Paysage di Charles Baudelaire
14 Gennaio 2024“Lehman Trilogy” di Stefano Massini
14 Gennaio 2024Una sontuosa Galleria ricca di statue e dipinti memorabili, ma immersa in un vasto parco, rende Villa Borghese un’oasi unica nel centro della vivace città di Roma.
Il palazzo del primo barocco fu costruito da Scipione Borghese, cardinale e appassionato collezionista d’arte che faceva parte della nobile famiglia di Roma. Nipote di papa Paolo V, Scipione incaricò l’architetto personale di suo zio, Flaminio Ponzio, di costruire la sontuosa residenza che sarebbe stata una villa di campagna romana circondata da rigogliosi giardini, proprio ai margini della capitale.
Il suo stile classico trasuda tocchi rinascimentali e barocchi ma è più leggero ed elegante di quanto si fosse visto in precedenza nelle ville nobiliari. Due ali si estendono nel giardino e le stanze del piano terra sono costruite attorno ad un grande salone centrale con soffitto affrescato. Abbondanti finestre alte si affacciano su prati e giardini. La villa fu iniziata nel 1612 e completata in poco più di un anno. Nel 1617 fu aggiunta una voliera; la sistemazione paesaggistica della vasta proprietà durò fino al 1620 per essere completata. Oggi è il parco più grande di Roma e un punto popolare per passeggiate e picnic. Ci sono fontane, boschetti e viali fiancheggiati da siepi. Un lago artificiale vanta una piccola isola e un tempio in riva all’acqua. Puoi noleggiare piccole barche a remi per una vela romantica o prendere delle biciclette per esplorare tutti i 148 acri.
La Casina, come veniva chiamata, veniva utilizzata per balli, ritiri e intrattenimenti, ma soprattutto per esporre le opere d’arte che l’edonista Scipione, appassionato collezionista, aveva accumulato. La sua collezione riunisce in un unico luogo i capolavori più importanti di Roma. La Galleria Borghese è un prestigioso museo d’arte con opere di Raffaello, Canova, Lorenzo Lotto, Rubens, Tiziano, da Cortona, Gentileschi e Pinturicchio. Ci sono tre dipinti del maestro barocco Caravaggio e le quattro migliori sculture di Gianlorenzo Bernini. Ancora più importante, le opere sono per lo più esposte nei luoghi a cui erano destinate, conferendo loro il miglior effetto visivo.
Le sculture del Bernini sono incredibilmente dettagliate e sono state create per essere viste “a tutto tondo”, in modo che lo spettatore possa circondare le opere per cogliere l’intera portata delle sculture. Il David fu commissionato quando Bernini aveva solo 25 anni ed è un singolare capolavoro di gloria che cattura il momento culminante di David pronto a lanciare la fionda mortale per uccidere Golia. Si pensa che sia stato tenuto uno specchio e Bernini abbia scolpito la sua stessa immagine del volto eroico e intenso. Apollo e Dafne congela l’istante della trasformazione di Dafne in un albero, foglie traslucide scolpite nella pietra che si estendono dalla punta delle sue dita. Il Ratto di Proserpina è così realistico che il marmo si fonde con la carne realistica. Queste sorprendenti sculture valgono da sole il prezzo del biglietto! Bernini completò anche tre busti e un ritratto del suo mecenate che adornano la villa.
Ci sono anche antichità come una scultura greca del IV secolo a.C. e un mosaico di gladiatori del III secolo a.C. Il piano superiore ospita dipinti rinascimentali e barocchi degli artisti più prestigiosi dell’epoca. Ci sono venti stanze di splendore artistico da esplorare.
Galleria Borghese
Nel 1605, due mesi dopo la sua ascesa al soglio pontificio, Paolo V nominò cardinale il nipote Scipione. Poco dopo gli donò la ‘vigna’ fuori Porta Pinciana, dove Scipione realizzò il suo sogno artistico costruendo una villa. Scipione Borghese fu uno dei primi mecenati del Bernini e un entusiasta collezionista di opere di Caravaggio. La galleria è stata riaperta nel 1997, dopo un restauro durato 14 anni. In essa si trovano capolavori assoluti, non solo di Bernini e Caravaggio, ma anche:
Antonello Da Messina, Ritratto d’uomo, 1476
rappresentato, come di consueto nella ritrattistica di Antonello, di tre quarti e a mezzo busto su uno sfondo buio. L’espressione e lo sguardo vivissimi costituiscono l’aspetto più coinvolgente dell’opera
Raffaello Sanzio, Donna con un unicorno. 1505-06
- Secondo alcuni studiosi, Raffaello non finì il dipinto, e un altro artista completò il ritratto modificandone la posa e la dimensione delle maniche, aggiungendo anche un cagnolino e il davanzale della finestra, e poco dopo, il cane sarebbe stato trasformato in un unicorno.
- Nel XVII sec. la donna venne trasformata in Santa Caterina con l’aggiunta della sua ruota. Nel restauro del 1935 furono rimosse le modifiche seicentesche.