Intelligenza artificiale e insegnamento
1 Giugno 2024La riforma degli istituti tecnici e professionali è lungimirante?
12 Giugno 2024Il ministro dell’istruzione e del merito, Valditara, ha detto: “Non sostituire il ruolo centrale del docente e della creatività umana con l’AI, utilizzarla in modo responsabile e controllato”.
Si tratta di un orientamento che non pone l’informatica a semplicemente risorsa, ma la considera come potenziale detonatore.
L’ampliamento del campo del problema e la valorizzazione della funzione educativa della scuola sono ormai improcrastinabili.
Sia d’esempio l’insegnamento del teorema di Pitagora.
I libri di testo, che scandiscono i tempi dei lavori di classe, lo enunciano e ne dimostrano la validità.
Si tratta di una didattica finalizzata alla conoscenza, all’utilizzo consapevole e, in ultima analisi, all’adattamento.
Raramente, a corredo del teorema, si parla del pensiero pitagorico.
Non è stata una scoperta: Pitagora ha saputo teorizzare pratiche risalenti a millenni prima.
In altre parole, è passato dal mondo delle cose a quello delle relazioni: costruendo un modello.
Il passaggio dal mondo dei significati al mondo delle relazioni è il carattere fondante dei programmi di intelligenza artificiale ed è da porre come chiave di lettura dell’intenzionalità ministeriale.
L’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle scuole non può limitarsi al suo uso responsabile e controllato; essa implica, soprattutto, l’analisi delle discipline per ampliarne l’immagine mettendo in risalto i problemi che, attraverso le tipiche metodologie di ricerca, hanno condotto alle specifiche conoscenze.
Tale dilatazione è necessaria per l’adeguamento della gestione delle aule scolastiche al nuovo contesto.
La conoscenza, infatti, non è più l’oggetto principale dell’insegnamento, ma rappresenta il terreno su cui innestare processi di ricerca, volti allo sviluppo delle capacità individuali degli studenti.
Si tratta del postulato enunciato nel 2020 dal legislatore.