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2 Aprile 2023La storia della Mafia, dalla Tesina sulla Mafia di Vittoria Zorino I.C. sant’EUFEMIA-SINOPOLI-MELICUCCA’
LA MAFIA E LA SOPRAFFAZIONE DEI PIU’ DEBOLI
Storia-Ed. Civica
La storia della mafia
Come ogni fatto umano, che inizia e finisce, anche il fenomeno mafioso ha avuto un inizio.
Protomafia
La prima Mafia nasce, nel XIX secolo, nel Regno delle Due Sicilie (a Napoli). I padroni siciliani volevano l’indipendenza della Sicilia, andando contro il Re di Napoli Ferdinando I di Borbone.
Per paura il re ordina la repressione delle criminalità organizzate e fa incarcerare nella prigione di Favignana, un’isola della Sicilia, criminali campani, calabresi e siciliani. Nel carcere nasce “il mito dei fratelli nobili Osso (Cosa Nostra), Mastrosso (‘Ndrangheta) e Carcagnosso (Camorra)” , ovvero il mito dell’origine delle mafie e della loro finta etica. Le Mafie sono associazioni a delinquere parassitarie, cioè
cambiano in base alle dinamiche sociali, politiche ed economiche. Da qui nasce la metafora “la Mafia è una piovra” .
Nascita dello Stato-Mafia
La nascita della vera Mafia, ovvero delle mafie come organizzazioni criminali forti e articolate, avviene nel 1861.
Giuseppe Garibaldi, “L’eroe dei due mondi” , finanziato dalla monarchia inglese e dalla Francia, dopo aver combattuto e vinto diverse guerre in Sudamerica, per ordine di Cavour e del re di Sardegna Vittorio Emanuele II, parte con più di mille uomini da Genova (città di Giuseppe Mazzini) e sbarca a Marsala.
Garibaldi conquista la Sicilia e la libera dal potere borbonico, entrando da vincitore a Palermo.
Lì incontra Cosa Nostra e stipula il primo patto. Libera poi la Calabria e stipula un patto con la Ndrangheta. Infine giunge a Napoli dove viene celebrata la sua vittoria contro re Francesco II di Borbone, detto con disprezzo “Re Franceschiello” , costretto ad andare in esilio a Parigi. A Napoli Garibaldi diventa presidente della provvisoria “Repubblica del sud Italia” e nomina Ministro dell’Interno il capo della Camorra Liborio Romano, in cambio di soldati mafiosi per poter entrare a Roma, uccidere Papa Pio IX e proclamare la Repubblica d’Italia, nonostante la dura opposizione di Cavour e Vittorio Emanuele II, i quali volevano un’Italia monarchica, liberale e sabauda.
Garibaldi si ferma a Teano, vicino Napoli, minacciato precedentemente dal re e da Cavour. Qui saluta ipocritamente, con odio e sarcasmo, Vittorio Emanuele II come re d’Italia. Si realizza così il desiderio della Mafia italiana: vedere un’Italia diversa, libera dallo straniero borbonico e più corruttibile.
XX secolo
Nel XX secolo c’è un compromesso pacifico e un equilibrio inviolabile tra lo Stato italiano e la Mafia.
La Camorra si comporta come una specie di sindacato, fingendo di essere dalla parte dei lavoratori e delle persone oneste, promettendo con ipocrisia lavoro, pane e benessere.
La ‘Ndrangheta è un’organizzazione molto rigida e selettiva. Essa finge di essere un’organizzazione criminale debole autodefinendosi “Mafia di pastori” , punto di forza che permise alla medesima di diventare la Mafia più potente e radicata al mondo.
Cosa Nostra è una Mafia molto diplomatica con un forte senso dell’iniziativa privata e del libero mercato. Essa è l’unica mafia ad avere un capo al di sopra dei capi.
Camorra
Negli anni ’70 il Boss napoletano Raffaele Cutolo decide di rinnovare la struttura e gli obiettivi della Camorra. Fonda così la “Nuova Camorra Organizzata” , attraverso la quale farà numerosi affari con una parte della politica italiana e dell’imprenditoria milanese e settentrionale e scatenerà una guerra sanguinosa
con i vecchi clan rivali, provocando centinaia di vittime. Dopo il suo tentativo di rendere la Camorra simile a Cosa Nostra, cioè con un solo capo ai vertici, sarà arrestato e condannato all’ergastolo nel 1986.
