Traccia di un compito sul Decameron di Pasolini
3 Novembre 2022Cabaret Louis Armstrong cover
3 Novembre 2022Leggi con attenzione il seguente articolo di Pasolini sulla permanenza del Latino nella Scuola Media, poi rispondi alle domande e svolgi la traccia scritta in grassetto in fondo
Articolo: Pasolini: Pro latino:
Pur con molte incertezze, se io dovessi dare il mio voto sull’insegnamento del latino nelle medie, sarei per il sì.
Sarei per il sì, ma evidentemente, in previsione di una riforma radicale della scuola. Perché, stando così le cose, il latino che si insegna a scuola è un’offesa alla tradizione. E’ il latino del perbenismo piccolo-borghese, accademico: criminale, insomma.
Sotto tutta la televisione, atrocemente aleggiante, c’è, questo latino: piccolo, miserabile privilegio di cultura.
Ma la colpa non è del latino. La colpa è della storia, che si insegna nelle scuole, o della letteratura, che si insegna nelle scuole, o della scienza, che si insegna nelle scuole.
La nostra è una repubblica piccolo-borghese, la cui classe dirigente è in realtà, rispetto alla tradizione, a parole venerante, nei fatti sacrilega.
Guardi cos’ha fatto di Roma la speculazione edilizia, ossia la classe dirigente che sa il latino e che esalta il passato (un nobile romano recentemente ha dichiarato: io non leggo gli autori moderni, io leggo Dante!). E guardi cosa sta facendo nel Nord Italia il neo-capitalismo: una modernizzazione che rende irriconoscibili e mostruose le forme classiche di vita, senza dare nulla di nuovo al posto di queste se non il benessere economico e la cultura di massa!
Ora io sento un profondo senso d’ira contro l’azione sacrilega, nei confronti del passato, cioè della nostra storia, della classe dirigente tradizionalista e cinica. Difenderei il latino, con ira, contro la sua difesa bugiarda. Dobbiamo conoscere e amare il nostro passato, contro la ferocia speculativa del nuovo capitalismo, che non ama nulla, non rispetta nulla, non conosce nulla.
Il povero latino delle medie è un primo, minimo mezzo di conoscenza di quella nostra storia che la ferocia capitalista cerca di mistificare, facendola sua. E’ perciò, secondo me, un errore voler abolire l’insegnamento del latino: un errore come ogni tattica. Lo scacchiere della lotta è immenso e complesso: il latino è solo apparentemente un’arma del nemico …
Obiettivi:
- riflettere sulle argomentazioni di un intellettuale che affronta un tema di scottante attualità
- individuare la non convenzionalità del ragionamento che sfiora il paradosso nella violenza espressiva
- simulare una situazione analoga attualizzata che “riproduca” la spregiudicatezza delle argomentazioni e l’efficacia linguistica di Pasolini
Valutazione:
- capacità di “copiare” il modello proposto adattandolo alla situazione contemporanea p.2
- efficacia e lucidità del taglio adottato per affrontare il problema p. 5
- originalità delle argomentazioni p. 5
- efficacia espressiva e titolo p. 3
Tempo: 4 ore; spazio: max 4 colonne di un foglio protocollo diviso a metà; titolo e destinatario
Traccia:
Scrivi un articolo di giornale immaginando che nell’attuale dibattito sulla riforma della scuola media superiore venga avanzata la proposta di abolire il latino in tutte le tipologie liceali tranne il liceo classico. Prendendo spunto dall’articolo di Pasolini, soprattutto per quanto riguarda l’imprevedibilità e l’originalità del ragionamento e la spregiudicatezza verbale, schierati in modo deciso a favore o contro il mantenimento dello studio della lingua latina nelle superiori.
Negli anni Sessanta, in concomitanza con il dibattito sulla riforma della scuola media, il mantenimento dell’insegnamento del latino alle medie inferiori suscitò polemiche e schieramenti. Anche Pasolini in un articolo del 1962 interviene sulla questione rispondendo a un lettore che gli chiedeva il suo pensiero in merito:
Pur con molte incertezze, se io dovessi dare il mio voto sull’insegnamento del latino nelle medie, sarei per il sì.
Sarei per il sì, ma evidentemente, in previsione di una riforma radicale della scuola. Perché, stando così le cose, il latino che si insegna a scuola è un’offesa alla tradizione. E’ il latino del perbenismo piccolo-borghese, accademico: criminale, insomma.
Sotto tutta la televisione, atrocemente aleggiante, c’è, questo latino: piccolo, miserabile privilegio di cultura.
Ma la colpa non è del latino. La colpa è della storia, che si insegna nelle scuole, o della letteratura, che si insegna nelle scuole, o della scienza, che si insegna nelle scuole.
La nostra è una repubblica piccolo-borghese, la cui classe dirigente è in realtà, rispetto alla tradizione, a parole venerante, nei fatti sacrilega.
Guardi cos’ha fatto di Roma la speculazione edilizia, ossia la classe dirigente che sa il latino e che esalta il passato (un nobile romano recentemente ha dichiarato: io non leggo gli autori moderni, io leggo Dante!). E guardi cosa sta facendo nel Nord Italia il neo-capitalismo: una modernizzazione che rende irriconoscibili e mostruose le forme classiche di vita, senza dare nulla di nuovo al posto di queste se non il benessere economico e la cultura di massa!
Ora io sento un profondo senso d’ira contro l’azione sacrilega, nei confronti del passato, cioè della nostra storia, della classe dirigente tradizionalista e cinica. Difenderei il latino, con ira, contro la sua difesa bugiarda. Dobbiamo conoscere e amare il nostro passato, contro la ferocia speculativa del nuovo capitalismo, che non ama nulla, non rispetta nulla, non conosce nulla.
Il povero latino delle medie è un primo, minimo mezzo di conoscenza di quella nostra storia che la ferocia capitalista cerca di mistificare, facendola sua. E’ perciò, secondo me, un errore voler abolire l’insegnamento del latino: un errore come ogni tattica. Lo scacchiere della lotta è immenso e complesso: il latino è solo apparentemente un’arma del nemico …
prof. Maria Luisa Torti
fonte: http://www.mlt.it/collegamenti/quinta/italian5/artico5/pasolin.htm