Le potenzialità dell’alternanza scuola-azienda
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27 Gennaio 20231807 4 luglio: Giuseppe Garibaldi nasce come secondo figlio del marinaio Domenico Garibaldi e di sua moglie Rosa (nata Raimondo) nella Nizza occupata dai francesi (allora parte della Sardegna-Piemonte).
1822-1833: Garibaldi si assume come marinaio sul mercantile del padre, infine come primo ufficiale.
1833: Garibaldi incontra il leader rivoluzionario Giuseppe Mazzini (1805-1872) a Marsiglia e si unisce al suo movimento rivoluzionario “Giovine Italia” (tedesco: Giovane Italia).
Completamento del servizio militare ed entrata nella Regia Marina della Sardegna-Piemonte.
1834: Febbraio: Viene scoperto il suo coinvolgimento nei piani di Mazzini per attaccare l’armeria piemontese a Genova. Garibaldi elude l’imminente arresto fuggendo. Quando ha saputo di essere stato condannato a morte per alto tradimento, si è nascosto e alla fine è andato in esilio in Sud America.
1835: In Brasile prende contatto con altri emigrati sostenitori di “Giovine Italia”.
Si guadagna da vivere con la navigazione mercantile e l’allevamento di animali.
1837-1845: Garibaldi partecipa alla lotta per il governo della provincia separatista brasiliana del Rio Grande e comanda la marina della provincia ribelle.
1838: Garibaldi incontra Ana Maria de Jesus, detta Anita, che sposa a Montevideo nel 1846. La relazione ha prodotto quattro figli.
1841-1847: Comandante della flotta dello stato sudamericano dell’Uruguay, dilaniato da lotte di partito e minacciato dall’Argentina.
Garibaldi allestisce una “Legione italiana” per la difesa di Montevideo, che consiste principalmente di sostenitori della “Giovine Italia” ed è forte solo di poche centinaia. Con questa legione Garibaldi assume anche i comandi di terra nella piccola guerra contro le superiori forze argentine e vince diverse battaglie.
In Europa è conosciuto come un italiano “che combatte con grande abilità e grande valore”; Nel 1846 i patrioti italiani gli assegnarono la sua prima sciabola onoraria.
1848 Quando in Italia si annunciano le prime aspirazioni rivoluzionarie e nazionali, Garibaldi invia per la prima volta in Italia moglie e figli.
21 giugno 1848: Garibaldi e 60 membri della “Legione italiana” raggiungono il porto di Nizza con la loro nave “Speranza” (inglese: speranza).
26 giugno 1848: Chiamata di Garibaldi a seguire il Regno di Sardegna-Piemonte nella guerra di liberazione contro l’Austria.
Luglio 1848: il governo provvisorio di Milano nomina Garibaldi generale.
Ottobre 1848: Garibaldi marcia su Roma con un esercito di volontari.
1849 30 giugno: L’Assemblea Costituente della Repubblica di Roma decide di arrendersi alle truppe francesi e nomina comandante supremo Garibaldi, che intende continuare la lotta fuori Roma.
4 luglio 1849: In un’apparizione davanti ai soldati rimasti, Garibaldi invoca il coraggio e il patriottismo necessari per continuare la lotta: “Vi prometto nuove battaglie, nuovi allori, ma a prezzo dei maggiori pericoli e delle più dure fatiche. Seguitemi, che ha coraggio possiede! Seguimi chi non ha ancora perso la fiducia nell’Italia.” Con circa 4.000 soldati, inizia quindi la marcia attraverso l’impraticabile Italia centrale per raggiungere la costa adriatica e quindi Venezia, che è ancora l’unica a combattere.
4 agosto 1849: la moglie incinta di Garibaldi, Anita, muore di malaria nei pressi di Ravenna mentre stanno fuggendo verso il mare Adriatico.
1849-1854 Esilio in America. Prima lavoro in una fabbrica di New York, poi come capitano sulla costa occidentale del Sud America e nel Pacifico.
