L’impero ottomano
15 Aprile 2023Un promemoria per il governo
16 Aprile 2023La questione sociale prende le mosse da un problema che diventa non più rimandabile, cioè quello dei diritti calpestati dei lavoratori.
Se il problema si era già posto nel corso della prima rivoluzione industriale, esso si palesa in tutta la sua drammaticità ed evidenza con la seconda rivoluzione industriale, quando le condizioni disumane di vita degli operai, sfruttati sino all’inverosimile, pur di ricavare il massimo del plusvalore possibile da loro, appaiono davanti agli occhi di tutti gli europei.
Gli anni successivi videro la formazione di Partiti Socialisti e di organizzazioni sindacali.
La Seconda Internazionale nacque nel 1889 come luogo di confronto delle varie esperienze locali.
Subì l’influenza dei dibattiti interni al Partito Socialdemocratico Tedesco (1875), il più forte partito socialista europeo.
Riforme o rivoluzione?
Il nascere di partiti socialisti rappresentati nei parlamenti pose il problema del loro ruolo politico; si doveva:
condurre un’opposizione totale al sistema borghese, nell’attesa che maturassero le condizioni per la rivoluzione,
oppure collaborare con le forze borghesi più illuminate per ottenere riforme favorevoli al proletariato (suffragio universale, legislazione sociale, pensioni, ecc.)?
Nella S.P.D.
E. Bernstein difese il riformismo sostenendo l’erroneità dell’idea marxiana dell’autodistruzione del capitalismo (revisionismo).
K. Kautsky si schierò a difesa della rivoluzione (massimalismo), obiettivo che tuttavia non poneva in alternativa al “programma minimo” delle riforme.
La crisi dell’internazionalismo
Pur risolto con soluzioni di compromesso, il dibattito rimase aperto e sfocerà, nel ’900, alla frantumazione del movimento socialista in vari partiti.
Contemporaneamente si eclissava la solidarietà internazionale dei lavoratori: allo scoppio della guerra mondiale i partiti socialisti si schierarono gli uni contro gli altri seguendo i governi nazionali.
L’Internazionale
Il canto, con il testo composto da E. Pottier. ai tempi della Comune di Parigi (1871),
fu adottato ufficialmente dai partiti della Seconda Internazionale nel 1910 ed è stato l’inno dell’Unione Sovietica dal 1917 al 1944.
Debout, les damnés de la terre
Debout, les forçats de la faim!
La raison tonne en son cratère
C’est l’éruption de la fin.
Du passe faisons table rase
Foules, esclaves, debout, debout
Le monde va changer de base
Nous ne sommes rien, soyons tout!
C’est la lutte finale
Groupons-nous, et demain
L’Internationale
Sera le genre humain
Il movimento cattolico
La novità della fine del secolo XIX è che non solo le organizzazioni sindacali e i partiti politici di sinistra alimentano il dibattito su questi temi, ma anche il movimento cattolico incomincia a porsi come argine al puro perseguimento dell’utile produttivo.
Così nascono spontaneamente dal basso cooperative, opere assistenziali, società di mutuo soccorso, case del popolo, che fanno capo ora ad una matrice socialista, ora ad una cattolica.
Il movimento cattolico è un primo passo per l’avvicinamento dei cattolici alla gestione della cosa pubblica.