Storia romana
27 Gennaio 2019La metamorfosi
27 Gennaio 2019Bianca Stancanelli
relazione di Galli Francesco – classe I F
Titolo: A testa alta
Autore: Bianca Stancanelli nacque a Messina. Fece il suo ingresso nel campo della scrittura come giornalista per il quotidiano LOra di Palermo, occupandosi soprattutto di mafia e politica.
Dal 1987 vive a Roma dove è inviato speciale per il settimanale Panorama”.
Dopo avere pubblicato due volumi di racconti, Cruderie” e Morte di un servo”, con il libro A testa alta” Bianca Stancanelli ha dato prova della rara capacità di saper trasmettere la forza dell’impegno civile attraverso il linguaggio letterario.
Riassunto: Nella parrocchia di San Gaetano è arrivato Padre Giuseppe Puglisi, un prete palermitano di umili origini, ma di grande coraggio e con un cuore doro. Questo personaggio, a causa del suo parlar schietto, di quel suo modo di far capire le cose, di quel suo arrivare al nocciolo della questione senza troppi giri di parole, anche se l’argomento riguarda i cosiddetti uomini d’onore”, lo mette subito in cattiva luce e lo fa rilevare come un problema per quegli uomini d’onore di Brancaccio che vedono nella sua voglia di fare ed il suo legame con i ragazzi un tentativo di togliere potere a Cosanostra,la mafia siciliana. Pino Puglisi conosce bene Brancaccio, lui stesso visse la sua infanzia in quei luoghi, infatti dice: Qui a Brancaccio manca tutto scuole, centri di assistenza, si fa prima ciò che c’è, perché il resto manca,” . è proprio da queste sue riflessioni che capiamo come doveva essere la situazione, ma lui non si è dato per vinto, e ha lottato. Anche a costo della sua vita. Padre 3P (così chiamato per le tre P che compongono il suo nome) mostra fin dall’inizio la ferma volontà di fare tutto il possibile per migliorare il quartiere e renderlo adatto ad una vita serena e non condizionata dalla criminalità organizzata. Inizia costruendo un oratorio dove i bambini si ritrovano per fare l’unica cosa al mondo che li distrae dalle loro misere condizioni di vita:il gioco. Secondo don Pino, bisognava cominciare il processo di redenzione” dai bambini, in quanto non ancora corrotti dalla mala come i genitori. Lui crede che i bambini imitino il comportamento dei genitori in quanto lo ritengono giusto. La situazione è sempre più difficile e non bastano neanche le suore e il viceparroco mandati dalla chiesa ad aiutarlo,ogni volta che Puglisi tentava di fare un’azione per migliorare la vita del quartiere (costruire una scuola media, fornire di un sistema fognario via Hazon,) viene prontamente ostacolato dagli uomini d’onore”. lui ed altre persone oneste scrivono volte ai giornali per cercare di mettere in risalto la condizione critica di quel sobborgo di Palermo ma raramente vengono ascoltati. Man mano che il tempo passa i boss di Brancaccio sono sempre più infastiditi dal comportamento antimafioso che ha il prete e alla fine decidono che la sua influenza sui ragazzi e il fatto che sta rendendo noto ai giornali e a tutto il Paese le effettive condizioni di Brancaccio vanno puniti con la morte. Nel 1993, il giorno del compleanno del parrinu”, (così veniva chiamato il parroco) è la data prefissata per l’esecuzione di quel personaggio tanto scomodo alla mafia quanto utile alla comunità. Padre Pugliesi verrà ucciso in modo diametralmente opposto al modo in cui predicava di vivere, più lui diceva di camminare a testa alta, più i mafiosi organizzavano sotterfugi, fino ad arrivare ad ucciderlo. E questa la fine di uno dei grandi personaggi della lotta alla mafia,un uomo che ha insegnato a tutti che si deve sempre camminare A testa alta”.
Personaggi principali:
Padre Giuseppe Puglisi: chiamato da tutti Pino è un prete siciliano nato a Palermo. Dopo aver preso gli ordini, accetta l’incarico nella parrocchia di San Gaetano nel quartiere di Brancaccio. è un uomo coraggioso,cordiale con tutti con uno spiccato senso della giustizia. Appena arrivato a Brancaccio inizia il suo programma basato sull’educazione dei giovani, che comincia dalla loro attività preferita, il gioco. Pino Pugliesi, considerato personaggio scomodo” per i mafiosi, verrà ucciso nel 1993, a 56 anni, da una squadra di mafiosi inviata da Giuseppe Graviano.
Filippo, Giuseppe, Benedetto Graviano: boss mafiosi di maggior spicco ai tempi di Puglisi, sono i tre fratelli che detenevano il potere a Brancaccio. Amici di Totò Riina, famoso uomo d’onore” capo assoluto della mafia locale, sono i mandanti degli uccisori di Padre Puglisi
Giovanni Drago: ex assassino al soldo di Cosanostra, una volta arrestato diventerà collaboratore di giustizia. E’ colui che ha fornito dei particolari importantissimi riguardanti l’uccisione di Pino Puglisi e il sistema mafioso in generale.
Stile: il libro è scritto in maniera molto singolare, ha la stessa struttura di un articolo di giornale, il che presenta dei vantaggi e degli svantaggi. Tra i vantaggi principali c’è il fatto che con questo tipo di narrazione, il lettore carpisce non solo la storia”, ma anche fatti particolari, o comunque elementi alternativi che in un libro verrebbero normalmente tralasciati. Tra gli svantaggi bisogna dire che il libro risulta essere intenso, quasi pesante, perché questo stile non ammette ellissi o comunque pause.
Analisi spazio/temporale: la storia si svolge all’inizio degli anni 90, quando la mafia stava perdendo potere per via dei maxi processi a suo carico, quindi tramite delle esecuzioni cerca di mantenere il potere;è in questo clima che personaggi come Falcone vennero uccisi e anche Puglisi commise la giusta imprudenza di mettersi contro un’organizzazione disposta ad uccidere pur di ritornare ad avere il potere. La maggior parte dei luoghi presenti nel testo fa da sfondo alle vicende, anche se ce ne da un’idea significativa, in questo senso i vari luoghi amplificano le parole di Puglisi, quando, per esempio parla delle condizioni igieniche di alcune case,
Tecniche di presentazione: l’autore utilizza un linguaggio scorrevole e di facile comprensione,il che si rifà allo stile stesso del libro (infatti un articolo di giornale deve essere di facile comprensione per tutti) e utilizza degli elementi dialettali (parrinu, picciotto,) dei quali apporta una opportuna traduzione, che ce li rende così di chiara comprensione
Conclusioni: la lettura del libro è stata molto utile ed interessante ma soprattutto istruttiva perché racconta di un uomo al quale ispirarsi poiché ha avuto il coraggio, e ci informa su come stanno realmente le cose riguardo la mafia, che è sempre stato un problema relativamente lontano dalle nostre orecchie. L’unico difetto è la lentezza in alcune descrizioni del sistema mafioso ,che rallentano la naturale scorrevolezza del libro. Nel complesso, però è un buon libro, ho apprezzato soprattutto il fatto che all’interno di esso sono poste delle traduzioni dei termini dialettali utilizzati, assenti in altri libri. Se gli dovessi dare un voto sarebbe un 8.5 pieno.
Francesco Galli