Elisa Prearo
27 Gennaio 2019Luigi O. Rintallo
27 Gennaio 2019di Laura e Gabriele Primativo
Che cosa è
Il nome petrolio deriva dalla parola latina petroleum, cioè “olio di roccia”, per la sua importanza mondiale detto anche oro nero è un liquido infiammabile, denso di colore marrone scuro o verdognolo, che si trova in alcuni punti negli strati superiori della crosta terrestre., ad una profondità generalmente compresa tra poche decine e diverse migliaia di metri
E’ composto da una mistura di vari idrocarburi, in prevalenza alcani, ma con variazioni nell’aspetto, nella composizione e nelle proprietà.
Come si forma il petrolio
Si forma sotto la superficie terrestre per decomposizione di organismi marini e di piante che crescono sui fondali oceanici.
La formazione del petrolio è un fenomeno iniziato molti milioni di anni fa, quando esisteva un’abbondante fauna marina, e che continua ancora oggi. I sedimenti depositati sul fondo degli oceani, accrescendo il loro spessore e dunque il loro peso, sprofondano nel fondale marino; a mano a mano che altri sedimenti si accumulano, la pressione su quelli sottostanti aumenta considerevolmente e la temperatura si alza di diverse centinaia di gradi. Il fango e la sabbia si induriscono trasformandosi in argillite e arenaria, il carbonio precipita, le conchiglie si induriscono trasformandosi in calcare, mentre i resti degli organismi morti si trasformano in sostanze più semplici composte da carbonio e idrogeno, gli idrocarburi appunto, per dare origine al petrolio greggio e al gas naturale. Il petrolio ha densità minore dell’acqua salmastra che riempie gli interstizi dell’argillite, della sabbia e delle rocce di carbonati che costituiscono la crosta terrestre: tende dunque a risalire verso la superficie, passando dai microscopici pori dei più grossi sedimenti sovrastanti. E’ così che sbocca spontaneamente dalla superficie terrestre.
Viene portato alla superficie dalla pressione dei gas sotterranei o mediante pompe; viene poi raccolto in serbatoi e trasportato per mezzo di oleodotti o petroliere nei luoghi di lavorazione.
Una volta estratto, il petrolio viene trattato con sostanze chimiche e calore, per eliminare l’acqua e le particelle solide in esso contenute, e per separare il gas naturale residuo. Viene poi immagazzinato in serbatoi di smistamento, da dove viene trasportato alle raffinerie mediante tubazioni continue (oleodotti), o con navi opportunamente attrezzate (navi cisterna, o petroliere), o con speciali autoveicoli (autocisterne) e carri ferroviari (carri cisterna).
Lo stabilimento dove si trasforma il petrolio greggio in prodotti finiti è detto raffineria. Dalla sua raffinazione si ottengono prodotti molto importanti come benzina, cherosene, oli per motori diesel, oli per riscaldamento, lubrificanti, oltre ad una serie di prodotti destinati alle industrie petrolchimiche.
Breve storia del petrolio
Il petrolio accompagna la storia dell’uomo da secoli e fin dall’antichità il greco “naphtha” richiamava il fiammeggiare tipico delle emanazioni petrolifere. I popoli dell’antichità avevano già ben noti i giacimenti di petrolio superficiali che utilizzavano per produrre medicinali e bitume o per alimentare le lampade.
Non mancarono anche gli usi bellici del petrolio, già ai tempi di Troia dell’Iliade, Omero narra di un “fuoco perenne” lanciato contro le navi greche. Il “fuoco greco” dei bizantini era la più nota e temuta arma dell’antichità tratta dal petrolio, una miscela di olio, zolfo, resina e salnitro che non veniva spenta al contatto con l’acqua. La micidiale miscela era cosparsa sulle frecce o lanciata verso le navi nemiche incendiandole.
La conoscenza del petrolio ha pertanto origini antiche soprattutto in Medio Oriente.
Venne introdotto in occidente soprattutto come medicinale tramite l’espansionismo arabo. Le sue doti terapeutiche si diffusero con grande rapidità e alcune fonti d’olio a cielo aperto, come l’antica Blufi (santuario della Madonna dell’olio) e Petralia in Sicilia, divennero noti centri termali dell’antichità.
Il valore del petrolio come fonte di energia trasportabile e facilmente utilizzabile, usata dalla maggioranza dei veicoli (automobili, camion, treni, navi, aeroplani) e come base di molti prodotti chimici industriali lo rende una delle materie prime più importanti del mondo. L’accesso al petrolio è stato uno dei principali fattori in molti conflitti militari, compresi la Seconda guerra mondiale e la guerra del Golfo. La maggior parte delle riserve facilmente accessibili è collocata nel Medio Oriente, una regione politicamente instabile.
