America di Franz Kafka
12 Maggio 2023Villa Reale di Monza
15 Maggio 2023Incipit e altre citazioni dal romanzo “Amerika” di Franz Kafka, il romanzo forse meno kafkiano dello scrittore praghese.
America di Franz Kafka
Citazioni da “America” di Franz Kafka
L’INCIPIT
“Mentre Karl Rossmann, un povero ragazzo di sedici anni che era stato spedito in America dai suoi genitori perché una serva lo aveva sedotto ed era rimasta incinta da lui, si trovava sul piroscafo entrando lentamente nel porto di New York, un’improvvisa esplosione di sole sembrava illuminare la Statua della Libertà, così che la vide sotto una nuova luce, sebbene l’avesse avvistata molto tempo prima. Il braccio con la spada si alzò come se fosse stato appena teso in alto, e intorno alla figura soffiavano i liberi venti del cielo.
L’IMPATTO
“Chissà dove sarebbe rimasto se avesse messo piede sulla terraferma da povero piccolo immigrato? Sì, forse non l’avrebbero nemmeno accolto, cosa che lui riteneva molto probabile in base alla sua conoscenza delle leggi sull’immigrazione, e lo avrebbero rimandato a casa, fregandosene del fatto che non avesse più una casa. Dopo aver speso un po’ di soldi, anche quello che Karl aveva letto sull’America a questo proposito era verissimo; solo i fortunati sembravano godersi davvero la fortuna tra i volti spensierati che li circondavano.
I GRATTACIELI
“Al mattino, alla sera e alla notte, nei suoi sogni, questa strada era piena di un traffico costantemente frenetico, che visto dall’alto sembrava un miscuglio continuamente rigenerante di figure umane distorte e di tetti di ogni sorta di veicoli, costantemente disperso da nuovi arrivi, da cui nasceva una nuova, più forte, più selvaggia miscela di rumore, polvere e odori, e, catturandolo e penetrandolo tutto, una luce potente che veniva continuamente dispersa, portata via e rifratta avidamente dalla massa di oggetti che facevano un’impressione così fisica sull’occhio abbagliato che sembrava che una lastra di vetro, sospesa sulla strada e convergente su tutto, venisse frantumata ancora e ancora con la massima forza.”
LO ZIO
“Cauto in ogni cosa, lo zio Jacob ha consigliato a Karl di non prendere nulla sul serio per il momento. Dovrebbe certamente esaminare e considerare tutto, ma senza impegnarsi. I primi giorni di un europeo in America potrebbero essere paragonati a una rinascita, e anche se Karl non doveva preoccuparsene eccessivamente, dal momento che ci si abitua alle cose qui più in fretta di un bambino che viene al mondo dall’altra parte, tuttavia doveva tenere presente che i primi giudizi erano sempre inaffidabili e che non bisognava lasciare che pregiudicassero i giudizi futuri che alla fine avrebbero modellato la sua vita in America. Lui stesso aveva conosciuto dei nuovi arrivati, per esempio, che invece di seguire questi saggi precetti erano rimasti tutto il giorno sui balconi a guardare la strada come pecore smarrite. Questo doveva portare allo smarrimento! La solitaria indulgenza di guardare pigramente la vita frenetica di New York era ammissibile a chiunque viaggiasse per piacere, forse anche consigliabile entro certi limiti; ma per chi intendeva restare negli States era una vera e propria rovina, termine tutt’altro che enfatico, anche se potrebbe essere esagerato.
LO ZIO
Come avrai già capito durante la nostra troppo breve compagnia, sono essenzialmente un uomo di principi. Questo è spiacevole e deprimente non solo per coloro che entrano in contatto con me, ma anche per me stesso. Eppure sono i miei principi che mi hanno reso quello che sono, e nessuno può chiedermi di negare il mio sé fondamentale. Nemmeno tu, mio caro nipote.
POLLUNDER
«”Ho una richiesta da farvi che non dovete fraintendere”, disse Karl, avvicinandosi in fretta al signor Pollunder e mettendo la mano sul bracciolo della poltrona per avvicinarsi il più possibile a lui.
“E che richiesta può essere?” chiese il signor Pollunder, lanciando a Karl uno sguardo franco e aperto. “Consideralo già concesso.” E cinse Karl con un braccio e se lo attirò tra le ginocchia. Karl si sottometteva volentieri, anche se di norma si sentiva troppo cresciuto per un simile trattamento. Ma ovviamente ciò rese ancora più difficile l’espressione della sua richiesta.
IL SIGNOR GREEN
“Il fumo del sigaro del signor Green, un regalo di Pollunder, di una densità che suo padre occasionalmente affermava esistesse, ma che probabilmente non aveva mai visto con i suoi occhi, si diffuse per tutta la stanza e portò l’influenza di Green in angoli e angoli in cui lui personalmente non metterebbe mai piede”.
BRUNELDA
“Karl, oh mio Karl!’ gridò, come se guardandolo confermasse il suo possesso, mentre Karl non vedeva assolutamente nulla e si sentiva a disagio nel caldo giaciglio che lei sembrava aver ammucchiato appositamente per lui.
I DUE VAGABONDI
“Quando sua madre annunciò alla finestra il suo viaggio in America una sera terribile, aveva fatto voto irrevocabile di non scrivere mai una lettera, ma un tale giuramento fatto da un adolescente inesperto, quanto era lontano nelle nuove condizioni adesso! A quel tempo, avrebbe giurato di diventare un generale dell’esercito americano dopo due anni in America; In realtà, in un hotel fuori New York; Era in una stanza in soffitta con due vagabondi, e doveva ammettere di aver trovato davvero il suo posto lì.
ROBINSON
«”Capisco”, disse Karl, fissando il cesto che si svuotava in fretta e ascoltando lo strano rumore che faceva Robinson mentre beveva, perché la birra sembrava prima precipitargli in gola e gorgogliare di nuovo con una specie di fischio prima che finalmente versando la sua marea nell’abisso».
ISTINTO
“Ma a quanto pare queste cose non vengono prese in considerazione al momento decisivo, in nessuno dei continenti, né in Europa né in America, ma piuttosto le decisioni vengono prese secondo l’accesso di rabbia del primo momento e secondo la prima frase che viene fuori dalla bocca.”