Il Darwinismo Sociale
2 Aprile 2023Guernica di Picasso
2 Aprile 2023Ricerca scolastica sull’ Ecomafia, dalla tesina sulla Mafia di Vittoria Zorino I.C. sant’EUFEMIA-SINOPOLI-MELICUCCA’
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “GIUSEPPE CAPUA” MELICUCCA’
ALUNNA: VITTORIA ZIRINO CLASSE: TERZA F TESINA ESAME CONCLUSIVO PRIMO CICLO, TITOLO:
LA MAFIA E LA SOPRAFFAZIONE DEI PIU’ DEBOLI
A.S. 2019/2020
Tecnologia
Ecomafia
Il termine “ecomafia” è un neologismo che serve ad indicare tutte le attività criminose che danneggiano, in un modo o nell’altro, l’ambiente circostante.
Infatti il termine stesso deriva da un’unione di “eco” , che richiama all’ecologia e al rispetto per la natura, e quello di “mafia” , che indica la malavita organizzata.
Di ecomafie in senso generico si può iniziare a parlare a partire dal 1982, quando un decreto legislativo sancì l’esistenza di rifiuti pericolosi e tossici.
Infatti le ecomafie sono quelle che in particolar modo smaltiscono tali rifiuti in zone dove non sarebbe consentito, provocando l’inquinamento dell’ambiente.
Il termine ecomafia è usato anche in riferimento alle attività criminose che danneggiano siti storici per lucro, fanno commercio di animali esotici, o commettono reati di abusivismo.
L’attività più redditizia è lo smaltimento illegale di rifiuti, tanto che qualche anno fa un boss mafioso dichiarò che per la criminalità organizzata quello dei rifiuti era “un traffico più remunerativo anche della droga”.
Si passa dalle discariche abusive alla semplice sparizione di rifiuti che dovrebbero essere trattati e invece, una volta presi, vengono bruciati o interrati nella notte in zone abbandonate.
Ci sono anche operazioni più complesse, come la contraffazione dei documenti che accompagnano i rifiuti stessi (che così vengono classificati e trattati come materie più semplici e meno inquinanti, riducendo di molto i costi) o la miscelazione di una parte di rifiuti tossici e pericolosi a materiali che non lo sono, con il risultato che i rifiuti tossici si nascondono e confondono nella massa dei rifiuti non pericolosi.
E avvelenano i nostri territori. L’ecomafia si tratta di un’ampia zona grigia in cui si muovono moltissimi soggetti: dall’impresa che appalta lo smaltimento dei propri rifiuti al miglior offerente, fingendo di non accorgersi che un così basso costo del servizio è sintomo di qualche inganno, a chi miscela materiali tossici con materiali inerti, all’amministratore locale convinto di chiudere un occhio su alcune situazioni, al perito che si distrae al momento dell’analisi chimica dei materiali, a chi prepara (o per meglio dire falsifica) i documenti per il trasporto.
Le regioni dove si registra il maggior numero di reati ambientali sono, nell’ordine,
- Campania,
- Sicilia,
- Calabria,
- Puglia,
- Lazio, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, ecc.
Così nel resto del mondo (esempio Stati Uniti d’America e America Latina), poiché la Mafia è un fenomeno criminale geopolitico.
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