Programmazione di classe
27 Gennaio 2019Confronto Dante / Petrarca
27 Gennaio 2019di Marco Barani – 1° liceo scientifico A – Istituto S. Ambrogio Milano
supervisione del professor Luca Manzoni
Poseidone era il dio del mare e dei terremoti; il suo epiteto più ricorrente, infatti, è Enosigeo, letteralmente scuotitore della terra”, in quanto grazie al suo tridente poteva scatenare tempeste, maremoti e, appunto, terremoti. Il suo nome è stato ritrovato in tavolette di lineare B, un tipo di scrittura esistente nella cultura cretese, provenienti da Cnosso e Pilo; esso si trovava scritto in forma di po-si-da-i-joe po-se-dao e significava sposo di Da, ossia della Terra.
Il potere di Poseidone si estendeva su tutte le acque come mari, correnti e laghi, mentre i fiumi avevano proprie divinità minori.Come le altre divinità marine Proteo e Nereo, Poseidone poteva cambiare forma, proprio come il mare che cambia forma continuamente.
Era un dio molto potente e altrettanto venerato, soprattutto nelle isole greche. Ogni due anni, a Corinto, si tenevano, in suo onore, i Giochi Istmici. Al dio del mare erano sacri il cavallo e il delfino e, tra le piante, il pino. Veniva rappresentato simile a Zeus, alto e robusto, con una muscolatura poderosa ed un aspetto da vecchio lupo di mare; aveva sempre i capelli e la barba neri e spettinati; teneva sempre in mano il tridente.
VITA
Secondo la leggenda, Poseidone nacque da Rea e Crono insieme ad altri 5 fratelli: Estia, Demetra, Era, Ade e Zeus. Il titano Crono, infatti, dopo aver gettato il padre Urano nel Tartaro, voragine cupa e profonda nell’Ade, regno dei defunti, si era unito a Rea, sua sorella, ed aveva generato i sei dei. Dal padre Urano, tuttavia, Crono aveva ricevuto una profezia: Uno dei tuoi figli ti strapperà il potere!”.
Così Crono, appena Rea partoriva un bambino, lo ingoiava, in modo che non potesse sottrargli il potere. La moglie, tuttavia, soffriva terribilmente a causa della perdita di tutti i suoi figli ed allora fuggì sull’isola di Creta dove partorì Zeus e lo affidò alle cure dei Cureti, una popolazione dellEtolia ed alle ninfe Adrastea e Ida che lo nutrirono con il latte di Amaltea. Intanto, Rea tornò da Crono con una pietra avvolta in fasce e la consegnò a Crono, il quale la ingoiò convinto che fosse il suo ultimo figlio. Con il passare del tempo Zeus diventò un giovane molto forte. Con l’aiuto della dea Metis, figlia di Oceano, Zeus fece vomitare Crono per mezzo di un potente farmaco ed il titano rigurgitò tutti i figli inghiottiti; iniziò, così, una feroce lotta tra i titanie Zeus ed i suoi fratelli, guerra che durò per dieci anni interi.
Al decimo anno Zeus, dopo aver ricevuto una profezia, si alleò con tutti coloro che erano stati imprigionati nel Tartaro da Crono tra i quali i Ciclopi che, in segno di ringraziamento, consegnarono ai tre fratelli maschi altrettanti doni; Zeus ricevette il tuono, il fulmine e la folgore, Ade lelmo dellinvisibilità e Poseidone il tridente; tuttavia, non tutti gli studiosi concordano con tale versione fornita da Apollodoro, in quanto molti ritengono che il tridente sia stato regalato a Poseidone dalle Telchine, nove mostri con la testa di cane e le pinne che allevarono ed educarono il dio, così come riporta il testo I miti greci“, di Robert Graves.
Dopo aver ricevuto i loro doni, gli dei ripresero la guerra e riuscirono a vincerla facilmente e, dopoaver imprigionato i titani nel Tartaro, i tre dei maschi si divisero il potere: Zeus ottenne il regno dei cieli, Poseidone quello del mare ed Ade il regno dei morti.
In seguito a questa spartizione, Poseidone iniziò la costruzione del suo palazzo sottomarino al largo di Egea. Il dio dovette anche iniziare la ricerca di una moglie che abitasse accanto a lui; per qualche tempo corteggiò la nereide Teti ma,venuto a conoscenza della profezia secondo la quale Teti era destinata ad avere un figlio più importante del padre, smise di corteggiarla (Teti si sposerà con Peleo e darà alla luce Achille, l’eroe della guerra di Troia). Dopo aver rinunciato a Teti, il dio del mare si innamorò di Anfitrite; dopo l’iniziale rifiuto, la Nereide decise di prendere come sposo Poseidone e dalla loro unione nacquero tre figli: Tritone, Roda (da cui prende il nome l’isola di Rodi) e Bentesicima. Il dio, tuttavia, fece soffrire molto sua moglie poiché intrecciò molte storie d’amore con altre dee, ninfee e donne mortali.
