La scuola deve farsi carico dell’educazione dei giovani
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2 Maggio 2024L’inclusività del servizio scolastico è attualmente sotto la lente d’ingrandimento.
Essa non si pratica solamente adeguando l’ambiente per renderlo accessibile a tutti, va molto oltre riconoscendo, rispettando e rispondendo ai bisogni degli studenti.
Tra questi svettano il bisogno di sentirsi parte di una comunità, d’essere accettati, compresi e valorizzati; la necessità di possedere l’origine e il senso del proprio lavoro; l’attitudine a cogliere e aggredire situazione problematiche; l’aver compreso che la parola errore deriva da errare, dalla deviazione dal percorso, da cui la sua valorizzazione come fonte d’informazione; il coinvolgimento; anche il divertimento … e, in generale, gli studenti devono sentirsi in armonia con l’ambiente.
La pedagogia di don Lorenzo Milani rispondeva a tali esigenze. Si pensi ad esempio all’origine di molte attività di classe: i bigliettini su cui gli studenti avevano scritto i loro problemi, le loro domande, le loro difficoltà. Ne discendeva la partecipazione degli studenti all’individuazione dell’oggetto di studio, l’approccio interdisciplinare, una didattica per problemi, il coinvolgimento, il dialogo e il confronto, l’educazione alla cittadinanza attiva.
I problemi educativi della scuola di Barbiana, però, anche se diversi da quelli della scuola odierna; indicano comunque la diritta via: l’insegnamento per problemi.
Deve essere superata l’idea che una disciplina alberghi nei volumi delle biblioteche. La sua immagine deve essere arricchita: i suoi argomenti sono da associare ai problemi di cui sono la soluzione e ai metodi utilizzati per conquistala.
Tale arricchimento è strategico perché la pratica dei metodi disciplinari è funzionale alla promozione di capacità e di competenze: la prima rappresenta la finalità educativa del sistema scolastico italiano, mentre la seconda quella formativa.
Riecheggiano le parole di Thomas Elliot:
Dov’è la saggezza che abbiamo perso nella conoscenza?
Dov’è la conoscenza che abbiamo perso nell’informazione?