‘Ndrangheta
Nel 1970 la ‘Ndrangheta capisce che è arrivato il momento di aumentare il potere dell’organizzazione, quindi il Capobastone di Siderno Antonio Macrì decide di rafforzare il patto con la Massoneria e viene stabilito che almeno due esponenti ‘ndranghetisti a famiglia debbano diventare massoni.
Nel 1973 iniziano i sequestri di persona, quindi i figli di ricchi imprenditori del Nord o di uomini illustri potenti all’Estero vengono rapiti e nascosti in Aspromonte in cambio di una quantità enorme di denaro che la famiglia del sequestrato deve pagare in cambio della sua liberazione. Nello stesso anno viene sequestrato il nipote dell’allora uomo più ricco del mondo: John Paul Getty, fondatore e proprietario della Getty Oil, la più grande multinazionale petrolifera al mondo. Il nipote si chiamava John Paul Getty III e venne tenuto nascosto fino al 1976, l’anno in cui il nonno pagò l’enorme riscatto.
Con i soldi riciclati del riscatto i Boss della ‘Ndrangheta Saverio Mammoliti di Oppido Mamertina e Girolamo Piromalli di Gioia Tauro finanziarono i traffici di droga provenienti dalla Colombia e li investirono per la modernizzazione del Porto di Gioia Tauro.
Cosa Nostra
Negli anni ’20, Cosa Nostra siciliana, insieme alle altre mafie, costruì un impero protetto dalle istituzioni statunitensi.
Spiccano due figure criminali: Al Capone e Lucky Luciano. Il primo, durante gli anni del Proibizionismo, unì le famiglie mafiose americane e italiane attraverso il traffico illegale di alcol e di droghe leggere, facendo arricchire molti potenti dell’epoca.
Il secondo, soprannominato “il boss dei boss” , modernizzò Cosa Nostra italo-americana dando inizio al traffico internazionale di ogni tipo di droga pesante, soprattutto di cocaina ed eroina. Nel 1958 fu ucciso
il padrino di Corleone Michele Navarra e, qualche anno prima, Calogero Vizzini, il più potente capomafia di allora. Loro si opponevano al dominio del modello mafioso statunitense su quello siciliano, infatti prima il modello dominante era proprio quello siciliano.
Dopo l’uccisione di Michele Navarra e la Prima guerra di Mafia, Liggio, Riina, Provenzano e Bagarella decidono di aderire alla nuova Mafia filoamericana dei boss. Arrivati a Palermo scatenano una serie di divisioni tra le famiglie mafiose, fino allo scoppio della Seconda guerra di Mafia tra il boss Michele
Cavataio e il boss Salvatore La Barbera, appoggiato dal Clan dei Corleonesi, i quali massacrano Cavataio e i suoi uomini. Nella Terza guerra di Mafia, iniziata con l’uccisione, per ordine di Totò Riina, del boss più potente di Palermo Stefano Bontade e dei suoi familiari, vengono uccisi gli Inzerillo, i Badalamenti e la famiglia di Tommaso Buscetta, “Il boss dei due mondi” .
Quest’ultimo, scappato in Brasile, viene arrestato ed estradato in Italia, dove decide di rivelare tutto su Cosa Nostra al giudice Giovanni Falcone. Le sue parziali dichiarazioni portarono al più grande processo penale di tutti i tempi: il Maxiprocesso di Palermo (1986), dove tutti i boss di Cosa Nostra vennero condannati in presenza o in contumacia all’ergastolo, compresi Riina, Liggio, Provenzano, Santapaola, boss di Catania, Michele Greco, detto “il Papa” , e tanti altri.
In questo periodo Riina diventa il capo dei capi di Cosa Nostra, ma teme molto, insieme alla Massoneria internazionale, alla CIA, ai servizi segreti italiani deviati e ad una parte della classe dirigente politica italiana, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i quali vengono uccisi rispettivamente nella Strage di Capaci e nella Strage di Via D’Amelio, nel 1992, con 500 kg di tritolo (il cui esplosivo venne fornito dalla NATO).
Il loro sacrificio terrorizzò e fece riflettere molto l’Italia e il mondo, ma portò Riina a commettere le Stragi di Roma, Milano e Firenze, nel 1993, per piegare lo Stato italiano, imporre il famoso “Papello” e stipulare così una nuova “Trattativa Stato-Mafia” .
Nello stesso anno Riina viene arrestato in seguito al tradimento di Bernardo Provenzano, il quale diventa il nuovo boss di Cosa Nostra. Quest’ultimo viene arrestato vergognosamente solo nel 2006, dopo 43 anni di latitanza.
Ma purtroppo la triste storia delle Mafie continua!
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