La tomba del Faraone di Odile Weulersse
23 Novembre 2022Castello Sforzesco di Milano
25 Novembre 2022Roma è un’ode barbara di Carducci in cui il poeta esprime il desiderio di essere accolto fra i grandi dell’antichità classica nel momento della morte.
Roma di Giosuè Carducci
in questa poesia la grandezza della Roma di un tempo è paragonata con la piccola misura dell’uomo del nostro tempo, dedito a faccende materiali, incapace di sollevarsi al livello della cultura classica che ci ha preceduti.
Metrica: distici elegiaci
Roma di Giosuè Carducci
Roma, ne l’aer tuo lancio l’anima altera volante:
accogli, o Roma, e avvolgi l’anima mia di luce.
Non curïoso a te de le cose piccole io vengo:
chi le farfalle cerca sotto l’arco di Tito? 4
Che importa a me se l’irto spettral vinattier di Stradella
mesce in Montecitorio celie allobroghe e ambagi?
e se il lungi operoso tessitor di Biella s’impiglia,
ragno attirante in vano, dentro le reti sue? 8
Cingimi, o Roma, d’azzurro, di sole m’illumina, o Roma:
raggia divino il sole pe’ larghi azzurri tuoi.
Ei benedice al fósco Vaticano, al bel Quirinale,
al vecchio Capitolio santo fra le ruine; 12
e tu da i sette colli protendi, o Roma, le braccia
a l’amor che diffuso splende per l’aure chete.
Oh talamo grande, solitudini de la Campagna!
e tu Soratte grigio, testimone in eterno! 16
Monti d’Alba, cantate sorridenti l’epitalamio;
Tuscolo verde, canta; canta, irrigua Tivoli;
mentr’io da ’l Gianicolo ammiro l’imagin de l’urbe,
nave immensa lanciata vèr’l’impero del mondo. 20
O nave che attingi con la poppa l’alto infinito,
varca a’ misterïosi lidi l’anima mia.
Ne’ crepuscoli a sera di gemmeo candore fulgenti
tranquillamente lunghi su la Flaminia via, 24
l’ora suprema calando con tacita ala mi sfiori
la fronte, e ignoto io passi ne la serena pace;
passi a i concilii de l’ombre, rivegga li spiriti magni
de i padri conversanti lungh’esso il fiume sacro. 28