Analisi della poesia “Reisen” di Gottfried Benn
14 Ottobre 2023Fiumalbo
16 Ottobre 2023L’intelligenza artificiale è sotto la lente d’ingrandimento: s’ipotizzano modi d’utilizzo e se ne prefigurano gli effetti sociali.
Un’attenzione che si sviluppa anche a scuola che, come sempre, ne considera solo l’uso: si valuta la sua integrazione nelle ordinarie pratiche didattiche.
Ben diversa sarebbe la riflessione se il pensiero di Umberto Eco ne fosse il fondamento: “Per me l’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti”.
Si tratta di un pensiero che conduce a una sostanziale modifica della tradizionale finalità del sistema formativo: le nuove risorse informatiche, che forniscono le informazioni loro richieste, aprono uno scenario del tutto simile a quello prodotto dal bombardamento di perché, tipico dei bambini.
Un cambiamento di prospettiva che il Ministero dell’istruzione, inascoltato, aveva introdotto nei regolamenti di riordino del 2010. Ecco alcune delle indicazioni fornite per l’elaborazione del Piano Triennale dell’offerta formativa: “Ragionare con rigore logico e identificare problemi, individuando possibili soluzioni”; “Sostenere una propria tesi e saper ascoltare e valutare criticamente le argomentazioni altrui”; “Utilizzare criticamente gli strumenti informatici”.
Un cambiamento che richiede l’assunzione di un’ottica sistemica; tutti gli insegnamenti coordinati hanno lo stesso traguardo: curiosità, fantasia creatività e invenzione, razionalità, modellazione, progettualità, collaborazione …
Un cambiamento che il legislatore, sempre inascoltato, aveva introdotto nel 1974, quando ha unificato la gestione delle scuole con la collegialità, rinforzata, nel 1999, con l’autonomia, che “si sostanzia di progettazione formativa, educativa e dell’istruzione”.