Seconda guerra mondiale
27 Gennaio 2019Paul Verlaine di Carlo Zacco
27 Gennaio 2019appunti di geografia
di Carlo Zacco
Geografia delle lingue
Nel mondo esistono tra le 5.000 e le 5.000 lingue. Quando si parla di cultura, è impossibile prescindere dalla lingua con cui questa cultura è espressa, diffusa e tramandata da una generazione all’altra: la lingua è il cuore stesso della cultura. In Francia ci sono leggi che vietano l’uso di termini stranieri nella comunicazione pubblicitaria e televisiva quando esistono corrispettivi francesi. Ma il francese è ben lungi dall’essere minacciato di scomparsa: quanto una lingua è minacciata, sono messi in atto meccanismi di difesa anche molto più forti. Le società preletterarie sono le più a rischio, poiché non possedendo una scrittura e una letteratura non hanno mezzi stabili e duraturi per tramandare e conservare le proprie lingue.
Definizione di linguaggio
Per linguaggio si intende il modo sistematico per comunicare idee e sentimenti usando segni appositamente articolati. Segni acustici, vocali nel caso del linguaggio verbale, ma la definizione lascia intendere che vi siano altri sistemi si segni. Anche altri primati non umani, come gli scimpanzé usano sistemi di linguaggio molto semplici, ma i loro sistemi vocali sono troppo semplici e statici per essere considerati precursori del linguaggio umano: anche la lingua umana più semplice, è molto più articolata e complessa di qualunque altro sistema, e possiede una potenzialità espressiva praticamente infinita.
Lingua standard. Le società tecnologicamente avanzate possiedono una lingua standard, una lingua ufficiale, codificata in dizionari e grammatiche, insegnata nelle scuole e agli stranieri. Una lingua diventa standard per questioni di prestigio: l’espressione Kings English è l’inglese standard della classe colta.
Dialetti. Sono le varianti regionali di una lingua standard.
Classificazione e distribuzione delle lingue
Per classificare le lingue si usano schemi derivati dalla biologia. Alcune lingue sono imparentate tra loro, altre no. Si parla di famiglie linguistiche per definire lingue che hanno un’origine comune, anche se molto remota; nelle sottofamiglie linguistiche la parentela è più chiara; ogni sottofamiglia si divide in gruppi linguistici consistenti in insiemi di singole lingue (Famiglia indoeuropea, sottofamiglia romanza, gruppo italiano). La famiglia indoeuropea è la più diffusa sul pianeta, parlata dalla metà dei popoli del mondo. Le lingue attuali della famiglia indoeuropera si sarebbero evolute, secondo i linguisti, a partire da una lingua perduta, il protoindoeuropeo, parlata nei pressi del Mar Nero.
Le principali lingue del mondo
La lingua più parlata al mondo per numero di parlanti è il cinese mandarino, al secondo posto c’è l’inglese, che è al primo fra le lingue indoeuropee, al terzo c’è lo spagnolo, al primo posto tra le lingue romanze.
Lingue europee. Prevalgono le lingue della famiglia indoeuropea, con qualche sacca di lingue della famiglia uralo-altaica in Finlandia, Ungheria, Turchia.
? le lingue indoeuropee. Si dividono in: Germaniche: Inglese, Tedesco, Danese, Norvegese, Svedese; Romanze: Portoghese, Spagnolo, Francese, Italiano, Romeno; Slave: Russo, Polacco, Ceco, Slovacco, Ucraino, Sloveno, Serbo-croato, Bulgaro; Celtiche: Brettone, Gallese, Gaelico; L’Europa si caratterizza per una generale correlazione tra confini politici e confini linguistici: uno stato, una lingua, salvo qualche esempio di zone alloglotte.
? lingue uralo-altaiche. Le principali rappresentanti di questa famiglia sono il Finlandese, l’Estone, l’Ungherese.
