamente le sue radici in tutta la nostra vita, e continua spesso a verdeggiare sopra un cuore in rovina.
eppure, malgrado tutto, Frollo è un personaggio complesso, ed in alcuni punti l’autore sembra indurre il lettore a provare simpatia per lui, in fondo non è così diverso dalle sue due “vittime” in quanto
- Frollo è un orfano come Quasimodo ed Esmeralda
- Inoltre è un innamorato dal cuore spezzato e soffre le fitte di un amore non corrisposto, proprio come fa Esmeralda per Febo e Quasimodo per Esmeralda.
Esmeralda
Figlia perduta di suor Gudule, Esmeralda è una bellissima ballerina di strada gitana. Insieme alla sua capra, Djali, incanta tutti coloro che incontra con il suo aspetto avvenente e i suoi trucchi magici. Ha un amuleto e altri ciondoli al collo, per provare a trovare i suoi genitori.
Pierre Gringoire
Drammaturgo e filosofo in ristrettezze economiche. Esmeralda lo salva dall’impiccagione da parte di un gruppo di vagabondi e accetta di “sposarlo” per quattro anni. Successivamente si unisce ai vagabondi e aiuta inconsapevolmente Frollo a consegnare Esmeralda alle autorità.
Febo de Chàteaupers
Ha un nome greco che ricorda la divinità antica del sole. Capitano degli Arcieri del Re, salva Esmeralda da Quasimodo. Non la ama, ma cerca di sedurre lei e anche un certo numero di altre donne. Frollo lo accoltella e tutti lo credono morto. Febo si riprende ma non riesce a intervenire quando Esmeralda viene condannata a morte per il suo omicidio. Finisce per sposare Fleur-de-Lys de Gondelaurier.
Suor Gudule
La madre perduta da tempo di Esmeralda, è una miserabile reclusa (autoreclusa) che vive nel Tour Roland, che odia sentire il suono dei bambini che giocano. Sopattutto odia gli zingari, perché è convinta che gli zingari abbiano rapito e mangiato la figlia adottiva, Agnes, quindici anni prima. Odia Esmeralda ed è convinta che sia una ladra di bambini, ma quando scopre che in realtà è sua figlia, Gudule dà la vita per salvarla.
Jehan Frollo
Il fratello di Claude Frollo. Jehan è un pessimo studente, che gioca d’azzardo e consuma tutti i suoi soldi nell’alcol. Jehan decide di unirsi ai vagabondi e Quasimodo lo uccide quando i vagabondi attaccano Notre Dame.
Clopin Trouillefou
Clopin interrompe il mistero, cioè la rappresentazione teatrale di Gringoire, e in seguito si rivela non solo un semplice mendicante, ma il “Re” dei vagabondi. Clopin cerca di salvare Esmeralda dall’impiccagione, ma Quasimodo pensa che Clopin stia cercando di ucciderla.
Luigi XI
Re di Francia nel 1482. Luigi XI è un monarca senza cuore che vive alla Bastiglia invece che al Louvre. Perdona Gringoire per aver attaccato Notre Dame, ma ordina l’esecuzione di Esmeralda.
Djali
La capra di Esmeralda. Djali può eseguire trucchi magici e sillabare il nome Febo da un gruppo di lettere. Al processo di Esmeralda Djali viene accusata di essere posseduta dal diavolo.
Fleur-de-Lys de Gondelaurier
Una della collezione di donne di Febo, che in seguito diventa sua moglie, soppiantando velocemente Esmeralda. Umilia Esmeralda deridendo i suoi vestiti.
Maestro Florian Barbedienne
Il giudice sordo che condanna Quasimodo alla tortura (sordo anche lui).
Maestro Jacques Charmolue
Uno dei soci di Claude Frollo, Jacques cattura e poi tortura Esmeralda per convincerla a confessare di aver ucciso Febo. In seguito la fa anche giustiziare.
Riassunto
Durante la Festa dei Matti del 1482 a Parigi, Quasimodo, il gobbo di Notre Dame, viene eletto Papa dei Matti perché è la persona più brutta di Parigi. Viene issato su un trono e fatto sfilare per Parigi dalla folla beffarda. Pierre Gringoire, poeta e filosofo squattrinato, cerca senza successo di convincere la folla a guardare la sua commedia invece della parata. L’arcidiacono Claude Frollo appare e interrompe la parata e ordina a Quasimodo di tornare a Notre Dame con lui. Alla ricerca di qualcosa da mangiare, Gringoire ammira la graziosa bellezza di Esmeralda, una ballerina di strada gitana, e decide di seguirla a casa. Lei, però dopo aver girato un angolo, viene improvvisamente attaccata da Quasimodo e Frollo. Gringoire si precipita ad aiutarla, ma viene messo fuori combattimento da Quasimodo mentre Frollo scappa. Gli Arcieri del Re, guidati da Febo de Chateaupers, arrivano appena in tempo e catturano il gobbo. Più tardi, quella notte, un gruppo di mendicanti e ladri attira Gringoire con l’inganno in un posto malfamato, la “Corte dei miracoli”, dove Gringoire sta per essere impiccato, quando Esmeralda si fa avanti e si offre di salvargli la vita “sposandolo” solo per quattro anni.
