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27 Gennaio 2019Il più grande uomo scimmia del pleistocene di Roy Lewis. Relazione di Francesco Galli classe 1F
Titolo:
“Il più grande uomo scimmia del Pleistocene” è uno dei più grandi classici della fantascienza a ritroso. La prima pubblicazione del libro risale al 1960, quando le case editrici lo proposero al pubblico con titoli diversi dall’originale. Questo libro racconta, a grandi linee, la storia dell’evoluzione del genere umano sotto tutti gli aspetti, da quello sociale a quello scientifico.
Autore:
Roy Lewis nasce il 6 Novembre 1913 a Belfast, città nella quale la sua famiglia si trasferì dall’Inghilterra. Lewis nacque in un ambiente borghese, dove veniva data particolare importanza allo studio e alla formazione sia mentale che professionale. Negli anni Trenta, Lewis, portati a termine gli studi nelle scuole più qualificate del Paese, decide di coltivare la sua passione per il giornalismo, ma lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale lo costringe ad arruolarsi. Tornato dalla guerra, Lewis riprende la sua carriera giornalistica. La sua professione lo porta a viaggiare molto, anche in Africa. Ed è qui che conobbe Louis Lachei, un antropologo del posto. Da qui nacque l’idea di trasferire tutte quelle conoscenze in un unico libro: “Il più grande uomo scimmia del Pleistocene”. Nella sua lunga carriera Lewis scrisse molti altri libri.
Riassunto:
Per quanto riguarda la struttura del testo, questo si può dividere in due parti: nei primi capitoli, Ernest, ossia il narratore, ci racconta le vicende passate rispetto al tempo attuale, mentre nei capitoli successivi, racconta gli eventi quotidiani. Nella prima parte, vengono descritti i primi progressi ottenuti dall’uomo dopo la sua discesa dagli alberi, come ad esempio la scoperta del fuoco ed il suo utilizzo come strumento di difesa, ma anche per indurire le lance e per la cottura dei cibi. Oltre alla scoperta del fuco, il clan si dedicò anche a studi come la botanica, la zoologia e l’evoluzionismo. In questa famiglia di primitivi, nascono anche le prime pitture rupestri e i primi tentativi di addomesticare gli animali. Però c’è un personaggio in particolare che riteneva tutto questo sviluppo negativo, Zio Vania, che appena veniva messo al corrente di qualche nuova invenzione di Edward, il capofamiglia, andava immediatamente a discutere dei problemi che questa invenzione avrebbe portato. Comunque, la “rivoluzione” più importante fu l’esogamia. Infatti Edward intuì che lo sviluppo non poteva avvenire se il sangue non veniva mischiato, perciò “inviò” i propri figli in cerca di una moglie. Però accaddero anche fatti spiacevoli, come l’incendio causato accidentalmente da Edward, il quale costrinse il clan a migrare in cerca di nuove terre. Purtroppo il clan arrivò in terre già occupate da altri ominidi, e furono costretti a barattare la terra con delle tecnologie scientifiche. Questo non piacque molto alla tribù, la quale vedeva venduti da Edward i segreti della loro supremazia. Così Ernest e Oswald, il fratello maggiore del narratore, decisero di uccidere “Il più grande uomo-scimmia del Pleistocene” proprio con la sua ultima invenzione, l’arco.
Personaggi:
· Edward; è il capo-tribù del clan in cui è ambientata tutta la vicenda. Edward è colui che ha sempre spronato i propri figli a non accontentarsi mai del livello evolutivo che hanno raggiunto, ma li incitava nel cercare qualcosa “di più” di quello che già avevano raggiunto. Però, la sua voglia di portare a tutti i clan queste conoscenze che avevano reso così evoluto il loro clan, lo portò alla morte.
· Ernest: figlio di Edward, è il narratore della vicenda e colui che, insieme ad Oswald, uccise il padre.
· Oswald: fratello maggiore di Ernest
· Zio Vania: Fratello di Edward, Zio Vania è un primate radicato nelle sue convinzioni e attaccato alle consuetudini. Egli ripudia tutto ciò che è innovativo, in quanto lo vede più che come uno sviluppo, come una minaccia che mette in crisi la vita di tutti gli esseri viventi.
Tempo:
La vicenda si svolge nell’epoca del Pleistocene, circa tre milioni di anni fa. Nel libro prevale la scena, anche se sono presenti alcuni sommari. Nel testo è presente un grande flashback il quale ci narra tutti gli episodi precedenti lo sposalizio dei figli di Edward.
Spazio:
La vicenda è ambientata in Africa nelle zone vicine alla Rift Valley, nell’Africa Centrale. Sono luoghi prevalentemente aperti, i quali fungono prevalentemente da sfondo alle vicende narrate. Fa eccezione l’immensa distesa di savana bruciata, la quale costringerà, colpa la sua sterilità, a far migrare il nostro clan.
Stile:
L’autore utilizza generalmente un linguaggio scorrevole e di facile comprensione, sono presenti nel testo alcuni vocaboli provenienti dal linguaggio scientifico.
Narratore:
Il narratore è un personaggio della vicenda, Ernest, figlio di Edward.
Tematiche:
Il testo ci fa riflettere su come poteva essere la vita all’epoca dei nostri antenati, e su come lo sviluppo tecnologico sia sempre stato tanto fondamentale quanto contestato.
Tecniche di presentazione delle parole e dei pensieri dei personaggi:
Nel testo prevale il discorso diretto, anche se sono presenti alcune riflessioni del narratore, catalogabili come monologhi interiori.
Commento:
Il libro mi è piaciuto molto, anche se lo credevo più divertente. Comunque è un buon libro denso di significati: aiuta ad esempio a capire le difficoltà che l’evoluzione ha dovuto incontrare per essere considerata come “l’arma vincente per la sopravvivenza”. Tutto sommato è un buon libro. Se gli dovessi dare un voto, sarebbe 8.
Francesco Galli