Lingue indiane. Comprende quattro famiglie linguistiche ma due sole sono parlate dalla stragrande maggioranza della popolazione: nell’India Settentrionale e centrale si parlano svariate lingue, tutte indoeuropee; nel meridione si parlano lingue dravidiche, più antiche delle indoeuropee e di origine non chiara.
Lingue africane. Nell’africa subsahariana si parlano oltre mille lingue, la maggior parte delle quali non scritte. Le lingue d’Africa si suddividono in quattro famiglie: niger-congo. La più grande, si divide in altre 5 sottofamiglie che occupano quasi tutta l’Africa subsahariana delle quali la più parlata è il bantu; koisan. Sono le più antiche.
Lingue cinesi. La lingua più parlata è il mandarino del nord, da più di 700 milioni di persone; segue il wu da 100 milioni, e lo yue da 70 milioni. Numerosissime sono le minoranze linguistiche, e quasi impossibile la creazione di una lingua realmente nazionale, che attualmente è il cinese mandarino settentrionale.
9. la diffusione delle lingue
Albero genealogico delle lingue
Il protoindoeuropeo è la lingua da cui derivano non solo il latino il greco il sanscrito, ma anche le lingue slave e quelle germaniche. La variazione linguistica avviene mediante alcuni fattori:
? divergenza: è la differenziazione nel tempo e nello spazio. Da una unica lingua col passare del tempo ne possono nascere diverse in luoghi lontani tra loro e isolati.
? convergenza: è la differenziazione per contatto tra lingue diverse dovuto alla diffusione per rilocalizzazione dei parlanti. Una popolazione si sposta da un’altra parte, ed influenza la lingua del luogo d’arrivo.
? sostituzione: avviene quando un popolo più ricco e potente ne conquista un altro più piccolo ed arretrato imponendo la sua lingua.
Teorie della diffusione linguistica
Le lingue europee attuali sono nate dall’indoeuropeo. Ma in quale luogo della terra si parlava questo protoindoeuropeo? Gli studiosi di geolinguistica hanno cercato di rispondere tramite una ricerca di tipo lessicale. Esempio: se in una lingua è assente la parola neve, è chiaro che era parlata in un luogo dove la neve non cera. Se c’è la parola palma probabilmente è una lingua di origine tropicale, e così via.
Teoria della conquista. Con questo criterio si è riusciti ad identificare il protoindoeuropeo come una lingua parlata circa 5000 anni fa in una zona a Nord del Mar Nero. Da qui, le popolazioni si sarebbero spostate verso ovest conquistando i popoli che vi abitavano e diffondendo la propria lingua. Questa è la teoria della conquista.
Teoria dell’agricoltura. Opposta è la teoria dell’agricoltura. Secondo questa teoria le lingua protoindoeuropea si sarebbe diffusa grazie alla diffusione dell’agricoltura, e non per conquista, ed avrebbe avuto origine dunque in una zona felice per l’agricoltura, non in una zona montuosa. Ma questa teoria non ha riscontri archeologici.
La superfamiglia
Alcuni studiosi si sono spostati oltre andando alla ricerca di una super-famiglia che è all’origine del protoindoeuropeo, ed hanno ipotizzato l’esistenza del nostratico, lingua parlata 14.000 anni fa quando l’agricoltura non era ancora stata scoperta, e dalla quale sarebbero discese oltre il protoindoeuropeo, altre lingue da cui sarebbero poi discese quelle uralo-altaiche, dravidiche, afroasiatiche. E come hanno fatto? hanno isolato alcune parole che secondo loro costituiscono la base più antica e stabile di una lingua, cioè quelle che indicano parti del corpo umano o dell’ambiente naturale fisse (sole, l’una, cielo), cose che ci sono sempre insomma, e da li hanno tratto al teoria del nostratico. La presenza di un’unica parola sia per cane che per lupo ha permesso di collocarla cronologicamente in un epoca in cui era forse appena avvenuta la domesticazione del lupo. Il nostratico sarebbe un successore immediato della lingua madre originale, quella pronunciata dal primo homo sapiens, ma questa per ora è fantascienza.