1854 Il governo piemontese di Camillo Benso conte Cavour consente a Garibaldi di rientrare in Sardegna-Piemonte. Acquisisce metà dell’isola di Caprera al largo della Sardegna e costruisce un’azienda agricola.
1857 Garibaldi fonda insieme con Cavour la “Società nazionale” per promuovere l’unità d’Italia, in chiave repubblicano-democratica, se possibile, ma disposto a venire a patti con la monarchia sabauda, pur di raggiungere l’obiettivo.
1859 Marzo: Garibaldi assume il comando dei “Cacciatori delle Alpi” dell’esercito piemontese e presta giuramento al re come maggior generale. Il corpo è composto da tre reggimenti, che sono assemblati solo da volontari. Tra loro ci sono molti veterani delle battaglie del 1848. Ci sono un totale di 3.120 uomini.
23 aprile 1859: Nel “Torino Ultimatum” l’Austria chiede al Regno di Sardegna-Piemonte l’immediato scioglimento dell’esercito volontario di Garibaldi. Il governo della Sardegna-Piemonte lo respinge.
23 maggio 1859: nella guerra contro l’Austria, Garibaldi e il suo esercito di volontari attraversano il fiume Ticino nel nord Italia, il confine con la Lombardia in Austria.
1860 Garibaldi rinuncia al suo appoggio a Cavour quando viene a sapere che quest’ultimo aveva già promesso alla Francia la sua patria di Nizza insieme alla Savoia nel trattato segreto di Plombières nel 1858 in cambio del sostegno nella lotta contro l’Austria.
6 maggio 1860: Garibaldi si imbarca a Genova con un esercito di volontari (“Treno dei Mille”) per liberare il regno delle due Sicilie dal dominio borbonico. A Calatafimi festeggia il suo primo successo militare. A luglio, l’esercito volontario era cresciuto fino a 10.000 uomini e all’inizio di settembre era già di 50.000 volontari.
7 settembre 1860: Dopo la fuga del re Francesco II delle Due Sicilie (1836-1894), Garibaldi entra trionfalmente nella città di Napoli con il suo esercito di volontari.
21 ottobre 1860: la popolazione del Regno delle Due Sicilie vota con un referendum a stragrande maggioranza favorevole all’unificazione con il Regno di Sardegna-Piemonte per formare il Regno d’Italia. Si completa così l’Unità d’Italia, ad eccezione del Veneto e dello Stato Pontificio. Il 7 novembre Garibaldi e Vittorio Emanuele II (1820-1878) di Sardegna-Piemonte entrarono insieme a Napoli.
1862 29 agosto: La sconfitta in Aspromonte contro le truppe governative italiane fa fallire il progetto di Garibaldi di unire lo Stato Pontificio al neonato Regno d’Italia. Lui stesso è gravemente ferito in battaglia.
1867 Con un esercito di volontari, Garibaldi riprova a conquistare lo Stato Pontificio in una guerra di una settimana, ma viene respinto dalle truppe di protezione francesi modernamente equipaggiate. Deluso e amareggiato, Garibaldi si ritira dal combattimento attivo nell’isola di Caprera.
1870 Dopo il ritiro delle truppe di protezione francesi e la caduta di Napoleone III, Roma è presa dai bersaglieri, truppe del governo italiano, mentre Garibaldi, come cittadino repubblicano del mondo, sosteneva la Repubblica francese nella guerra franco-prussiana nella sua ultima campagna.
Dopo il 1871 Garibaldi lasciò raramente il suo domicilio di Caprera, ma ricevette numerose visite e partecipò con lettere al dibattito nazionale.
1882 2 giugno: Giuseppe Garibaldi muore a Caprera poco prima del suo 75° compleanno. Vi sarà anche sepolto per alcuni giorni con il cordoglio e la simpatia riconoscente di tutto il mondo.