Titiro e Melibeo
27 Gennaio 2019Zaira Gangi
27 Gennaio 2019Dopo aver costituito per lungo tempo la maggior parte dell’immigrazione verso gli Stati Uniti, l’immigrazione europea è in gran parte diminuita a partire dal 1960 (dalla Storia contemporanea di Carlo Zacco)
L’emigrazione europea
Dopo una pausa nell’immigrazione europea durante la guerra civile americana, tra il 1880 e il 1920 arrivarono più di 20 milioni di immigrati, principalmente dall’Europa meridionale e orientale. La maggior parte degli immigrati dell’Europa meridionale erano motivati dalle opportunità economiche negli Stati Uniti, mentre gli europei dell’Est (principalmente ebrei) fuggirono dalle persecuzioni religiose. La prima guerra mondiale rallentò l’immigrazione europea e le quote di origine nazionale stabilite nel 1921 e nel 1924 – che davano la priorità agli europei occidentali e settentrionali – insieme alla Grande Depressione e allo scoppio della seconda guerra mondiale portarono l’immigrazione dall’Europa quasi a un arresto.
La «Grande depressione». Dal 1873 al 1896 la crescita industriale si bloccò e diminuì: gran parte dei prodotti non trovava chi li comprasse. L’offerta era superiore alla domanda, e la produzione crollò. Questo periodo venne chiamato la «Grande Depressione»: una volta terminate le ferrovie, le industrie del settore non ebbero più clienti; l’arrivo di merci a basso costo dalle Americhe, fece crollare la produzione europea.
Crisi ed emigrazione. Con la grande depressione migliaia di persone si trovarono senza lavoro, ed emigrarono verso il continente americano. Tra il 1870 e il 1910 emigrarono circa 30 milioni di persone.
Sviluppo demografico europeo. L’emigrazione non era solo dovuta alla crisi, ma anche alla crescita della popolazione, che all’inizio dell’Ottocento raddoppiò rispetto all’inizio del secolo. Ciò era dovuto al miglioramento delle tecniche agricole e industriali, e e al miglioramento della salute: il tasso di natalità aumentò, quello di mortalità diminuì.
Anche se l’Immigration Act del 1965 abolì le quote nazionali, ormai sempre meno europei cercavano di attraversare l’Atlantico, sia perché le loro fortune economiche erano migliorate durante la ricostruzione postbellica, sia perché i loro governi comunisti limitavano l’emigrazione. La caduta della cortina di ferro all’inizio degli anni ’90 ha inaugurato la più recente ondata di immigrazione europea, dominata da persone provenienti dall’Europa orientale e dall’ex Unione Sovietica. Il numero di immigrati europei negli Stati Uniti è leggermente diminuito dal 2000.