A differenza del fratello Zeus, Poseidone non generò eroi, ma spesso i suoi figli erano giganti crudeli o mostri; ne sono esempi il ciclope Polifemo, avuto dalla mortale Toosa, il gigante Crisaore e il cavallo alato Pegaso nato da Medusa.
CITTÀ
Poseidone, che viene sempre descritto con un carattere cupo e litigioso, cercò sempre di ottenere molti regni sulla terraferma; si interessò della città di Atene nella cui acropoli creò un pozzo di acqua marina, ma la dea Atena vinse la gara per il dominio della città contro il dio piantando un ulivo nella rocca dellacropoli; l idea di Atena,infatti, fu giudicata da Crerope come migliore e anche gli dei si trovarono d’accordo; pertanto la dea diede il suo nome alla città. La sua gara con Atena è raffigurata sul frontone occidentale del Partenone.
Ad Atena, Poseidone contese anche la città di Trezene, ma Zeus decise che il centro urbano fosse diviso equamente tra i due. Inoltre Poseidone cercò di strappare Egina a Zeus, Nasso a Dioniso, Corinto ad Elio, ma fallì sempre; infine cercò di impossessarsi di Argo, dominio di Era, e siccome non gli fu concessa essiccò tutti i fiumi e tutte le sorgenti; tale maledizione, però, venne eliminata dallo stesso Poseidone poco tempo dopo quando si innamorò di Amimone, una delle Danaidi che, arrivata ad Argo, non sapeva come dissetarsi.
MITI
Poseidone è citato in diversi miti; in primo luogo fu fondamentale negli sviluppi della guerra di Troia partecipando, insieme ad Apollo ed al mortale Eaco, alla costruzione delle imponenti mura della città. Al termine del lavoro Laudameonte si rifiutò di pagare il compenso pattuito e, così, Poseidone adirato fece nascere dalle acque un mostro marino che uccise gran parte dei Troiani. Per far cessare lira del dio,Laumedonte fu costretto, dopo aver consultato un oracolo, ad offrire in pasto al mostro la figlia Esione che, secondo alcune fonti, fu salvata ad Eracle. Da questo momento in poi i Troiani attirarono lira del dio che non esitò ad aiutare gli Achei nel momento in cui stavano avendo la peggio durante la guerra di Troia; tuttavia mentre Achille era sul punto di uccidere Enea, il dio salvò il troiano in quanto il suo destino non prevedeva una morte in guerra ma, bensì, che fosse il fondatore della città di Roma.
Poseidone è una figura centrale anche nellOdissea in quanto cercò in tutti i modi di ostacolare il ritorno di Ulisse ad Itaca in quanto questi aveva osato sfidarlo accecando suo figlio Polifemo.
Inoltre, egli compare spesso in numerosi miti nei quali crea, dalla schiuma del mare, terribili mostri prontia divorare e a punire gli uomini per i loro errori; ne è un esempio il mito di Perseo, l’eroe greco ritenuto figlio di Zeus, nonostante alcuni pensino che sia proprio figlio del dio del mare, il quale, dopo aver ucciso la gorgone Medusa e dopo averle tagliato la testa, incontrò sulla via del ritorno un mostro mandato da Poseidone che cercava di divorare una fanciulla.
La ragazza era Andromeda ed era stata incatenata ad uno scoglio e data in pasto al mostro dopo che la vanitosa madre Cassiopea aveva affermato di essere più bella di tutte le Nereidi. Il dio del mare, infatti, aveva inviato, su richiesta delle ninfe marine, un mostro che, insieme ad una forte tempesta, devastò la Filistia, dove vivevano il re di Etipia,Cefea, la moglie Cassiopea e la figlia Andromeda. L’unico modo per fermare il mostro, secondo un oracolo, era quello di dare in pasto all’orribile creatura la ragazza. Perseo, secondo il mito, si fermò vicino alla giovane ed uccise il mostro con lo stesso falcetto con cui aveva decapitato Medusa
SEGNI PARTICOLARI
Il suo attributo principale era il tridente, arnese che fungeva da scettro e da simbolo del suo potere, ma al tempo stesso era anche una potentissima arma. Secondo la leggenda fu creato dai giganti che lo donarono al dio in segno di ringraziamento per averli liberati dal Tartaro ai tempi della lotta contro i titani; tuttavia altre fonti ritengono che il tridente di Poseidone sia stato fabbricato dalle Telchine, le nutrici del dio che lo accudirono quando era bambino.
Con il tridente Poseidone poteva creare tempeste, uragani e terremoti; inoltre con esso poteva creare cavalli o mostri dalla schiuma del mare. Il tridente era il simbolo di Poseidone ed il suo segno di riconoscimento; egli, infatti, emergeva dal mare su un carro circondato da pesci, delfini e trainato da mostri marini e si mostrava sempre con la sua arma.