L’industria petrolifera nacque negli Stati Uniti per l’iniziativa di Edwin Drake negli anni 1850, nei pressi di Titusville, Pennsylvania. Il 27 agosto 1859 venne aperto il primo pozzo petrolifero redditizio del mondo.
Sebbene negli anni 50 il carbone fosse ancora il combustibile più usato nel mondo, il petrolio cominciò a soppiantarlo. Oggigiorno circa il 90% del fabbisogno di combustibile è coperto dal petrolio. In conseguenza della crisi energetica del 1973 e della crisi energetica del 1979 si è sollevato l’interesse nella pubblica opinione sui livelli delle scorte di petrolio, portando alla luce la preoccupazione che essendo il petrolio una risorsa limitata essa sia destinata ad esaurirsi
Il prezzo del barile di petrolio è aumentato, dagli 11 dollari del 1998 agli attuali 100 (2008). Esistono e sono continuamente allo studio fonti alternative e rinnovabili di energia, sebbene la misura in cui queste possano rimpiazzare il petrolio e i loro eventuali effetti negativi sull’ambiente sono attualmente oggetto di dibattito.
Importanza del petrolio
La civiltà industriale dipende in larga misura dai derivati del petrolio. Solo negli anni Settanta (con la crisi derivante dai conflitti in Medio Oriente) la riduzione delle forniture petrolifere (e il conseguente rialzo dei prezzi) costrinse i paesi industrializzati a cercare prodotti alternativi al petrolio, sia nel settore della produzione di energia, sia in quello industriale.
L’aspetto scientifico
Si distinguono tre classi principali di petroli, a seconda del tipo di idrocarburo prevalente: i petroli a base paraffinica, costituiti prevalentemente da paraffine; quelli a base naftenica, costituiti prevalentemente da nafteni; e quelli a base mista, nei quali le percentuali dei due tipi precedenti di idrocarburi sono pressoché uguali. Molto più rari e pregiati sono i petroli della “quarta classe”, detti a base aromatica perché costituiti prevalentemente da idrocarburi aromatici
Previsioni
Lo sfruttamento di nuovi giacimenti e l’incremento della percentuale di petrolio estratto dalle riserve già note, che verrà reso possibile dal miglioramento delle tecnologie, fanno ritenere che il petrolio estratto sarà sufficiente a soddisfare i fabbisogni energetici dell’umanità fino ai primi decenni del XXI secolo. Gli esperti sono però scettici riguardo al fatto che l’entità dei nuovi giacimenti, o l’invenzione di tecnologie particolarmente innovative per il loro sfruttamento, possano consentire di superare di molto questa data. Il problema della crisi energetica che è imminente e presumibilmente distribuita in un periodo di 10-20 anni, avrà come conseguenza anche una crisi della produttività agricola. Il petrolio serve sia per i mezzi di trasporto degli alimenti, sia per arare e dissodare, sia per pompare l’acqua ed irrigare. La società industriale dipende per l’80% dal petrolio, (ne è un esempio la produzione di mais che è legata per circa l’88% al greggio).
Impatti ambientali del petrolio
La presenza dell’industria petrolifera ha significativi impatti sociali e ambientali, da incidenti e da attività di routine come l’esplorazione sismica, perforazioni e scarti inquinanti. L’estrazione petrolifera è costosa e spesso danneggia l’ambiente. La ricerca e l’estrazione di petrolio offshore disturbano l’ambiente marino circostante. L’estrazione può essere preceduta dal dragaggio che danneggia il fondo marino e le alghe, fondamentali nella catena alimentare marina. Il greggio e il petrolio raffinato che fuoriescono da navi petroliere incidentate, hanno danneggiato fragili ecosistemi in Alaska, nelle Isole Galapagos, in Spagna e in molti altri posti.Infine, la combustione, su tutto il pianeta, di enormi quantità di petrolio (centrali elettriche, mezzi di trasporto) risulta essere tra i maggiori responsabili dell’incremento riscontrato delle percentuali di anidride carbonica e di altri gas nell’atmosfera.
Paesi con le maggiori riserve di petrolio
Di seguito sono elencati i primi 20 paesi per riserve certe di petrolio all’anno 2006. Per vita media residua si intende la stima della durata delle riserve ai ritmi di produzione dell’anno 2006.