Il giorno successivo, Quasimodo viene processato e condannato a due ore di tortura in Place de Grève. Soffre sia il dolore di essere martoriato e dilaniato, sia la vergogna di essere pubblicamente umiliato dalla folla di persone, che lo odiano per la sua bruttezza. Chiede acqua, ma nessuno risponde alle sue suppliche finché Esmeralda non si fa avanti e gli porta qualcosa da bere. Nelle vicinanze, una suora di clausura di nome Suor Gudule, accusa Esmeralda di essere una “ladra di bambini zingara” e la incolpa per il rapimento di sua figlia quindici anni prima. Pochi mesi dopo, Esmeralda sta ballando davanti a Notre Dame e Febo la chiama. Lei si è innamorata di lui e arrossisce quando lui le chiede di incontrarlo più tardi quella notte. Frollo li osserva dall’alto della cattedrale di Notre Dame e diventa follemente geloso di Febo. La sua ossessiva brama di possesso di Esmeralda gli ha fatto rinunciare alla religione, e studiare l’alchimia e la magia nera. Nella sua cella segreta a Notre Dame, ha intenzione di intrappolare Esmeralda come se lui fosse un ragno che cattura una mosca con la sua tela. Più tardi quella notte segue Febo al suo appuntamento con Esmeralda e pugnala ripetutamente Febo. Poi Frollo fugge ed Esmeralda viene catturata dalla guardia del re.
Dopo essere stata torturata, Esmeralda confessa di aver ucciso Febo e di essere una strega, ma lo fa solo per porre fine alle tremende torture cui è sottoposta. Così lei viene condannata all’impiccagione in Place de Grève. Frollo le fa visita in prigione e le dichiara il suo amore. La implora di amarlo e mostrargli un po’ di pietà, anche per aver salva la vita, ma lei lo definisce un mostro e un assassino, rifiutandosi di avere a che fare con lui. Prima della sua esecuzione, Esmeralda viene pubblicamente sbeffeggiata davanti a Notre Dame. Guardando dall’altra parte della piazza, vede improvvisamente Febo e chiama il suo nome. Effettivamente Febo è sopravvissuto al tentativo di omicidio, ma non vuole che nessuno sappia che è stato solamente ferito. Lui si allontana da Esmeralda ed entra nella casa della sua futura sposa. Proprio in quel momento, Quasimodo si dondola su una liana da Notre Dame, la salva dalla folla e la porta all’interno della cattedrale. Infatti Quasimodo si era innamorato di lei quando lei gli aveva portato dell’acqua, e aveva da tempo pianificato di farla fuggire.
Esmeralda è al sicuro dall’esecuzione fintanto che rimane all’interno della cattedrale. All’inizio, trova difficile persino guardare Quasimodo, poi piano piano gli diventa amica. Anche se Quasimodo è sordo, gli piace stare con lei quando canta. Nel frattempo, un gruppo di vagabondi decide di salvare Esmeralda dopo aver sentito che il Parlamento ha ordinato che venga portata via da Notre Dame. Ma quando Quasimodo li vede attaccare la cattedrale, pensa che siano venuti per uccidere Esmeralda e li respinge come meglio può, uccidendone un gran numero. Frollo ha usato l’attacco come diversivo per tirar fuori Esmeralda dalla cattedrale. A questo punto, offre due opzioni alla prigioniera: può dire che lo ama, e così salvarsi, oppure essere impiccata. Lei chiede di essere giustiziata e lui la lascia con la sorella Gudule. Con loro stupore, scoprono di essere madre e figlia. Gudule cerca di proteggere Esmeralda, ma è troppo tardi. Di ritorno a Notre Dame, Quasimodo va in cima alla torre nord per trovarla. Guardando in lontananza, vede la figura di Esmeralda in un abito bianco appesa al patibolo. Grida disperato e afferra Frollo per il collo. Tenendolo in aria, Quasimodo sospira di dolore e poi getta Frollo verso la morte. Guardando Esmeralda sospesa in lontananza e il cadavere dell’odiato Frollo in basso, Quasimodo grida: “Tutto ciò che ho sempre amato!” Nessuno capisce però che fine ha fatto Quasimodo. Solo anni dopo, quando un becchino si imbatte nei resti di Esmeralda, trova lo scheletro di un gobbo arrotolato intorno a lei.