Fabrizia Di Pietro
27 Gennaio 2019Divertiti col quizzone
27 Gennaio 2019Storia dell’Unione Europea
appunti scolastici di diritto pubblico di Elena
Origini e caratteri del processo di integrazione europea
Le linee di sviluppo di questo processo possono essere così sintetizzate:
– è stata avviata prima una integrazione economica, concepita sin dall’inizio come una tappa necessaria;
– l’Europa è stata creata da pochi Stati europei, ma è stata progettata per includerne via via molti altri;
– l’Europa è nata come un’organizzazione internazionale ma ha attribuito sin dall’inizio rilievo anche ai cittadini.
Dall‘integrazione economica verso l‘integrazione politica
La CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) è la prima istituzione comunitaria (1951). Il suo scopo principale è la creazione di un mercato comune del carbone e dell’acciaio in modo da garantire condizioni uguali per tutti gli Stati.
Le CEEA, meglio conosciuta come Euratom fu istituita nel 1957 per la creazione di un’industria nucleare europea destinata a scopi pacifici.
La CEE (comunità Economica Europea) era volta a perseguire l’obiettivo di realizzare un mercato europeo tra gli Stati membri, mediante l’eliminazione delle frontiere doganali. l’Atto unico europeo ha attribuito alle Comunità compiti nei settori dell’ambiente, dell’educazione, della ricerca e dello sviluppo.
Il Trattato di Maastricht ha istituito l’Unione europea e ha anche trasformato il nome della Comunità economica europea, divenuta semplicemente Comunità europea. Con tale trattato, gli Stati membri hanno accettato di mettere in comune le funzioni che più direttamente sono espressione della loro sovranità politica: la politica estera, la difesa militare, l’ordine pubblico, la giustizia. Né è derivata una complicata struttura istituzionale che si è soliti descrivere come un tempio greco con tre pilastri:
– comunità europee preesistenti;
– politica estera e di sicurezza comune (pesc);
– cooperazione nei settori di giustizia e degli affari interni (gai).
Nel 1997, con il trattato di Amsterdam, alcune materie sono state trasferite a una gestione sopranazionale. Nel 2001 è stato approvato il trattato di Nizza che ha modificato i trattati comunitari preesistenti al fine di adattare gli organi comunitari all’allargamento del numero degli Stati membri.
L’ampliamento del numero degli Stati membri
L’adesione di nuovi paesi alla Ue avviene mediante un accordo stipulato fra l’Unione e lo Stato richiedente, che ne fissa le condizioni. Fra queste è sempre stata inclusa quella del rispetto del cosiddetto acquis communautaire. Ciò significa che i nuovi Stati membri devono impegnarsi ad applicare tutte le norme dei trattati e tutta la legislazione preesistente in vigore all’interno dell’Unione europea. Al principio di uniforme applicazione dell’intero diritto europeo in tutto il territorio della comunità è possibile derogare mediante le cosiddette cooperazioni rafforzate servono per consentire ad alcuni Stati di dare luogo a una cooperazione più intensa.
La sovranità dell’ordinamento europeo
L’aspetto più originale della costruzione europea consiste nella sua dimensione sopranazionale. Il diritto internazionale produce diritti e obblighi solo per gli Stati, non per i cittadini. Con il trattato di Maastricht è stata introdotta la cittadinanza europea: chi è cittadino di uno stato membro è anche un cittadino dell’Unione europea. Egli ricava dal diritto europeo anche diritti politici che consistono:
– diritto dell’elettorato attivo e passivo alle elezioni del Parlamento europeo;
– diritto di sottoporre al Mediatore europeo casi di cattiva amministrazione
– diritto di presentare una petizione al Parlamento europeo;
– diritto di circolare e soggiornare nel territorio degli Stati membri;
– diritto di essere tutelato dalle autorità diplomatiche di qualsiasi Stato membro.
La carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea
La carta dei diritti fondamentali dell’Ue è un documento in cui vengono proclamati i diritti civili, politici, economici e sociali dei cittadini europei. La carta consta di 54 articoli raggruppati in sei valori fondamentali:
– dignità umana;
– diritto alla libertà e alla sicurezza;
– uguaglianza davanti alla legge;
– la solidarietà;
– la cittadinanza dell’Unione;
– la giustizia.
Le istituzioni dell’Unione europea
Il quadro istituzionale dell’Unione europea rispetta la sua base sociale. Il sistema politico e istituzionale contempla organi rappresentati dagli Stati ma anche organi rappresentativi dei popoli. Ad essi si affianca la Commissione europea. Questa è nata come un organo indipendente dagli Stati, più tecnico che politico; al Parlamento è legato da un rapporto di fiducia.
