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24 Luglio 2024La valutazione degli alunni e la valutazione del personale
25 Luglio 2024Se c’è un elemento che caratterizza il ruolo del Dirigente Scolastico è sicuramente l’aspetto valutativo, da tutti i punti di vista.
Con queste poche righe che seguono vorrei, più che trovare delle risposte, formulare delle domande
sulle quali varrebbe la pena riflettessero tutti coloro che, come me, aspirano a diventare Dirigenti
Scolastici.
Anzitutto, qual è la funzione del dirigente scolastico in una scuola che è spesso soggetta alle
valutazioni dell’INVALSI?
Queste valutazioni vanno sempre viste come una strana e verticistica astratta intrusione, che non
tiene conto dei metodi e dei percorsi scolastici degli alunni?
Questi specialisti degli INVALSI sono dei sadici che si divertono ad abbassare le medie degli
alunni, oppure queste prove sono una occasione per mettere in discussione un modo di fare scuola
troppo “routinario”, cioe’ troppo ripetitivo nei suoi schemi, spesso lontani dalla applicazione, lontani
dalla acquisizione di competenze?
Ricordiamoci, infatti, che fare scuola sempre nello stesso modo, non solo non è produttivo rispetto
allo sviluppo intellettivo degli allievi, ma potrebbe essere perfino dannoso e controproducente.
Di fronte a questo scenario, qual è il ruolo del dirigente scolastico per favorire un clima di
apprendimento? Cioè, cosa deve fare un dirigente, per fare in modo che nella sua scuola si apprenda
di più?
Una volta il preside passava per le aule, reprimendo il chiasso e le uscite ingiustificate dalla classe,
controllava i registri e i compiti corretti dagli insegnanti.
Oggi, il dirigente, occupato in modo sempre più ossessivo da incombenze amministrative e
burocratiche (organici, supplenze, ecc…), non fa più queste cose.
Forse fa male a non farle più.
Forse, però, è diventata un’ altra la modalità con la quale un dirigente può favorire l’apprendimento.
Arriviamo quindi al tema del nostro contributo: come un dirigente può favorire un clima di
apprendimento?
Attenzione! Questo non vuol dire rincorrere l’ultima novità o parola d’ordine pedagogica, dal
momento che l’esperienza di questi ultimi decenni ci ha dimostrato che spesso le ricette innovative,
invece di migliorare la qualità, la diminuiscono.
Favorire un clima di apprendimento vuol dire invece concentrare l’attenzione sull’essenziale, sul
compito principale per cui è nata e continua ad esserci una scuola.
Ci sono delle ricerche nel campo della psicologia dell’apprendimento, delle neuroscienze, ecc… che
possono aiutare i docenti e i dirigenti a non perdere tempo, ad aiutare davvero i ragazzi ad
apprendere?
Come le nuove tecnologie possono davvero aiutare ad apprendere meglio e più rapidamente? Come
evitare, invece, i rischi di “zapping” e “copia e incolla” insiti in quegli strumenti?
sulle quali varrebbe la pena riflettessero tutti coloro che, come me, aspirano a diventare Dirigenti
Scolastici.
Anzitutto, qual è la funzione del dirigente scolastico in una scuola che è spesso soggetta alle
valutazioni dell’INVALSI?
Queste valutazioni vanno sempre viste come una strana e verticistica astratta intrusione, che non
tiene conto dei metodi e dei percorsi scolastici degli alunni?
Questi specialisti degli INVALSI sono dei sadici che si divertono ad abbassare le medie degli
alunni, oppure queste prove sono una occasione per mettere in discussione un modo di fare scuola
troppo “routinario”, cioe’ troppo ripetitivo nei suoi schemi, spesso lontani dalla applicazione, lontani
dalla acquisizione di competenze?
Ricordiamoci, infatti, che fare scuola sempre nello stesso modo, non solo non è produttivo rispetto
allo sviluppo intellettivo degli allievi, ma potrebbe essere perfino dannoso e controproducente.
Di fronte a questo scenario, qual è il ruolo del dirigente scolastico per favorire un clima di
apprendimento? Cioè, cosa deve fare un dirigente, per fare in modo che nella sua scuola si apprenda
di più?
Una volta il preside passava per le aule, reprimendo il chiasso e le uscite ingiustificate dalla classe,
controllava i registri e i compiti corretti dagli insegnanti.
Oggi, il dirigente, occupato in modo sempre più ossessivo da incombenze amministrative e
burocratiche (organici, supplenze, ecc…), non fa più queste cose.
Forse fa male a non farle più.
Forse, però, è diventata un’ altra la modalità con la quale un dirigente può favorire l’apprendimento.
Arriviamo quindi al tema del nostro contributo: come un dirigente può favorire un clima di
apprendimento?
Attenzione! Questo non vuol dire rincorrere l’ultima novità o parola d’ordine pedagogica, dal
momento che l’esperienza di questi ultimi decenni ci ha dimostrato che spesso le ricette innovative,
invece di migliorare la qualità, la diminuiscono.
Favorire un clima di apprendimento vuol dire invece concentrare l’attenzione sull’essenziale, sul
compito principale per cui è nata e continua ad esserci una scuola.
Ci sono delle ricerche nel campo della psicologia dell’apprendimento, delle neuroscienze, ecc… che
possono aiutare i docenti e i dirigenti a non perdere tempo, ad aiutare davvero i ragazzi ad
apprendere?
Come le nuove tecnologie possono davvero aiutare ad apprendere meglio e più rapidamente? Come
evitare, invece, i rischi di “zapping” e “copia e incolla” insiti in quegli strumenti?
Audio Lezioni sulla Pedagogia e organizzazione della scuola del prof. Gaudio
Ascolta “Pedagogia e organizzazione della scuola” su Spreaker.