N° |
Paese |
Milioni di barili (bbl) |
% sul totale |
Vita media residua |
1 |
Arabia Saudita |
264.300 |
21,9% |
66 |
2 |
Iran |
137.500 |
11,4% |
87 |
3 |
Iraq |
115.000 |
9,5% |
157 |
4 |
Kuwait |
101.500 |
8,4% |
103 |
5 |
Emirati Arabi Uniti |
97.800 |
8,1% |
90 |
6 |
Venezuela |
80.000 |
6,6% |
78 |
7 |
Russia |
79.500 |
6,6% |
22 |
8 |
Libia |
41.500 |
3,5% |
62 |
9 |
Kazakhstan |
39.800 |
3,3% |
76 |
10 |
Nigeria |
36.200 |
3,0% |
40 |
11 |
USA |
29.900 |
2,5% |
12 |
12 |
Canada |
17.100 |
1,4% |
15 |
13 |
Cina |
16.300 |
1,3% |
12 |
14 |
Qatar |
15.200 |
1,3% |
37 |
15 |
Messico |
12.900 |
1,1% |
10 |
16 |
Algeria |
12.300 |
1,0% |
17 |
17 |
Brasile |
12.200 |
1,0% |
19 |
18 |
Angola |
9.000 |
0,7% |
18 |
19 |
Norvegia |
8.500 |
0,7% |
8 |
20 |
Azerbaijan |
7.000 |
0,6% |
29 |
|
Resto del mondo |
74.700 |
6,2% |
* |
|
|
|
|
|
|
Totale |
1.208.200 |
100% |
40,5 |
|
|
|
|
|
46 |
Italia |
700 |
0,06% |
18 |
Principali paesi produttori Principali paesi consumatori
nell’anno 2006: nell’anno 2006:
N° |
Paese |
Milioni di barili (bbl) |
% sul totale |
N° |
Paese |
Milioni di barili (bbl) |
% sul totale |
1 |
Arabia Saudita |
3963 |
13,3% |
1 |
USA |
7515 |
24,1% |
2 |
Russia |
3366 |
12,0% |
2 |
Cina |
2718 |
9,0% |
3 |
USA |
2508 |
8,4% |
3 |
Giappone |
1885 |
6,0% |
4 |
Iran |
1585 |
4,5% |
4 |
Russia |
998 |
3,3% |
5 |
Cina |
1345 |
4,5% |
5 |
Germania |
957 |
3,2% |
6 |
Messico |
1344 |
4,5% |
6 |
India |
940 |
3,1% |
7 |
Canada |
1148 |
3,9% |
7 |
Corea del Sud |
844 |
2,7% |
8 |
Emirati Arabi Uniti |
1084 |
3,6% |
8 |
Canada |
811 |
2,5% |
9 |
Venezuela |
1031 |
3,5% |
9 |
Brasile |
765 |
2,4% |
10 |
Norvegia |
1014 |
3,4% |
10 |
Arabia Saudita |
732 |
2,4% |
11 |
Kuwait |
987 |
3,3% |
11 |
Messico |
720 |
2,2% |
12 |
Nigeria |
898 |
3,0% |
12 |
Francia |
712 |
2,4% |
13 |
Algeria |
732 |
2,5% |
13 |
Italia |
654 |
2,2% |
14 |
Iraq |
730 |
2,4% |
14 |
Regno Unito |
650 |
2,1% |
15 |
Libia |
670 |
2,2% |
15 |
Iran |
609 |
2,0% |
16 |
Brasile |
666 |
2,2% |
16 |
Spagna |
585 |
2,0% |
17 |
Regno Unito |
597 |
2,0% |
17 |
Taiwan |
409 |
1,3% |
18 |
Kazakistan |
520 |
1,7% |
18 |
Paesi Bassi |
386 |
1,3% |
19 |
Angola |
514 |
1,7% |
19 |
Indonesia |
376 |
1,3% |
20 |
Qatar |
413 |
1,4% |
20 |
Thailandia |
338 |
1,1% |
|
Resto del mondo |
4497 |
15,1% |
|
Resto del mondo |
6953 |
22,7% |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Totale |
29807 |
100% |
|
Totale |
30557 |
100% |
|
|
|
|
||||
49 |
Italia |
40 |
0,1% |
Mercato del petrolio
I due mercati principali per lo scambio di petrolio sono il NYMEX di New York e l’International Petroleum Exchange di Londra (IPE). Entrambi sono di proprietà americana. In entrambi, il prezzo del petrolio e la quotazione avvengono in dollari. Russia e Iran sono intenzionati ad aprire Borse locali in cui è possibile acquistare petrolio e gas in valuta diversa dal dollaro. (fonte: wikipedia)
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