Sistema nervoso
27 Gennaio 2019Paolo Marsich
27 Gennaio 2019dalla tesina “Peter Pan” esame di stato 2011
di Angela Maraggia
La nostra società vede sua parte integrante un’intera generazione, quella compresa tra i 20 e i 40 anni che vive una situazione molto critica. Il problema è molto sentito anche a livello istituzionale tanto che questi soggetti sono stati argomento dell’attenzione di un ministro dell’economia, Padoa Schioppa, che ha coniato per loro il termine “bamboccioni” ovvero giovani, che non vanno a vivere da soli e che spesso sono ancora mantenuti dai genitori.
Da un indagine dellISTAT emerge che più del 70% delle persone nella fascia di età compresa tra 19 e 39 anni, vive ancora con i genitori. Si devono quindi cercare le cause di questa situazione. Alcuni sono costretti a causa delle ristrettezze economiche, alcuni restano pur avendo disponibilità economiche per comodità e per risparmiare, altri ancora, approfittano della disponibilità dei genitori senza fare sforzi per trovare una propria strada indipendente. Le cause comunque non sono da ricercare solo nell’ambito economico come conseguenza della crisi e della mancanza di occupazione, ma anche in ambito culturale ed educativo, perché vivere con i genitori sta diventando, non più un’eccezione di cui vergognarsi ma una condizione comune e socialmente accettata.
I primi a non protestare sono spesso proprio quei genitori che accettano di continuare a mantenere economicamente quei figli che non sono più bambini da parecchi anni.
Questo fenomeno non esiste solo in Italia; in altri paesi viene stigmatizzato col nome di “generazione ni-ni” con cui si identificano quei giovani che dichiarano, senza complessi, di essere “nullafacenti convinti” e che quindi rimangono a vivere in casa sulle spalle dei genitori senza accampare scuse e attenuanti relative alla mancanza di prospettive e di lavoro.
Queste persone in genere arrancano nello studio, oppure ci hanno rinunciato da tempo, ma non pensano a trovarsi un lavoro, oppure non hanno alcuna vera occupazione. Niente doveri né responsabilità : continuano a condurre un’esistenza senza prospettive per il futuro, vagando in un limbo che per il momento li soddisfa, e in cui pensano di rimanere indefinitamente.
I sociologi si chiedono come si possa essere arrivati a questa situazione .
La risposta è composta da altre domande. E’ solo colpa della crisi? O la società intera, e le famiglie in primo luogo, sono diventate troppo indulgenti e tendono a viziare in maniera malsana i giovani? Ci vorrebbe più severità? O forse basterebbe qualche briciola di buon senso in più?
Possiamo però osservare che non è la prima volta che il nostro paese si trova in difficoltà economiche. Se pensiamo al periodo successivo alla seconda guerra mondiale, possiamo osservare che i nostri nonni vivevano in un paese in cui la povertà era molto più diffusa. Ma forse è stata la loro voglia di non farci vivere nella la povertà a condurci a questo.
Non dobbiamo però dimenticare che ci sono moltissimi giovani che vivono svolgendo lavori sottopagati precari in cui i soggetti sono sfruttati ed in assenza di garanzie : tutti fattori che certamente non rendono facile l’autonomia.
La questione “bamboccioni” quindi non può essere sottovalutata. Anche il ministro Brunetta, che ha proposto provocatoriamente una legge che obbligasse ad andare via di casa a 18 anni. Sicuramente si tratta di una proposta estrema, ma che potrebbe avere un seguito se ci fossero le condizioni per realizzarla. Se i prezzi degli immobili non fossero esorbitanti, e se il mercato del lavoro fosse più fiorente, dinamico e fornisse maggiori garanzie ai lavoratori e apertura ai giovani.
Sarebbe riduttivo limitarsi ad una definizione ironica di una situazione da non sottovalutare perché implica diverse e serie problematiche. Lo dimostrano le ricerche dell’istituto IARD10
Nota
10 IARD: è un istituto specializzato attivo dal 1961 nel campo della ricerca sui processi culturali, educativo e formativo con un approccio che integrano le prospettive delle diverse scienze sociali, e dal 1988 si è trasformato in Fondazione riconosciuta come ente morale”. Opera in tutto il territorio nazionale, avvalendosi di un gruppo di collaboratori esterni, scelti fra i più noti esperti dei vari settori. Inoltre fornisce consulenze e supporto tecnico alla realizzazione di interventi per conto dell’Unione Europea.
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