Titiro e Melibeo
27 Gennaio 2019Zaira Gangi
27 Gennaio 2019dall’ Adone di Marino
di Carlo Zacco
Marino – Adone Canto VII – ottave 32-37
Prima parte. Canti I-IV. La prima parte tratta dell’innamoramento di Venere e Adone.
– Cupido, per vendetta, fa in modo che la madre si innamori di un mortale, Adone, approdato nell’isola di Cipro: dapprima Venere si innamora di lui vedendolo addormentato sulla spiaggia dove è approdato; in seguito Adone si innamora a sua volta di Venere, dopo aver curato una ferita alla gamba.
– Dopo l’innamoramento, tre personaggi, Cupido, Clizio e Mercurio si occupano dell’iniziazione di Adone, attraverso una lunga serie di esperienze estetiche.
Seconda parte. Canti V-XI. In questo gruppo di canti viene descritta l’iniziazione di Adone.
– innanzitutto vi è l’iniziazione ai piaceri dei sensi: Adone viene condotto attraverso il giardino del piacere;
– quindi si passa alle delizie dell’intelletto e delle arti;
– infine Adone viene avviato alla scienza moderna;
Al termine di queste esperienze Mercurio può celebrare il matrimonio tra Adone e Venere.
Il canto dell’usignolo
Il giardino del piacere è costituito da una successione di varie zone, ciascuna dedicata ad uno dei cinque sensi; nel canto VII Adone si trova nel giardino dell’udito, dove, a un certo punto, Mercurio loda il canto dell’usignolo. Dopo l’elogio, Mercurio racconta la storia di una gara di canto tra un musico e un usignolo, in cui è il primo a risultare vincitore, poiché, nel voler imitare il cantante, l’usignolo scoppia.
32 | Ma sovr’ogni augellin vago e gentile
che più spieghi leggiadro il canto el volo versa il suo spirto tremulo e sottile la sirena de boschi, il rossignuolo, e tempra in guisa il peregrino stile che par maestro del’alato stuolo. In mille fogge il suo cantar distingue e trasforma una lingua in mille lingue. |
Inizia la lode dell’usignolo, considerato il più aggraziato e bello degli uccelli, dai quali si distingue per il canto: particolarmente vario e aggraziato.
– Aggettivazione sovrabbondanti: vago e gentile; tremulo e sottile; – Metafore ardite: sirena dei boschi: unisce due mondi lontani, quello marino e quello silvestre; |
33 | Udir musico mostro, o meraviglia,
che sode sì, ma si discerne apena, come or tronca la voce, or la ripiglia, or la ferma, or la torce, or scema, or piena, or la mormora grave, or l’assottiglia or fa di dolci groppi ampia catena, e sempre, o se la sparge o se l’accoglie con egual melodia la lega e scioglie.
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Qui inizia a descrivere il canto dell’uccellino. E’ da notare come il poeta descriva la melodia con un immagine visiva, come se fosse qualcosa di concreto, che l’animale modella a suo piacimento.
– Figure di suono. Musico/mostro/meraviglia (allitterazioni); scema/piena, dolci/groppi (assonanza); – Procedimento per accumulazione (or..or..); |
34 | O che vezzose, o che pietose rime
lascivetto cantor compone e detta. Pria flebilmente il suo lamento esprime, poi rompe in un sospir la canzonetta. In tante mute or languido, or sublime varia stil, pause affrena e fughe affretta, ch’imita insieme e ‘nsieme in lui s’ammira cetra flauto liuto organo e lira.
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Qui l’usignolo viene descritto come se fosse un poeta o un musicista (linguaggio tecnico):
– poesia: rime; compone e detta; canzonetta; lamento/pietose: rif. ai precedenti letterari; – musica: mute (variazioni), pause, fughe; strumenti: cetra, flauto, liuto, organo e lira (accumulazione); Marino sfoggia erudizione – Allitterazioni: flebilmente/lamento; – assonanze: affrena/affretta; |
35 | Fa de la gola lusinghiera e dolce
talor ben lunga articolata scala. Quinci quell’armonia che laura molce, ondeggiando per gradi, in alto essala, e, poich’alquanto si sostiene e folce, precipitosa a piombo alfin si cala. Alzando a piena gorga indi lo scoppio, forma di trilli un contrapunto doppio. |
Continua a descrivere il movimento della melodia tramite linguaggio tecnico della musica:
– linguaggio iper-specialistico: articolata scala; armonia; gradi; trilli; contrappunto doppio; – parallelismo vv. 4/6: rappresenta icasticamente il salire e scendere della melodia; |
36 | Par ch’abbia entro le fauci e in ogni fibra
rapida rota o turbine veloce. Sembra la lingua, che si volge e vibra, spada di schermidor destro e feroce. Se piega encrespa o se sospende e libra in riposati numeri la voce, spirto il dirai del ciel ch’en tanti modi figurato e trapunto il canto snodi.
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Continua ancora con ipotesi sulle caratteristiche fisiche dell’animale.
– Figure di suono: Fauci/fibra; rapida/rota; volge/vibra; |
37 | Chi crederà che forze accoglier possa
animetta sì picciola cotante? e celar tra le vene e dentro l’ossa tanta dolcezza un atomo sonante? O ch’altro sia che da liev’aura mossa una voce pennuta, un suon volante? e vestito di penne un vivo fiato, una piuma canora, un canto alato? |
Sequenza di domande retoriche, sempre volta a mettere in evidenza le caratteristiche dell’usignolo. Questa ottava si segnala per l’accumulazione di figure retoriche molto ardite, l’usignolo è definito:
– sineddochi: atomo sonante; voce pennuta; suon volante; fiato vestito di penne; piuma canora; canto alato; |
L’effetto finale è quello di uno straordinario virtuosismo stilistico. Questo virtuosismo ha due funzioni:
1) Descrivere l’oggetto minuziosamente, indugiando sul piacere di una descrizione elaborata;
2) Attraverso l’abbondanza di figure di suono, ed effetti fonosimbolici, la poesia riproduce le caratteristiche stesse dell’oggetto descritto.
In un certo qual modo la poesia si sostituisce alla realtà (esempio: primavera di Vivaldi).
Audio Lezioni sulla Letteratura italiana del seicento del prof. Gaudio
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