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Ripasso di introduzione alla Divina Commedia,
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27 Gennaio 2019
sintesi di storia per programmazione semplificata
di Irma Lanucara
Nel corso del VII secolo, l’Oriente fu colpito dalla scomparsa dell’impero assiro, ad opera del popolo dei Medi, di origine indoeuropea, che si erano stabiliti nella regione iraniana. Anche il popolo persiano, che risiedeva da tempo nell’altopiano iraniano, si trovava allora sotto il dominio dei Medi.
Ciro il Grande Nel VI secolo i Persiani si ribellarono al potere dei Medi, guidati da Ciro il Grande, il quale costrinse il re dei Medi, Astiage, alla resa e iniziò a conquistare varie terre gettando le basi per la formazione di un vasto impero. Conquistò la Lidia, l’Asia minore, dove si trovavano le città elleniche, colpite nella loro autonomia, fatto questo che pose le premesse per i conflitti greco-persiani; sottomise anche il regno di Babilonia, i Fenici e gli Ebrei. Tuttavia Ciro si dimostrò un sovrano tollerante e umano: infatti lasciò che i popoli conquistati conservassero le proprie usanze.
Cambise Salì al trono dopo la morte del padre, ma a differenza di questo fu molto intollerante. Realizzò la conquista dell’Egitto.
Dario Il vero artefice dell’impero persiano fu certamente Dario, che riuscì per la prima volta a dare all’impero un’organizzazione ben precisa e inoltre ebbe l’astuzia di presentarsi alle varie religioni dei popoli conquistati come un inviato del loro dio. Il territorio venne diviso in province, le cosiddette satrapie, controllate da un satrapo. Tutti i satrapi, a loro volta, venivano controllati da un segretario regio e da funzionari che visitavano le varie satrapie per controllare la situazione. Il comando militare era affidato a un generale e la parte più importante dell’esercito era rappresentata dai reparti di cavalleria.
Il sistema fiscale® Ogni satrapia, una volta all’anno, doveva pagare un tributo, stabilito in base alla grandezza e alla ricchezza del territorio, in parte in denaro e in parte in natura.
Infine si deve evidenziare il fatto che Dario diede molta importanza allo sviluppo di reti stradali, cosicché i mercanti potevano scambiare facilmente le loro merci da Oriente a Occidente.
LE PREMESSE DEL CONFLITTO TRA GRECI E PERSIANI A partire dal regno di Ciro, come già accennato, l’espansione dell’impero persiano giunse fino in Asia Minore, dove cerano le colonie greche. Queste ultime subirono un grave danno alla loro autonomia, tipica delle poleis, rischiando di trasformarsi totalmente in delle semplici province (satrapie) dell’impero persiano. Le colonie greche, infatti, erano costrette a pagare tributi all’impero persiano, oltre al fatto di essere anche ostacolate nei loro commerci, dato che le zone circostanti erano tutte dominate dall’impero. Cera anche una profonda differenza culturale tra Greci e Persiani: mentre questi ultimi affermavano un potere centralizzato nelle mani del sovrano, i Greci avevano fondato la loro vita politica sulla possibilità di confronto.
Alla fine i Greci vinsero perché, nonostante le differenze e le inimicizie tra le varie poleis, si unirono di fronte al comune nemico, fatto questo che il re Dario aveva sottovalutato.
PRIMA GUERRA GRECO-PERSIANA Ebbe inizio con la rivolta di Mileto, colonia dell’Asia Minore, che si ribellò al satrapo (499 a.C.), e venne aiutata dalle poleis di Atene ed Eretria. Questo aiuto però non fu sufficiente e pochi anni dopo la rivolta venne bloccata e Mileto fu completamente distrutta dall’esercito persiano. Nel 490 a.C. i Persiani organizzarono una spedizione punitiva contro le colonie greche che avevano tentato di aiutare Mileto, ma gli opliti spartani, accorsi in aiuto ad Atene, grazie alla tecnica militare studiata dal generale Milziade, riuscirono a sconfiggere l’esercito nemico a Maratona. Fu una scelta molto coraggiosa, dato che Atene non poté ricevere nessun aiuto dalle altre colonie greche. Si dice che un certo Fidippide da Maratona raggiunse correndo Atene per avvisare della vittoria e subito dopo morì per lo sforzo. In onore a questo evento si celebra ancora, in occasione dei giochi olimpici, la gara della maratona.
Tale vittoria rafforzò l’immagine politica di Atene, che voleva assumere un ruolo di guida rispetto alle altre poleis greche. Intanto proprio ad Atene si aggravavano le rivalità tra le varie famiglie aristocratiche, anche a causa dell’atteggiamento da seguire nei confronti dei Persiani: alcuni, rappresentati da Aristide, erano favorevoli a cercare un accordo col nemico persiano; altri, invece, rappresentati da Temistocle, sostenevano la necessità di organizzare una flotta che fosse in grado di sconfiggere i Persiani. Alla fine prevalse la proposta di Temistocle, anche perché in quel periodo era stato scoperto un giacimento di argento nelle miniere che Temistocle propose di utilizzare proprio per la costruzione delle triremi. In pochissimo tempo una potentissima flotta fu pronta per salvare la Grecia dall’aggressione persiana.
SECONDA GUERRA GRECO-PERSIANA® Alla morte di Dario, il suo successore, il figlio Serse, progettava un nuovo attacco contro la Grecia. Sparta, Atene e altre poleis si resero conto del fatto che era necessario superare le ostilità per combattere il comune nemico e a tal fine costituirono una lega panellenica. Le poleis, dopo varie discussioni decisero di attuare la seguente strategia: gli Spartani avrebbero cercato di fermare l’avanzata persiana al passaggio delle Termopili, mentre gli Ateniesi avrebbero mandato la loro flotta al Capo Artemisio. Al passo delle Termopili lo spartano Leonida e i 300 opliti si sacrificarono pur di rallentare l’avanzata nemica e permettere alla flotta di raggiungere Atene; tuttavia i Persiani riuscirono a raggiungere Atene prima dell’arrivo della flotta e la città, abbandonata dai suoi abitanti, che si rifugiarono in alcune isole, tra cui Salamina, fu totalmente distrutta. Intanto nelle acque di fronte all’isola si svolse una battaglia navale nella quale Serse, che assisteva al conflitto da un trono che si era fatto costruire sulla riva, venne sconfitto (480 a.C.). Questo perché nella baia di Salamina le triremi si potevano muovere molto più agevolmente rispetto alle pesanti navi persiane. I Persiani vennero poi definitivamente sconfitti per terra presso la città di Platea dai Greci guidati da Pausania.
La fine della guerra segnò l’emergere, tra le varie poleis, di Sparta ed Atene, che si erano particolarmente distinte, anche se Atene si distinse maggiormente grazie ai nuovi sbocchi commerciali ottenuti nel mar Egeo. Tuttavia, dopo aver combattuto unite di fronte al comune nemico, ogni città stato tornò a curare i propri interessi, anche se ciò che era accaduto aveva significato per il mondo greco il fatto di combattere uniti per un ideale di libertà da mantenere in contrasto al mondo dei cosiddetti barbari”, schiavi di un potere concentrato nelle mani del sovrano.