Jean-Francois Millet
6 Gennaio 2023San Sotero Papa
6 Gennaio 2023Vincent Van gogh, in alcune delle sue lettere al fratello Theo, riconosce che Jean-François Millet è stato sua guida, maestro e arriva perfino a definirlo “papà”
Difatti Van Gogh, soprattutto fra il 1889 e il 1890, si applica alla imitazione, o meglio “interpretazione”, di parecchi quadri di Millet, copiandone fedelmente i contorni, ma stravolgendone, ovviamente, i colori e lo stile, sintetizzando così al fratello il suo procedimento:
Cercherò di spiegarti che cosa sto cercando e perché mi pare giusto copiare queste cose. A noi pittori verrà sempre chiesto di comporre autonomamente e di essere solo dei compositori. Bene – ma nella musica non è così – quando si suona Beethoven, si dà una propria interpretazione personale – nella musica e soprattutto nel canto, quest’interpretazione è una cosa a sé per un compositore e non è assolutamente indispensabile che un compositore suoni solo le proprie composizioni. Bene, ma soprattutto ora, che sono malato, ho bisogno di gioia e di fiducia. Metto davanti a me come motivo il bianco e nero di Delacroix o di Millet o la resa in bianco e nero delle loro opere. E poi v’improvviso sopra col colore, ma capiscimi bene, io non sono proprio io, ma cerco di attenermi ai ricordi dei loro quadri, ma questi ricordi, la vaga rispondenza dei colori che io afferro con tutta la mia sensibilità, anche quando non sono quelli giusti, questa è la mia interpretazione personale.
(V. Van Gogh, Lettera a Theo, 6 luglio 1889)