La Commissione europea
La Commissione europea è un organo con funzioni di iniziativa legislativa ed esecutiva. Pur essendo provo di poteri decisionali, è l’organo propulsore di tutte l’attività dell’Ue. La Commissione europea è composta da ventisette membri, un commissario per ciascuno Stato, e di norma dura in carica cinque anni. Ha sede a Bruxelles e si riunisce normalmente una volta alla settimana. La Commissione ha un ruolo determinante nel processo di integrazione europeo. Esercita il potere esclusivo di iniziativa legislativa sottoponendo le proprie proposte che sono sempre volte a difendere l’interesse dell’Unione e dei suoi cittadini. La Commissione cura l’attenzione e l’esecuzione del diritto europeo ed è responsabile dell’amministrazione e dell’esecuzione del bilancio dell’Ue. Deve anche amministrare le politiche adottate del Parlamento e dal Consiglio. La Commissione vigila sull’applicazione e sul rispetto ei trattati del diritto comunitario da parte degli Stati membri. Infine la Commissione ha anche il compito di rappresentare l’Unione a livello internazionale.
Il Parlamento europeo
Il Parlamento europeo è l’organo dell’Unione europea che esercita, insieme al Consiglio dei ministri, la funzione legislativa, oltre alla funzione di indirizzo politico e di controllo democratico sulle altre istituzioni europee. Il Parlamento europeo rappresenta la base sociale dell’Unione costituita dai cittadini: è composto di rappresentati dei popoli degli Stati, che durano in carica 5 anni. I cittadini di ogni Stato eleggono la propria quota di europarlamentari non si organizzano e si raggruppano secondo la nazionalità, ma secondo le idee politiche. I parlamentari europei fanno anche parte di Commissioni parlamentari competenti per materia con area di competenza che ricalcano quelle delle direzioni generali della Commissione. Il Parlamento approva le leggi europee congiuntamente al Consiglio dei ministri. Dà anche impulso a una nuova legislazione esaminando il programma di lavoro annuale della Commissione. Esercita il controllo demografico sulle altre istituzioni europee in diversi modi. La Commissione è responsabile politicamente dinanzi al Parlamento. Il bilancio annuale dell’Ue è deciso congiuntamente dal Parlamento e dal Consiglio dei ministri ed entra in vigore dopo due lettere e dopo la firma del Presidente del Parlamento.
Il Consiglio dei ministri europeo
Il Consiglio dei ministri dell’Unione europea è l’organo cui spettano le funzioni legislative e in alcuni settori esecutive. Il Consiglio dei ministri è formato da un rappresentante ministeriale di ciascuno Stato membro. La Presidenza del Consiglio dei ministri è affidata al Governo di uno Stato membro, a turno, per una durata di 6 anni. Il Consiglio dei ministri è assistito da un organismo permanente, il Comitato dei rappresentanti permanenti (coreper), nell’ambito del quale operano anche una vasta quantità i comitati di esperiti e burocrati nazionali. Al Consiglio spetta determinare le politiche comunitarie, stipulare accordi internazionali con Stati extra Ue od organizzazioni internazionali, esercitare insieme al Parlamento la funzione legislativa. Il coordinamento delle politiche degli Stati membri viene garantito dall’ecofin, il consigli Affari economici e finanziari, formato da tutti i ministri.
Il Consiglio europeo
Il Consiglio europeo è il massimo organo di indirizzo politico dell’Unione, che ha il compito di dare ad essa l’impulso necessario al suo sviluppo e di definirne gli orientamenti politici generali. E’ composto dai Capi di Stato o di Governo degli Stati membri e dal Presidente della Commissione europea, che si riunisce a Bruxelles almeno due volte all’anno.
Le altre istituzioni comunitarie
Configurata come autorità indipendente, la Banca Centrale europea, ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno della Comunità. Essa costituisce il vertice di un Sistema europeo delle Banche centrali. Uno specifico rilievo assumono la corte dei conti, che ha funzioni di controllo ed è composta da un membro di ciascuno Stato, e due organismi consultivi, il comitato economico sociale e il comitato delle regioni. Per quanto riguarda la giustizia è rappresentato dalla corte di giustizia delle Comunità europee, che è stata istituita dal trattato Ceca nel 1952 e ha sede a Lussemburgo. Ha il compito di garantire che la legislazione Ue sia interpretata e applicata uniformemente in tutti gli Stati membri dell’Unione europea.
