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26 Gennaio 2024Donatello è noto come lo scultore in grado di far resuscitare la scultura classica dalla sua tomba nell’antichità, attraverso uno stile rinvigorito che si discostava dall’iconografia piatta del periodo gotico.
Donatello aprì la strada introducendo una nuova estetica in linea con il fiorente movimento umanistico-rinascimentale dell’epoca- un movimento che enfatizzava un allontanamento dalla scolastica medievale e favoriva una profonda immersione nelle discipline umanistiche, dando come risultato un’arte che non si concentrava più esclusivamente sulla religione, ma esplorava il posto dell’uomo nel mondo naturale. Le tipiche opere realistiche ed altamente emotive di Donatello lo collocano come uno degli artisti più influenti nell’Italia del XV secolo e uno dei precursori del Rinascimento italiano.
L’innovazione della scultura di Donatello
L’opera di Donatello fu fortemente influenzata dal risveglio dell’interesse per le scienze, la matematica e l’architettura della Firenze del suo tempo. Ciò includeva l’uso della prospettiva, un nuovo tipo di bassorilievo per le opere architettoniche, e una precisa correttezza anatomica per le sue figure.
La figura fu un punto centrale della maestria dell’artista, ed egli fu infatti il primo a reintrodurre la scultura del nudo, con l’aggiunta di proporzioni realistiche, emotività ed espressione ai suoi soggetti, siano essi persone mitiche, storiche o di tutti i giorni, Donatello creò opere che trasmettevano una realtà genuina rispetto alle immagini idealizzate di prima.
Donatello era un maestro prolifico, che utilizzava molti materiali, tra cui pietra, bronzo, legno, stucco, argilla e cera. Fu il primo a innovare l’arte della scultura tra gli artisti moderni. La sua versatilità e ingegnosità getteranno le basi per molti futuri scultori, che cercheranno di scoprire nuove possibilità nella lavorazione della materia.
Biografia di Donatello
Infanzia
È pensiero comune che Donato di Niccolo di Betto Bardi (generalmente noto come Donatello) sia nato nel 1386 a Firenze da Niccolo di Betto Bardi. La data è però congetturale, in quanto si basa su una dichiarazione di reddito presentata dall’artista nel 1433, che attesta la sua età a 47 anni. Ricevette la sua educazione infantile nella casa della famiglia Martelli, una delle famiglie più ricche di Firenze.
Il padre di Donatello faceva parte della corporazione della lana Arte della Lana, una delle sette corporazioni principali della Firenze del XIV secolo. Il sistema di governo di Firenze era nominalmente democratico, con le corporazioni che giocavano un ruolo importante nella gestione della città. La corporazione aveva sede nel Palazzo dell’Arte della Lana, collegato da una galleria alla chiesa di Orsanmichele, ex mercato la cui trasformazione in chiesa fu pagata dalle corporazioni cittadine. L’ornamento esterno della chiesa avrebbe poi fornito a Donatello una delle sue commissioni più importanti.
Prima formazione e lavoro
I progetti concorrenti di Ghiberti e Brunelleschi per le porte del Battistero di Firenze.
Come altri scultori fiorentini come Lorenzo Ghiberti e Benvenuto Cellini, Donatello ricevette la sua prima formazione artistica nella bottega di un orafo. La sua prima grande visibilità come artista arrivò quando partecipò al famoso concorso del 1401 per la progettazione delle porte del Battistero di Firenze. Successivamente lavorò per un breve periodo nello studio di Ghiberti, vincitore del concorso per la porta del Battistero, la cui autorevole bottega fornì la formazione di numerosi giovani artisti.
Dal 1402 al 1404 Donatello studiò con il suo amico e collega Brunelleschi. Secondo il biografo di Brunelleschi Antonio Manetti (che scrisse il suo racconto durante la vita di entrambi gli artisti), la coppia si recò a Roma, dove scavarono e studiarono le antiche rovine. Questa visita segnò l’inizio del movimento umanista a Firenze, che prediligeva l’arte classica dell’antica Grecia e di Roma rispetto allo stile rigido e formale dei periodi medievale e gotico. Donatello e Brunelleschi furono i primi a studiare sistematicamente le antiche rovine per trarne ispirazione. Donatello ha finanziato questo periodo di esplorazione artistica lavorando come orafo.
Nel suo influente resoconto della Firenze rinascimentale, Le vite degli artisti (1550), Giorgio Vasari evidenzia specificamente l’amicizia tra Brunelleschi e Donatello. Sebbene alcuni storici dubitino ora dell’attribuzione delle date, Vasari racconta la storia di Donatello che scolpì un crocifisso ligneo per la chiesa di Santa Croce (ora datato al 1412-13 circa). L’opera realistica e commovente raffigurava Cristo come una figura reale piuttosto che idealizzata, con un’emotività e un’espressione in diretta opposizione alla consueta iconografia piatta dell’epoca. Questo era rivoluzionario e sarebbe diventato una caratteristica chiave degli artisti del primo Rinascimento. Ciò portò Brunelleschi a dire che Donatello aveva scolpito un contadino. Nel tentativo di fare meglio, scolpì il suo crocifisso ligneo (ora datato al 1410 circa) e invitò Donatello a cena, lasciando casualmente la sua opera esposta “in buona luce”. Quando Donatello entrò, lasciò cadere il cibo che portava, facendo sì che Brunelleschi chiedesse: “Che fai, Donatello? Come pranzeremo quando avrai lasciato cadere tutte le cose?” “Io,” disse Donatello, “ne ho abbastanza. Se vuoi qualcosa, prendila. A te è dato di fare i Cristi, e a me i contadini.”
