Tocqueville e il liberalismo
4 Aprile 2023San Sisto II papa
5 Aprile 2023Figlio di un uomo di nome Costanzo, il suo pontificato coincise con il governo dell’imperatore Aureliano che, nei primi anni del suo regno, abbandonò la politica di persecuzione che i suoi predecessori avevano applicato contro i cristiani.
All’inizio del suo pontificato giunse a Roma la notizia del sinodo che si era tenuto ad Antiochia e che aveva deposto il vescovo antiocheno Paolo di Samosata per aver insegnato una dottrina contraria all’insegnamento della Chiesa sulla Trinità. La questione aveva preso una svolta politica per l’appoggio di Paolo di Samosata da parte dell’imperatore Aureliano, nonostante Felice emanò un decreto indicando che nessuno poteva essere vescovo se non era in comunione con la sede di Roma, ratificando così la deposizione approvata nel concilio di Antiochia del vescovo della città, affermando la “divinità e umanità di Gesù Cristo” e le “due diverse nature in una sola persona”.
Ordinò che i martiri fossero seppelliti sotto gli altari dei templi e che celebrassero la messa sulle loro tombe, celebrazione che poteva essere svolta solo dai sacerdoti e nel tempio stesso se non per una causa importante, per impedire la celebrazione di messe private.
Verso la fine del suo pontificato Aureliano riprese la politica persecutoria; Tuttavia, queste persecuzioni furono di breve durata poiché furono sospese dopo la morte dell’imperatore nell’anno 275.
Felice I morì il 30 dicembre 274, e la sua ricorrenza è appunto il 30 dicembre