Gli atti delle istituzioni europee
Le direttive comunitarie sono atti normativi finalizzati al raggiungimento di un determinato obiettivo poiché richiedono una trasposizione della normativa nazionale. Le direttive sono indirizzate agli Stati membri e sono per questi vincolanti soltanto in relazione al risultato da raggiungere. Resta agli Stati il potere di scegliere la forma e i mezzi per il raggiungimento di quel risultato. I regolamenti comunitari sono fonti generali, immediatamente applicabili e vincolanti non solo per tutti gli Stati, ma anche per i loro cittadini poiché non richiedono alcuna normativa di trasposizione nazionale. I regolamenti a differenza delle direttive sono obbligatori in tutti i loro elementi e direttamente applicabili negli ordinamenti degli Stati membri. Le decisioni sono atti individuali che non hanno carattere normativo, ma sono vincolanti, perché obbligano soggetti determinati a rispettarli. Non richiedono una normativa di applicazione nazionale. Infine atti giuridici non vincolanti sono le raccomandazioni e i pareri.
Il processo decisionale: la formulazione e l’attuazione del diritto europeo
Il processo decisionale vede la partecipazione di tre istituzioni:
– Commissione europea
– Parlamento europeo
– Consiglio dei ministri
La Commissione è titolare del potere di iniziativa. La proposta della Commissione condiziona il consiglio, che può adottare un atto difforme da quello proposto dalla Commissione solo decidendolo all’unanimità. Il consiglio, quando decide la maggioranza, può decidere solo se approvare o no la proposta della Commissione, ma non può discostarsene. Il potere di decisione è condiviso da Consiglio e Parlamento. Ci sono tre procedure da seguire:
– Procedura di consultazione, nella quale la Commissione europea sottopone di legge al Consiglio e al Parlamento. La decisione spetta al Consiglio.
– Procedura di cooperazione, il parlamento comunica al consiglio un parere. Il consiglio valuta sia la proposta della Commissione sia il parere ed elabora un parere comune che sottopone al Parlamento il quale può: accettare, approvare, proporre degli emendamenti alla Commissione
– Procedura di codecisione, richiede il necessario assenso di ambedue gli organi, il cui accordo può essere raggiunto mediante la costituzione di un apposito comitato di conciliazione
Il sistema dei rimedi giurisdizionali
La Corte di Giustizia europea è l’organo dell’Unione europea che ha il compito di fare rispettare il diritto comunitario, sia quello contenuto nei trattati sia quello contenuto in regolamenti, direttive e decisioni. Compiti fondamentali della Corte di Giustizia sono_
– sanzionare il comportamento degli Stati
– controllare la legittimità degli atti comunitari
– decidere su questioni pregiudiziali sull’interpretazione dei trattati comunitari.
Il tribunale dei primo grado è un organo giurisdizionale competente a giudicare solo alcuni tipi di ricordi presentati dai cittadini, da imprese e organizzazioni, o relativi alla legge sulla concorrenza. Il rispetto del diritto europeo da parte degli Stati membri è assicurato dalla sola Corte di Giustizia. La delicatezza della funzione ha suggerito la sua attribuzione al massimo organo giurisdizionale senza doppio grado di giurisdizione. Il rispetto del diritto europeo da parte delle istituzioni comunitarie è assicurato da diversi tipi di ricorso al Tribunale di primo grado, per i quali è sempre previsto il doppio grado di giurisdizione. All’interno degli Stati membri che applicano il diritto comunitario, il rispetto di quest’ultimo è garantito dai giudici nazionali. Tuttavia questi ultimi possono rivolgersi alla Corte di Giustizi per risolvere questioni pregiudiziali relative all’interpretazione di norme comunitarie che essi devono applicare.
Il futuro dell’Unione: verso la Costituzione europea
La costituzione prevede tre tipologie sul piano delle competenze. In alcune materie, espressamente attribuite alla sua competenza esclusiva, soltanto l’Unione europea può legiferare. L’Unione dovrà rispettare il principio di sussidiarietà attraverso il quale le istituzioni europee possono intervenire. La Costituzione introduce 2 nuove cariche: il Presidente del Consiglio europeo e il Ministro degli Affari esteri. La Costituzione semplifica la tipologia degli atti dell’Unione, ne modifica la denominazione, ne chiarisce l’ordine gerarchico, ne definisce le procedure di approvazione. La legge europea e la legge quadro europea sono atti legislativi, immediatamente subordinati alla Costituzione. I regolamenti europei sono atti secondari, gerarchicamente subordinati a quelli legislativi.