Il primo chiaro riferimento storico a Donatello si trova nel 1406, quando ricevette un compenso per un’opera di scultura. Tra il 1406 e il 1408 Donatello aiutò anche Ghiberti con le statue per la porta nord del Battistero di Firenze. Successivamente gli fu commissionata la grande figura di San Giovanni Evangelista, alla quale lavorò tra il 1409 e il 1411, un’opera che segnò in modo significativo il passaggio dell’arte dal tardo gotico al primo rinascimento.
Dopo il successo di quest’opera, Donatello iniziò a ricevere commissioni più significative, tra cui due importanti sculture per la chiesa della corporazione di Orsanmichele, che segnarono una svolta. Divenne noto come il primo scultore durante questo periodo a utilizzare i nuovi concetti e le tecniche derivate dall’incorporazione della matematica, della scienza e dell’architettura nell’arte del primo Rinascimento, inclusa la prospettiva a un punto, la precisione anatomica e persino a creare una forma caratteristica di basso- rilievo per i suoi intagli per enfatizzare profondità e tridimensionalità. Collaborò anche con altri artisti, tra cui Michelozzo con il quale lavorò ad un monumento funebre, sempre nel Battistero di Firenze.
Periodo maturo
Intorno al 1430 Donatello si trovò sotto il patronato di Cosimo de’ Medici, capostipite della famiglia più potente di Firenze e noto per essere un grande mecenate. Cosimo incaricò l’artista di produrre una scultura in bronzo del David (una figura simbolica per la città di Firenze), che ha dato origine alla prima statua nuda autoportante realizzata fin dall’antichità.
Alcuni critici hanno ipotizzato, a causa degli elementi omoerotici percepiti nel David di Donatello, che Donatello stesso potesse essere gay. Si sa molto poco della vita personale di Donatello, ma non si sposò né ebbe figli. Aneddoti attribuiti ad Angelo Poliziano nel 1480, qualche tempo dopo la morte di Donatello, suggeriscono che Donatello avesse rapporti erotizzati con i suoi apprendisti, sostenendo che impiegava solo giovani belli e li “macchiava” in modo che nessun altro li volesse.
Nel 1433 Cosimo de’Medici fu imprigionato e poi esiliato da Firenze da una fazione di famiglie rivali. In assenza del suo mecenate, Donatello si recò a Roma e rafforzò l’influenza classica sulla sua opera. Ritornò nella sua città natale l’anno successivo, insieme a Cosimo, e iniziò a lavorare ai progetti per il Duomo di Firenze e per la cattedrale della vicina Prato. Ciò segnò un periodo di significativa maturità e successo per l’artista. Come ricordò Vasari, “era molto liberale e cortese, e più buono con gli amici che con se stesso; né si curava del denaro, tenendolo in un canestro appeso al soffitto, dove i suoi operai e amici potevano servirsi senza dirgli niente”. .”
Periodo Tardo
Sebbene avesse lavorato a Firenze per gran parte della sua vita, nel 1443 Donatello fu chiamato a Padova per scolpire un monumento funebre per il condottiero Erasmo da Narni, detto Gattamelata (gatto di miele). La sua statua equestre fu la prima del suo genere fin dall’antichità. Nonostante l’opera fosse ben accolta a Padova, Donatello insistette per tornare a Firenze.
Trascorse lì il resto dei suoi anni, avviando una bottega con apprendisti, dove continuò a ricevere il sostegno finanziario di Cosimo de’ Medici. Secondo Vasari, quando Cosimo morì, chiese al figlio Piero di continuare a prendersi cura di Donatello, e Piero di conseguenza donò a Donatello un podere a Cafaggiuolo. Tuttavia, sebbene l’artista fosse inizialmente soddisfatto, trovò la vita rurale troppo domestica per lui, così restituì la terra e ricevette invece un assegno in denaro, e “trascorse tutto il resto della sua vita come amico e servitore dei Medici senza difficoltà alcuna”.
L’eredità di Donatello
Donatello e le sue innovazioni nella prospettiva e nella scultura durante il primo Rinascimento contribuirono notevolmente alla fondazione complessiva di quello che sarebbe diventato il fiorente Rinascimento italiano. Ciò includeva le prime opere riconosciute di scultura rinascimentale, che si allontanarono decisamente dallo stile tardo gotico che aveva predominato in precedenza.
Il suo lavoro rivoluzionario, in particolare nella rappresentazione del corpo umano, avrebbe continuato a ispirare i primi pittori del Rinascimento italiano, tra cui Masaccio, i cui dipinti nella Cappella Brancacci a Firenze in particolare segnano un punto di svolta per l’arte pittorica in Europa. Donatello lasciò un segno significativo anche a Padova, dove lavorò brevemente, in particolare su Andrea Mantegna (1431-1506), figura importante nello sviluppo del Rinascimento veneziano. Infine, influenzò e insegnò a numerosi scultori, tra cui Nanni di Banco.
Il posto di Donatello nella storia fu affermato soprattutto dal Vasari, il quale affermò: “Si può dire che sia stato il primo ad illustrare l’arte della scultura tra i moderni”.
Il suo fascino è durato a lungo, facendosi strada anche nella cultura popolare contemporanea. Ad esempio, come omonimo di una delle Tartarughe Ninja insieme ad altre star del Rinascimento Michelangelo, Leonardo e Raffaello.
Materiale didattico e appunti su atuttascuola
- Innovazioni e biografia di Donatello
- Le maggiori opere di Donatello visibili nel museo dell’opera del duomo
- I capolavori di Donatello
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- Ipertesto di italica.rai.it su Donatello + Galleria d’immagini
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