Poseidone è considerato il signore dei cavalli in quanto con un colpo di tridente generò uno di questi animali per la prima volta; tuttavia alcuni ritengono che il cavallo esistesse già prima della sua nascita. Il suo legame con questo animale, molto probabilmente, è causato dal fatto che, spinto dall’amore, inseguì Demetra che cercava disperatamente la figlia Persefone. La donna, stanca per il viaggio,non volendo unirsi con il dio si trasformò in una giumenta, ma Poseidone scoprì l’inganno, si trasformò in uno stallone e si accoppiò con Demetra.
CURIOSITÀ
Poseidone è legato al mito di Atlantide; secondo la leggenda, infatti, egli è il progenitore della popolazione che abitava l’isola avendo avuto dieci figli maschi da Clito, unica figlia rimasta di una famiglia che, in passato, abitava l’isola. Dopo aver avuto i figli, il dio rese l’isola inaccessibile agli uomini, fece sgorgare una sorgente calda ed una fredda, fece crescere piante commestibili in abbondanza e divise l’isola in dieci parti, una per ogni figlio.
Secondo la leggenda, Poseidone rapì la fanciulla Teofane, la trasformò in una pecora e prese la forma di una ariete; dalla loro unione nacque lariete del Vello d’Oro, il prezioso mantello di ariete che fu in seguito rubato da Giasone e dagli Argonauti.
Negli inni omerici si trova linno a Poseidone”, una breve invocazione di sette versi. Omero si rivolge al dio come “scuotitore della terra e delle lande marine, dio dei profondi abissi che è anche signore del Monte Elicone e dell’ampia Aigaì” e ricorda anche la sua doppia natura di dio dell’Olimpo: domatore di cavalli e salvatore di navi.
ARTE
LA FONTANA DEL NETTUNO (ROMA)
La fontana del Nettuno si trova a Roma, in Piazza Navona, e fu commissionata da Papa Gregorio XIII, nel 1574, a Giacomo Della Porta insieme alla Fontana del Moro che si trovava all’estremità opposta della piazza.
Anticamente era chiamata la fontana dei Calderari” in quanto vicina al vicolo dove si trovavano numerose botteghe di fabbri. Il progetto originale prevedeva, per entrambe le fontane, una vasca di marmo sorretta da due gradini circondata da una cancellata, elementi che, successivamente, ad opera dello stesso Della Porta e del Bernini, vennero rimossi.
LA FONTANA DI NETTUNO (FIRENZE)
La fontana subì numerosi atti vandalici che culminarono, nel 2005, con la rottura della mano di Poseidone.
LA FONTANA DI NETTUNO (BOLOGNA)
La fontana di Nettuno è un monumento maestoso che si trova in piazza Nettuno, a Bologna.
La statua fu commissionata dal Cardinale Carlo Borromeo e fu realizzata dall’architetto palermitano Tommaso Laureti nel 1563. La statua bronzea di Nettuno, invece, fu progettata dallo scultore fiammingo Jean De Boulogne detto il Giambologna, il quale poco tempo prima aveva realizzato le sculture che contornavano la statua di Poseidone a Firenze.
La statua è costituita dal dio in piedi che sorregge il tridente ed è circondata da alcune ninfe. La scultura è diventata oggi un simbolo della città tanto che oggi è di buon auspicio fare due giri in senso antiorario attorno al monumento.
LA FONTANA DI NETTUNO (MESSINA)
La statua di Nettuno a Messina è un’opera del Montorsoli, commissionata dal Senato di Messina.
Il complesso della fontana è a struttura piramidale; in alto, infatti, si erge Nettuno che domina le acque, in basso emergono dall’acqua Scilla e Cariddi tra quattro cavalli marini che simboleggiano l’oceano.
La statua del Nettuno si erge in tutta la sua possenza ed il dio ha una mano in avanti con il palmo rivolto in basso. Le statue di Scilla e Cariddi, invece, hanno caratteristiche particolari; Cariddi, infatti, ha capelli sciolti e uno sguardo di inquietudine.Scilla, invece, è fasciata in vita da teste urlanti; queste due espressioni manifestano il dolore delle catene che le imprigionano.
Bibliografia
HANS BIEDERMAN, Enciclopedia dei simboli, Garzanti, Milano 2004
EUGENIA DISSA, Enciclopedia universale, Garzanti, Milano 2004
MICHAEL STAPLETON – ELISABETH SERVAN-SCHREUBER, Il grande libro della mitologia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1982
LUISA BIONDETTI, Dizionario di mitologia classica, Baldini &Castoldi, Milano 1999
PIERRE GRIMOL, Enciclopedia della mitologia, Garzanti, Milano 2004
ANTHONY S. MERCATANTE, Dizionario Universale dei miti e delle Leggende, Newton & Compton, Roma 2001
ROBERT GRAVES, I miti greci, Longanesi, Milano 2009
LUCIA IMPELLUSO,Eroi e dei dell’antichità, Electa, Milano 2009
SITOGRAFIA
Mitologia greca, www.wikipedia, consultato 1 maggio 2011
Religioni, www.miti3000, consultato 1 maggio 2011
Poseidone, www.web.tiscali, consultato 1 maggio 2011
Mitologia e allegorie nell’arte, www.settemuse, consultato 1 maggio 2011