Le mura di Bergamo
28 Dicembre 2022Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo
28 Dicembre 2022Il capitano di ventura Bartolomeo Colleoni volle per sé, e per l’amata figlia, una chiesa mausoleo, che sintetizza la sua visione del mondo.
Cappella Colleoni
Al fianco di Santa Maria Maggiore c’è quella che per molto tempo fu considerata una violenza, uno sfregio, un oltraggio contro una parte di Santa Maria Maggiore, cioè la Cappella Colleoni, in cui c’è una tomba, quella del grande condottiero capitano di ventura Bartolomeo Colleoni, uomo che difende i confini della parte terrestre dell’impero veneziano, lo stato di terra come lo chiamavano i veneziani, che qui trovava il suo confine estremo con il nemico Milano che era soltanto lì a pochi chilometri al di là dell’ Adda, e poi anche del nemico francese o del nemico spagnolo.
Uscendo da Santa Maria Maggiore dal portico dei leoni rosa volgiamo a sinistra perché accanto alla Basilica c’è la Cappella Colleoni in un dialogo direi molto particolare perché si vede come uno stile sia decisamente diverso.
La facciata dalla Cappella Colleoni è un misto di ornamenti, orpelli, capitelli, statue di ogni tipo anche qui molto sincretistiche, nel senso che ci sono i santi, ma ci sono anche gli imperatori romani, quindi anche qui il sacco e il profano si mescolano, con le storie di Ercole, segno dell’ ego spropositato di Bartolomeo Colleoni, grande condottiero, grande e potente signore del luogo, che dal suo Castello di Malpaga sperduto nella pianura bergamasca controllava i confini di Venezia e lavorava per Venezia per tenere sotto controllo una zona delicatissima che era quella tra Bergamo e Crema che era proprio il confine come sappiamo dalle letture di Manzoni del passaggio tra i due grandi domini di Venezia da una parte “Viva San Marco” grida infatti Renzo Tramaglino, e quello dei Visconti e degli Sforza milanesi dall’altra parte.
Come sempre capita in questi casi Bartolomeo Colleoni è ambivalente, come si vede anche in questa in questa cappella, perché fu uomo naturalmente violento, artefice di grandi imprese guerresche, ma anche di grandi misfatti di guerra, ma fu anche un grande mecenate.
Fu anche un uomo che contribuì a fare le bonifiche della pianura bergamasca e istituì e pago e finanziò anche opere di misericordia e opere di aiuto soprattutto alle alle ragazze povere per dare loro una dote per potersi sposare.
Quindi come al solito (vedi Federico da Montefeltro e Gian Galeazzo Visconti) non si sa mai se poi fece beneficienza per il senso di colpa per ciò che aveva combinato nei decenni precedenti , oppure no. Fatto sta che il quattrocento bergamasco è dominato da questa figura e quindi il monumento ancora oggi ritenuto più importante di tutto questo complesso architettonico è questa cappella al cui interno ci sono peraltro affreschi di Tiepolo, realizzati tempo dopo, quando Tiepolo è chiamato a contribuire a quest’opera.
Solo qualche decennio fa si è concluso un piccolo giallo perché in realtà quando venne in visita qui re Vittorio Emanuele III chiese dove erano i resti di Colleoni e in realtà si scoprì che non stavano nel grande sepolcro dove si pensava che stessero. Per un po’ di tempo non li si trovò, ma in realtà poi vennero con le nuove tecniche di indagine che si affinarono negli anni ’60 e ’70, si scoprì che i resti erano in un doppio fondo in un sottofondo, ma comunque dentro la Cappella Colleoni.
Quindi il famoso giallo della sottrazione del corpo venne smontato: i resti del grande cavaliere si trovano veramente dentro qua.
La struttura interna è molto semplice, con questi affreschi, con questi fregi del Tiepolo, mentre in alto altri artisti hanno contribuito alle pareti e c’è una grande statua del condottiero e addirittura due sarcofagi, uno più piccolo, uno grande e poi ci si è accorti appunto che nel sottofondo, o meglio nel doppiofondo di quello grande era appunto nascosto in un nascosti i suoi resti ancora ancora intatti con la spada e tutto il suo corredo, segno di un’epoca che poi non c’è più e cioè di questa grande capacità che obiettivamente ebbe la Serenissima di trovare degli alleati di zona in zona che mantenessero il suo controllo sul territorio, anche perché Bergamo deve molta della sua fortuna al fatto che la scoperta delle Americhe portò Venezia a prestare più attenzione ai commerci e ai rapporti politici con l’Europa continentale, quindi con le grandi potenze europee, e Bergamo divenne un trade-union fondamentale, perché non potendo Venezia accedere all’Europa passando vicino a Milano, Bergamo diventa una piazzaforte fondamentale per fare passare le merci lungo i passi montani che davano verso la Valtellina e verso i Grigioni, quindi praticamente Bergamo era diventata ormai una delle porte fondamentale di Venezia verso l’Europa.
Venezia da quel momento in poi capisce che deve avere le spalle coperte, che non le basta più la protezione in mare, ma anche la protezione da terra ed ecco da qui il ruolo strategico di uomini come il Colleoni. Il potere straordinario che ebbe si manifesta nel lusso e nella ricchezza delle opere d’arti del suo mausoleo.