Sistema nervoso
27 Gennaio 2019Paolo Marsich
27 Gennaio 2019dalla tesina “Peter Pan” esame di stato 2011
di Angela Maraggia
Viene denominata sindrome di Peter Pan una situazione psicologica quando una persona immatura si rifiuta (o è incapace) di crescere, di diventare adulta e di assumersi delle responsabilità, proprio come Peter Pan. Egli infatti finisce per rimanere imprigionato nellabisso dell’uomo che non vuole diventare e del ragazzo che non può continuare ad essere” come scrive Barrie .
Il termine Sindrome di Peter Pan è entrato nell’uso comune in seguito alla pubblicazione nel 1983 di un libro di Dan Kiley, intitolato The Peter Pan Syndrome: Men Who Have Never Grown Up”. , Tuttavia la sindrome non è citata nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (6). il nome della patologia è ricavato dal personaggio del romanzo “Peter Pan, o il ragazzo che non voleva crescere” scritto da James Matthew Barrie nel 1904.
La psicologia junghiana, negli anni seguenti alla pubblicazione del romanzo, si interessò al concetto di puer aeternus considerandolo il simbolo della capacità della psiche umana di essere in un perpetuo stato di evoluzione, il simbolo dellincontenibile desiderio all’esplorazione del mondo.
Questa sindrome è una condizione psico-patologica in cui un soggetto rifiuta di appartenere al mondo adulto poiché lo ritiene ostile e quindi si rifugia in comportamenti ed in regole tipiche della fanciullezza. Ne è un esempio il comportamento di Peter Pan che appare indifferente e senza cuore. I Peter Pan del nuovo millennio in particolare, gestiscono i loro rapporti interpersonali sulla base della manipolazione e dell’intimidazione.
La loro personalità li spinge a fingere, mentire, imitare, recitare un ruolo, inventare storie straordinarie. Essi mentono anche a se stessi e, per evitare di pensare alle loro paure ed insicurezze, preferiscono esaltare i loro lati positivi, diventando narcisisti ed individualisti dall’atteggiamento arrogante.
Un aspetto caratteristico della sindrome è il fatto che i soggetti che ne sono affetti mostrano una scrittura addossata, accartocciata, inanellata, curva, con aste ritorte a sinistra, tagli della “t” sopra elevati
Studiata da Dan Kiley, la SPP (7) è un trauma che blocca lo sviluppo emozionale del bambino. In altri termini, la persona colpita cresce normalmente, la sua intelligenza si sviluppa ma il suo cuore resta bloccato nell’infanzia, come Peter Pan che vive immerso in un mondo meraviglioso, lontano dai problemi dei grandi. Ed è proprio così che questa sindrome appare all’inizio dell’età adulta.
Anche Freud, molto tempo prima, si era accorto che gli adulti in fuga da una realtà dolorosa spesso si rifugiavano in una regressione ai giorni spensierati e felici della fanciullezza, stadio in cui gli esseri umani non sono ancora repressi da famiglia e dall educazione.
L’origine della sindrome è da ricercarsi nella più tenera infanzia, che rappresenta il periodo durante il quale ogni individuo costruisce il proprio equilibrio emotivo. Di solito è l’amore trasmesso dai genitori che permette lo sviluppo di questa armonia. Quindi all’origine della sindrome potrebbe esserci una carenza affettiva: chi durante l’infanzia, è stato poco amato, crescendo può sviluppare un malessere. Una volta nel mondo degli adulti , si sente indifeso ed angosciato di fronte agli sconosciuti.
Sembrerebbe che questa sindrome colpisca più gli uomini in genere i figli maggiori di famiglie in cui il padre è assente, o poco presente o irresponsabile e la madre è troppo occupata o depressa, non ha né il tempo né la forza per dare ai suoi bambini tutto l’amore di cui essi hanno bisogno per crescere normalmente ma al contrario cerca sostegno da loro. Così non è più la madre che sostiene i bambini, sono questi ultimi che sostengono la madre come fa la signora Darling che lasciando trasparire la sua preoccupazione nel lasciare soli i figli e sentendosi chiedere da Michael “Can anything harm us, mother, after the night-lights are lit?” risponde: “Nothing, prescious. They are the eyes a mother leaves behind her to guard her children” quando invece è estremamente in ansia per loro.
Una volta diventato adulto, l’individuo che ha vissuto questo trauma durante l’infanzia, avrà difficoltà a gestire i propri sentimenti. Gli uomini, affetti dalla “sindrome di Peter Pan” vogliono che la loro compagna faccia loro da mamma che comprenda la loro fragilità psicologica, che ceda sempre ai loro capricci, proprio come fa Wendy Darling, sempre pronta a modificare il suo modo di agire e pensare per assecondare il suo Peter, che proprio per questo la preferisce allesotica Tiger Lily e alla vanitosa Trilly. Molto spesso questi uomini non riescono a stare senza la loro Wendy e allo stesso tempo hanno il terrore dei legami, della routine e delle convenzioni. Come Peter vogliono solo continuare a divertirsi. Così, mentre per Jung il fanciullo divino rappresenta” la tendenza più forte ed irriducibile di ogni esistente, quella di realizzare se stesso”, per Dan Kiley il puer aeternus è larchetipo dell’amoralità, della vulnerabilità, dellautodistruttività e cercherà nella propria compagna l’amore materno. Benché paradossalmente questo nuovo sentimento possa spaventarlo e angosciarlo.
Si tratta dunque, di una paura cronica che le persone estranee alle emozioni degli adulti vivono quotidianamente e che spesso genera tensioni con gli altri. La minima osservazione diventa un ostacolo enorme da superare, diminuisce l’autostima di chi soffre di questa sindrome.
Questa sindrome si è sviluppata negli ultimi trenta o quarant’anni, periodo in cui l’età non è più qualcosa di biologico quanto di culturale ed è definita in relazione ai codici di comportamento; un’età in cui si incontrano spesso ibridi di adulti con l’aria da adolescenti, persone per le quali essere immaturi è un comodo modo di dissacrare forme e convenzioni del mondo adulto e ricavarci una buona dose di divertimento. Vi sono uomini intrappolati nella loro eterna fanciullezza e donne in una specie di eterna maternità, i perché “ciò che da una parte implica, invero, la possibilità della libertà umana, dall’altra parte però è fonte di infiniti conflitti con gli istinti” (James Hillman).
Note:
6 D. Kiley, Gli uomini che hanno paura di crescere. La sindrome di Peter Pan, Rizzoli, Milano, 1985
7 Cfr Kiley.op.cit.p.74
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